the Untold story
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Voto:
Il cuoco col vizio del gioco Wong Chi Hang (Anthony Chau-Sang Wong) diventa proprietario del ristorante Eight Immortals dopo che i precedenti proprietari sono misteriosamente spariti. Anche altri dipendenti del ristorante iniziano a sparire parallelamente alle indagini della polizia che sta cercando di fare luce su un macabro ritrovamento avvenuto sulla spiaggia.
LA RECE
Cat III hongkonghese basato su fatti reali avvenuti nell'84. Film ibrido tra poliziesco, splatter e commedia che alterna investigazioni macchiettistiche a violenza estrema. Opera disomogenea ma interessante, assolutamente inadatta ai più sensibili.
Segnalato anche come Human pork chop, the Untold story, si tratta di un bizzarro Cat III a cavallo fra generi: in parte poliziesco, in parte shock exploitation ma anche commedia. Benché il film sia noto, soprattutto, per le sequenze splatter, in effetti presenti e non poco violente, the Untold story si rivela una pellicola sorprendentemente interessante basata sull'inquietante fatto di cronaca avvenuto nel 1984 a Macau che vide Huang Zhiheng, incallito giocatore d’azzardo, uccidere un’intera famiglia di dieci persone per appianare i propri debiti; circa l’ipotesi di cannibalismo, che nel film si fa piatto forte, questa fu, invece, un’invenzione della stampa del luogo, date le condizioni nelle quali furono trovati i corpi. Secondo un certo stile di fare cinema orientale che vede lo spettacolo filmico come un calderone di diversi registri e situazioni, anche the Untold story cerca di soddisfare lo spettatore hongkonghese con quasi tutte le portate possibili. Ne deriva un film diviso in due blocchi tematici: le gesta del cuoco folle e le imprese investigative della polizia. Il punto debole risiede in questa seconda sezione con protagonisti un gruppo di poliziotti dipinti in maniera macchiettistica: il capo fa il cascamorto; la donna del gruppo è un maschiaccio che ambisce a essere più femminile e desiderata; vi è, poi, un piacione palestrato e altri due personaggi votati all’inedia. Le dinamiche fra questi soggetti sono improntate a una comicità evidentemente ritenuta esilarante nella Hong Kong degli anni Ottanta. La demenzialità dei poliziotti stona a confronto con la drammaticità e l'orrore del blocco che riguarda il cuoco truffatore, stupratore e assassino. D'altra parte, con l'evoluzione del film e la fusione dei due blocchi, gli elementi comici si vanno attenuando e cedono il posto a una sorta di dramma penitenziario. La disomogeneità del racconto si somma a una realizzazione tecnica senza particolari guizzi e a una recitazione standard, elevata solo dall’apporto di Wong (Hard bolied, 1992; Ebola syndrome, 1996; Beast cops, 1998). Circa le brutalità mostrate, the Untold story mantiene le promesse: gli omicidi compiuti dal protagonista sono violenti e ritratti con dovizia di particolari senza che manchino tocchi estremi, quali la cassiera del ristorante che si becca un mazzo di bacchette cinesi nella vagina. Ancor più violento il finale che vede, in flash-back, il massacro di un'intera famiglia: nessuno viene risparmiato, nemmeno i bambini, e tutti finiscono a pezzi. Interessante il fatto che questa crudissima parte conclusiva venga mostrata dopo che, per parecchi minuti, il film si sia incentrato sulle brutalità subite da Wong in carcere, torturato dalla polizia e dai galeotti. La pietà per il protagonista rimane quindi orfana, abbandonando lo spettatore ad assistere a un orrore senza appigli. Figlio del filone hongkonghese dello psycho-horror nato con Dr. Lamb (1992), questo film di Lee e Yau ha le potenzialità per piacere anche a coloro che non siano patiti dello splatter, fermo restando l’estrema violenza di molte scene che fanno di questo un prodotto qualcosa di assolutamente inadatto ai più sensibili; chi, invece, se la sente, può osare il double-bill con il sopracitato Ebola syndrome. Il film gode di due seguiti: the Untold story 2 (1998) e the Untold story III, noto anche come 14 days before suicide (1999); i due film non hanno nulla a che fare con la storia del capostipite ma sono altrettanto crudi.
TRIVIA
Herman Yau Lai-To (1961) dixit: “La parte più difficile è stata non far sapere ai bambini cosa stavamo filmando; così, gli abbiamo dovuto mentire. Anthony Wong era molto giocherellone con loro, fuori dallo schermo; li faceva sempre ridere! Un'altra difficoltà era relativa al fatto che avrei dovuto cercare di finire la parte dei bambini prima di mezzanotte; loro potevano andare e noi continuavamo a girare, perché alcuni di loro dovevano andare a scuola” (cityonfire.com).
⟡ La vera storia del giocatore d’azzardo Huang Zhiheng vedeva l’omicida cinese già colpevole di un assassinio in quel di Hong Kong negli anni ’70. Spostatosi prima a Guangzhou e poi a Macau, Huang si era anche limato i polpastrelli delle mani per eliminare le impronte digitali, così da non essere connesso al primo delitto. A Macau, Huang entrò in contatto con i Lin, anche loro giocatori d’azzardo e proprietari del ristorante Otto Immortali. I Lin contrassero grossi debiti con Huang e promisero che, se non avessero ripagato, la proprietà del ristorante sarebbe stata ceduta a Huang. Il 4 agosto 1984, l’uomo pretese la restituzione dei soldi o la cessione del ristorante e ne nacque un diverbio degenerato al punto che Huang prese in ostaggio tutta la famiglia Lin e procedette, nell’arco di otto ore, a uccidere tutti i membri, facendoli a pezzi per poi farne sparire i resti nell'oceano e in discarica. Dal mare riaffiorarono i resti dei corpi e fu facile risalire al fatto che appartenessero ai Lin, dato che Huang aveva iniziato a lavorare da solo in un ristorante prima gestito da un’intera famiglia scomparsa. Arrestato e, da subito, pestato dai compagni di cella, Huang, prima cercò di fuggire e, poi, mise in atto due tentativi di suicidio, il secondo dei quali ebbe successo il 4 dicembre 1986. Nel biglietto d’addio, l’uomo lasciava scritto che il suicidio non era compiuto come atto di pentimento per le azioni compiute ma per sfuggire al disagio della sua asma cronica.
Titolo originale
Bat sin fan dim: Yan yuk cha siu bau
Regista:
Herman Yau, Danny Lee
Durata, fotografia
96', colore
Paese:
Hong Kong
1993
Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
