Attore
Nato il 11 maggio 1928 a San Francisco, Wolff inizia la sua carriera negli Stati Uniti attraverso i canali del teatro e della televisione. I suoi primi lavori cinematografici americani lo vedono impegnato in ruoli secondari, spesso caratterizzati da una presenza magnetica che trascende la limitatezza delle parti assegnategli. La sua fisionomia classicamente virile, lo sguardo penetrante e una naturale predisposizione per i personaggi ambigui lo rendono particolarmente adatto per il cinema di genere. L'approdo in Italia segna una svolta decisiva nella sua carriera. Il cinema italiano del periodo, in particolare quello western e poliziesco, offre a Wolff l'opportunità di esprimere una gamma interpretativa più ampia, trasformandolo da comprimario a protagonista assoluto di numerose produzioni.
Tra i suoi lavori più significativi si annoverano collaborazioni con registi del calibro di Sergio Leone e Sergio Sollima, con una buona presenza scenica nello spaghetti western; tuttavia, è con il cinema poliziottesco degli anni Settanta che Wolff dà il meglio, interpretando personaggi psicologicamente complessi: i suoi commissari, detective e criminali sono figure che abitano le zone grigie della morale, riflettendo una società in trasformazione e le sue contraddizioni interne. Lo ricordiamo per la sua partecipazione in il Demonio (1963) e la Morte cammina con i tacchi alti (1971) ma particolarmente rilevante è la sua collaborazione con Enzo Castellari negli Occhi freddi della paura (1971), film che diventa involontariamente profetico rispetto al destino dell’attore; infatti, il periodo finale della carriera di Wolff coincide con una fase di profonda instabilità personale, e quel lavoro, quindi, finisce per rappresentare un vertice interpretativo nel quale Wolff riesce a tradurre la propria vulnerabilità emotiva in una performance di straordinaria intensità drammatica.
Tutto nasce dalla separazione dalla moglie Alice Campbell, che aveva lavorato come traduttrice sui set italiani, evento che segna l'inizio di una spirale depressiva che l'attore non riuscirà più a controllare. La testimonianza del regista Enzo Castellari diventa un documento prezioso per comprendere come la dimensione professionale e quella privata si fossero ormai indissolubilmente intrecciate.
"Frank visse il suo contorto dramma sentimentale proprio mentre girava: il personaggio che interpretava cambiava insieme all’attore. La cosa drammatica è stata proprio questa, che la modificazione psicologica del personaggio era anche la modificazione della vita interiore dell’interprete. Sapendolo, è stata una sofferenza. […] Era una forza della natura, Frank, ma vederlo poi crollare di fronte all’abbandono da parte della sua donna è stato pazzesco" (Nocturno dossier 66, 2008).
Il 12 dicembre 1972, Frank Wolff si toglie la vita nel bagno di un residence nei pressi dell'hotel Hilton di Roma, tagliandosi la gola. Il gesto, compiuto a soli 43 anni, rappresenta l'epilogo tragico di una crisi esistenziale che aveva trovato nei suoi ultimi ruoli cinematografici una proiezione artistica inquietante.
La testimonianza di Nieves Navarro, sua partner in diversi film, restituisce l'immagine di un uomo ormai svuotato della volontà di vivere: “Lui si suicidò pochi giorni prima che uscisse il film. Era l’unico della troupe triste, era una persona che non amava più la vita, si comportava molto bene sul set, era molto bravo, educato con tutti” (Iachetti, 2017).
Emerge il ritratto di un professionista che, pur mantenendo la propria dedizione al lavoro, aveva ormai perduto ogni collegamento con la dimensione vitale dell'esistenza. Perdita significativa per il cinema italiano, che ha privato lo stesso di un interprete capace di conferire profondità psicologica a generi spesso considerati meramente commerciali, la parabola di Frank Wolff si configura come un caso emblematico della natura di alcuni attori la cui resa artistica è difficilmente districabile dalla loro condizione psicologica; nonché di un mondo, quello dello spettacolo, spesso semplicemente testimone di questi fenomeni, limitandosi ad immortalare queste interpretazioni intrise di doloroso privato.
San Francisco, California, USA, 11/05/1928
Roma, Italia, 12/12/1971
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