Vivarium

Voto:

Guidati dallo strano agente immobiliare Martin (Jonathan Aris), la maestra Gemma (Imogen Poots) e il giardiniere Tom (Jesse Eisenberg) vanno a vedere una casa inserita in un nuovo comprensorio, Yonder (come dire "laggiù", "dall’altra parte"). La casa numero 9, benché fornita di tutto, non sembra soddisfare le necessità della coppia, quindi Gemma e Tom decidono di andarsene ma Martin è sparito e i due non sono in grado di abbandonare Yonder. Inoltre, qualcuno lascia fuori dalla casa un neonato che i due saranno obbligati a curare.

LA RECE

Horror esistenziale che esplora i meccanismi di pressione sociale, la conformità, la genitorialità e la perdita d'identità nell'adempimento dei ruoli sociali in un ciclo di vite alienate, alienante e aliene. Film visto e compreso poco e male. Da recuperare.

La distopia non è un futuro oscuro guidato da IA o da qualche oligarchia feroce. La distopia è già qui, ed è la vita per com’è, per come la natura, né buona né cattiva, ordina. Sullo scheletro del corto Foxes (2011), in cui si trattava di uno spazio suburbano sottoprodotto del boom economico e del conseguente crollo dell'economia in Irlanda, nasce Vivarium, sguardo cinico alla comune esistenza rivestito da una pellicola fantascientifica che potrebbe confondere le idee, lasciando che lo spettatore legga il film solo ad un primo livello. In un mondo sintetico e scarno che ricorda “l’Impero delle Luci” di Magritte e le atmosfere viste in Canzoni del secondo piano (2000) di Roy Andersson, si ripete il senso della vita in un piccolo spazio drammatico, come ne la Donna di sabbia (1964), con una peculiare attenzione al tema della pressione che subisce una giovane coppia per conformarsi alle aspettative della società, piegando la propria individualità e i propri sogni alle necessità di una prole che nasce dai genitori ma ne è dissimile e, quindi, gli adulti non riescono a comunicare con i loro figli in modo efficace, capire le loro necessità, i loro gusti, i loro “vocabolari” linguistici e visivi. Ad un primo piano di lettura, Vivarium è un curioso e geometrico film di fantascienza che presuppone una razza aliena intenta ad utilizzarci per crescere la loro prole, parassitando gli umani come il cuculo fa con altri uccelli (incipit del film persino troppo didascalico). Ad un livello più profondo, ma non così ellittico né sfuggente, Vivarium usa gli alieni come primo motore di una natura che, in una cinica visione evolutiva, non sembra vederci come individui ma come macchine biologiche atte alla crescita di nuove macchine per la riproduzione, e ciò innestato nello schema delle aspettative sociali che, dietro una facciata di benessere e nitore, sposano quella cinica causa. Per il bene di una prole ben poco empatica, non si richiede altro che una femmina che sia madre accudente, ed un uomo che lavori fino allo sfinimento; notare come il ruolo di Tom divenga progressivamente meno utile sul piano narrativo e relazionale. Ma il corso delle cose porta al logoramento anche la prole che verrà soppiantata dalla successiva, e così via secondo una schematicità perfetta, ripetitiva, alienante come le case del mondo Yonder. Vivarium lascia un retrogusto realmente inquietante rispetto a ciò che l’esistenza ha preparato per noi, e se il parallelismo non arriva più feroce agli occhi dello spettatore è solo perché il primo livello da film fantascientifico permette di schermarci dal senso profondo e goderci uno spettacolo filmico comunque tanto efficace quanto grottesco. Il pubblico, però, non apprezzò ne ai tempi della sala (4 milioni di budget portarono a 440.000 dollari di incassi), né con la visione domestica, visto il tiepido voto du IMDb; non ci provo neanche a capire. Il mio nove è un voto di disperata resistenza.

TRIVIA

Lorcan Finnegan (1979) dixit: “Uno dei motivi principali per la realizzazione del film è stato quello di attingere alle inquietudini delle giovani coppie, ad esempio rispetto a cosa la gente teme davvero al giorno d'oggi a un livello esistenziale. Non abbiamo paura dei mostri sotto il letto. Abbiamo paura che la nostra libertà ci venga tolta, che le speranze e i sogni di un futuro eccitante si trasformino in noia, o che si finisca in circostanze che portano ad una relazione per la quale non potremmo essere del tutto pronti a impegnarci per l'eternità, che i genitori vengano alienati dai loro figli che passano tutto il loro tempo online, che guardano la tv e parlano con gli estranei su Internet, cose del genere. In Vivarium, le ansie sociali sono amplificate in modo che si possa vedere quanto può essere strano e spaventoso questo tipo di vita” (screenanarchy.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

Lorcan Finnegan

Durata, fotografia

79', colore

Paese:

Irlanda, Danimarca, Belgio

Anno

2019

Scritto da Exxagon nell'anno 2021 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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