Waking Life

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Voto:

Un protagonista senza nome (Wiley Wiggins) sembra essere intrappolato in un sogno dal quale non riesce a svegliarsi. Vagando da un posto ad un altro, incontrando una persona e un’altra, il giovane onironauta si confronta con diverse teorie e approcci all’esistenza e al sogno. Forse, la ricerca non è finalizzata a trovare la risposta giusta ma a farsi le giuste domande.

LA RECE

Esplorazione assai peculiare dei confini tra sogno e realtà attraverso riflessioni filosofiche sovrabbondanti. Si rischia l'intellettualizzazione eccessiva ma, d'altro canto, Linklater offre rara intelligenza dialogica. Da guardare con qualcuno per poi farsi due chiacchiere.

Peculiare opera d’animazione realizzata in rotoscoping (un disegno fatto su fotogrammi filmati) che preconizza il successivo lavoro di Linklater a Scanner darkly - un oscuro scrutare (2006) basato su uno scritto di Philip K. Dick, autore sul quale si chiudono le intriganti e sovrabbondanti riflessioni di Waking life. Tre settimane di riprese, tre di montaggio e quindici mesi di animazione portata a 12 fotogrammi al secondo al posto dei canonici 24 per corroborare l’idea di un universo traballante e psicotico (ci si è anche ispirati a racconti di gente che ha assunto LSD) in cui le cose dette prendono forma fisica o umbratile intorno ai diversi narratori incontrati da un protagonista senza nome e senza indizi. Il tema portante è quello del sogno lucido e, quindi, di cosa sia il sogno e cosa la vita, e se, in effetti, si possa essere davvero in grado di fare una distinzione fra i due mondi. Ma non è assolutamente tutto qua. Waking life è, appunto, una vita che si risveglia, che apre gli occhi sulla vita stessa e che, fatalmente, approdava nelle sale poco dopo l’11 settembre, offrendo riflessioni in risposta ai terroristi che le risposte le hanno già tutte, sia sulla vita, sia su un dopo-vita che ti invitano, anzitempo, a visitare. Pro e contro: Linklater straborda sia con troppe tematiche, sia con le stesse espresse a mitraglietta senza possibilità di sedimentazione (sarà che i sogni sono così) con il rischio che il tutto si riduca ad un esercizio di intellettualizzazione un po’ radical chic che, non a caso, ha portato qualcuno a rinominare il film “wanking life”, una vita di sega mentale. Non è così, benché lo spettatore medio sia, in effetti, un po’ tagliato fuori da tutto questo dissertare. Waking life suona come quelle serate, che vi auguro abbiate passato almeno una volta nella vita, nelle quali ci si appoffa sui divani a dissertare dei massimi sistemi e di metafisica, ed ognuno dice la propria, e ci si bea della piacevolezza dell’atto in sé, dato che a conclusioni definitive non ci si arriva comunque; nondimeno, sono momenti di piacevolezza intellettuale, senza per forza sentirsi dei geni iscritti a un circolo esoterico di illuminati. Waking life andrebbe preso così, con una profonda leggerezza o una leggera profondità, senza sentirsi obbligati ad urlare al capolavoro, solo perché vengono citati Kierkegaard, Sartre, Huxley, Bazin, sociologia, neuropsicologia e altro ancora; ma neanche sbadigliare, perdio, ché di film che trattano con cultura e intelligenza lo spettatore mica ce ne sono poi tanti, ormai. Per la sua densità, Waking life può, o dovrebbe essere visto più volte e, caso raro, preferibilmente in compagnia perché non sarebbe male che la dialettica proposta si travasasse sugli spettatori.

TRIVIA

Richard Stuart Linklater (1960) dixit: “È dura, amico. A meno che non si tratti di un capolavoro, di un sequel, di un remake o di una commedia sopra le righe… questo è tutto quello che gli studios stanno facendo. In un certo senso hanno ammesso che non si occupano di nient'altro. Il minimo livello di ironia o intelligenza e, boom, sei fuori dal campionato, sei finito” (IMDb.com).

⟡ In una scena, compaiono a letto insieme a discorrere Julie Delpy ed Ethan Hawke riprendendo i loro ruoli di Celine e Jesse del romantico-esistenzialista Prima dell'alba (1995) scritto da Richard Linklater.

⟡ La sequenza immediatamente precedente a quella che vede i due attori, con la ripresa del palazzo, è una porzione della sequenza d’apertura del remake Psycho (1998).

⟡ L’uomo che, in macchina, con i megafoni, urla i suoi punti di vista è Alex Jones, presentatore di uno show televisivo e radiofonico texano dove esprime i suoi punti di vista con la stessa energia.

⟡ Il flipper al quale Linklater gioca in una delle scene finali è lo stesso visibile in la Vita è un sogno (1993), altro film di Linklater, e al quale gioca Kevin Pickford.

⟡ Il titolo del film viene da un poema di Edgar Allan Poe, "Dreams", in cui si legge: “...were better than the cold reality / Of waking life...".

⟡ La storia raccontata da Steven Prince al bar riguardo un ladro veniva raccontata dallo stesso attore in Ragazzo americano (1978) di Scorsese.

⟡ Durante la discussione tenuta dalla scimmia, viene mostrata la scena di un uomo che corre giù da una collina presa da Sogni (1990) di Akira Kurosawa.

⟡ La sequenza che vede un uomo dalla pelle rossa (C. Gunning) promettere una tremenda vendetta, ripete parola per parola una sezione del libro “The Room” di Hubert Selby.

⟡ L’uomo che indossa una t-shirt con la scritta Slacker, è un riferimento al secondo film di Linklater, Slacker (1990).

Titolo originale

Id.

Regista:

Richard Linklater

Durata, fotografia

99', colore

Paese:

USA

Anno

2001

Scritto da Exxagon nell'anno 2017 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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