L'Uomo invisibile

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Voto:

Uno straniero bendato fa la sua comparsa in un'osteria destando i sospetti degli astanti, soprattutto per i suoi modi sgarbati; ben presto scopriranno che lo straniero è invisibile e anche incline ad azioni violente. Il suo nome è Jack Griffen (Claude Rains), un chimico che, facendo esperimenti con la monocaina, ha ottenuto il dono dell’invisibilità, sostanza che, però, ha la megalomania come sgradevole effetto secondario. Mosso da delirio di grandezza, Jack fa tutto ciò che vuole in barba alla polizia che non riesce a vederlo.

LA RECE

Adattamento di un romanzo di H.G. e mix di horror fantascientifico e comicità attraverso le avventure di un scienziato reso folle dalla monocaina. Non entusiasmante la sintesi voluta da Whale fra comicità e dramma con pennellate horror. Mostro umano di livello nella scuderia Universal, nondimeno quello di minore richiamo.

Tratto da "The Invisble Man" di H.G. Wells e, a quanto si dice, raro caso di pellicola migliore della fonte letteraria. A detta degli stessi connoisseur, lo script di Sheriff è meno legnoso del romanzo di Wells, il quale, suscettibile, non gradì affatto questa riduzione cinematografica della sua novella. Ad ogni modo, il film, dopo un'apertura di grande effetto che vede il protagonista entrare tutto bardato nella locanda, inizia a mostrare il suo secondo volto che è quello comico, veicolato soprattutto dalla brava attrice Una O'Connor nei panni della locandiera; si tratta di una comicità parrocchiale agli occhi moderni, tuttavia gradita ai tempi e, in prima battuta, al regista Whale che sembra abbia sempre preferito l'Uomo invisibile ad altri suoi film di maggior successo come Frankenstein (1931) o la Moglie di Frankenstein (1935). Era d'altronde note che il regista amasse la comicità, soprattutto un tipo di comicità sempliciotta. Adattare il registro comico al dramma scientifico scritto da Wells pare essere, però, il maggior problema in termini di resa globale e, probabilmente, anche il fattore che ha portato lo scrittore a non apprezzare il lavoro fatto da Whale. Se, da una parte, si cerca una certa riflessione relativa all'uso incontrollato della scienza non regolata dalla ragione e dalla fede, d'altra parte, questi grandi momenti drammatici (vedi deragliamento del treno) vengono inframezzati da siparietti e battute salaci che sembrano mal conciliarsi con la tragicità del tutto. Whale pare divertirsi un mondo nel dirigere le scene nelle quali l'uomo invisibile si aggira per il paese portando scompiglio, andando in bicicletta, rompendo finestre e facendo impazzire i poliziotti. Al fianco di situazioni in cui il temibile protagonista si aggira in pigiama per casa, il che lo rende il mostro della Universal meno minaccioso in assoluto, ci sono sequenze memorabili come il primo disvelamento nella taverna in cui il protagonista, staccatosi letteralmente il naso e lanciatolo a una marmaglia rabbiosa e spaventata, inizia a togliersi le fasce dal volto per rivelare che sotto non c'è nulla. Si nota, comunque, una progressione della dimensione drammatica che segue lo stato psicologico del protagonista, il quale, a causa della monocaina diviene folle. Piaccia o meno l'accostamento fra comico e drammatico, l’Uomo invisibile è già da un pezzo uno dei cult-movie della Universal caratterizzato da un pregevole lavoro effettistico. Tuttavia, il successo di questo ennesimo mostro umano della Universal pare da imputarsi più alla rappresentazione di un sogno inconfessabile di tanti, e al tema di quanto la nostra moralità sia connessa alla nostra riconoscibilità, e meno, molto meno alla qualità intrinseca del film che, infatti, è quello meno celebrato, ricordato e visto fra i monster-movies della casa di produzione statunitense.

TRIVIA

James Whale (1889-1957) dixit: “Un regista deve essere davvero pessimo nel suo lavoro se non riesce a tirare fuori un brivido dal pubblico tramite una scena di guerra, di omicidio o di una rapina” (IMDb.com).

⟡ Il personaggio dell'uomo invisibile tornerà in: il Ritorno dell'uomo invisibile (1940), La donna invisibile (1940), Joe l'inafferrabile (1942), la Rivincita dell'uomo invisibile (1944); questi della Universal e, quindi, da ritenersi i seguiti ortodossi. La Universal userà il personaggio in chiave comica con il Cervello di Frankenstein (1948) e Gianni e Pinotto contro l'uomo invisibile (1954). Altri film da segnalare sono: le Avventure di un uomo invisibile (1992), l'Uomo senza ombra (2000) della Columbia Pictures che non poteva usare il nome Uomo Invisibile, la Leggenda degli uomini straordinari (2003) e l'Uomo invisibile (2020).

⟡ La Universal voleva Boris Karloff come uomo invisibile ma Whale cercava qualcuno con una voce più "intellettuale"; per il regista, l'unico attore davvero valido era Claude Rains.

⟡ Per ottenere l'effetto di trasparenza nel momento in cui l'uomo invisibile si toglie le bende, il regista e Rains si vestirono completamente in velluto nero e Whale filmò Rains di fronte a uno sfondo di velluto nero.

⟡ La monocaina, o ipoclorito di butethamina, è un anestetico locale che, sfortunatamente, non rende trasparenti.

⟡ La sorella di Rains riferì che, anni dopo l’uscita del film, lei e Claude andarono al cinema a rivederlo in una sala che riproponeva vecchie glorie. Siccome nella sala faceva molto freddo, Claude si coprì con cappello e sciarpa. Quando passò la maschera per vendere i biglietti, quella riconobbe l'attore dalla voce e gli lasciò i biglietti gratis.

⟡ Anche se, in genere, sotto le bende c'era sempre Claude Rains, in alcune scene, come in quella dell’osteria, si usò una controfigura che, però, era più alta di Rains. I dialoghi dell'attore vennero pre o post-registrati e aggiunti successivamente.

⟡ Benché sia il protagonista del film e appaia nel 95% di tutte le scene, il vero volto di Claude Rains si vede solo all'ultimo minuto.

Titolo originale

The Invisible Man

Regista:

James Whale

Durata, fotografia

71', b/n

Paese:

USA

Anno

1933

Scritto da Exxagon nell'anno 2007 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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