Turistas
-
Voto:
Un gruppo di turisti americani si trova bloccato in un villaggio brasiliano dopo un incidente in autobus. Di primo acchito non sembra male, in quanto ci sono belle donne, mare e beveroni. Poi, però, dopo essere stati drogati, ai turisti verranno sottratti i documenti e finiranno per trovarsi in mezzo alla foresta in balia di un gruppo di malviventi che traffica in organi umani.
LA RECE
Flick esotico che segue la formula del "tourist trap horror" stile Hostel, curato nella confezione ma narrativamente debole. I contenuti livelli di sangue e violenza ne fanno un prodotto potabile anche da coloro che non amano troppo l'horror e prediligono il thrilling teso.
E la mente va ad Hostel (2005) non solo per la similarità della trama ma anche per gli elementi xenofobi, quelli sessuali, il sadismo e lo splatter. Però, a ben vedere, Turistas non è così simile a Hostel né di quest'ultimo è un rip-off. Nel film di John Stockwell non ci sono torture e, secondariamente, Turistas ha il ritmo di un thriller esotico più che di un horror. Tenuto conto del quarto d'ora finale del film che si svolge tutto in una grotta subacquea, giocandosi le proprie carte con la claustrofobia e il buio, viene più da pensare a Into the blue (2005) dello stesso Stockwell. Il problema non riguarda la trama ma il modo in cui il regista ha deciso di narrarla. La parte finale del film, che dovrebbe rappresentare il culmine della tensione, viene fagocitata da location sature di buio e/o pioggia che diventano un problema se confondono i volti e l'azione. In pochi minuti ci si trova a non capire più chi stia cacciando chi, e anche quando il finale mette tutto in luce, occorre attraversare insieme ai protagonisti situazioni molto, troppo confuse. Assai suggestive le scene subacquee, eppure Stockwell sembra essersi fissato riguardo al blu (Blue crush, 2002) e questa sua personale passione spinge il film verso un'oscurità sia metaforica sia visiva. Di buono c'è che il regista pare più interessato alla suspense che allo splatter ed evita un approccio exploitation; la scena dell'operazione chirurgica patita da Amy è forte ma ben fatta e non eccessiva. Il film, nel complesso, garantisce un certo tasso di intrattenimento per coloro che amano le cose fortine e le situazioni tese. Probabile che l'ente turistico nazionale brasiliano non abbia gradito il modo un po' xenofobo con cui gli americani hanno dipinto i brasiliani, i quali, secondo Turistas, sono tutti impegnati a ballare, scopare, drogarsi, delinquere o ad essere semplicemente poveri. Guardando gli Americani, tuttavia, non è che questi ne escano meglio perché, in vacanza, paiono incapaci di compiere scelte un minimo sensate. Bene per una serata molto disimpegnata ma non so se gli concederei una seconda visione. Indecisione anche circa il genere: non essendo un torture-porn, lo faccio ricadere nel genere slasher in quanto survival horror di caccia al turista.
TRIVIA
John Stockwell (1961) dixit: “Lo sceneggiatore è una professione solitaria e miserabile. Ma la paga può andare bene e si può passare molto tempo alle Hawaii” (IMDb.com).
⟡ Il film che stanno vedendo gli sgherri di Zamora nel nascondiglio è gli Eroi di Hogan (1965).
Titolo originale
Id.
Regista:
John Stockwell
Durata, fotografia
96', colore
Paese:
USA
2006
Scritto da Exxagon nell'anno 2012 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
