la Morte cammina con i tacchi alti
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Voto:
Un ladro di gioielli viene ucciso su un treno e la figlia Nicole (Nieves Navarro), spogliarellista parigina di successo, viene interrogata dalla polizia ma non sa nulla. Nicole, però, inizia a essere perseguitata da un misterioso uomo dagli occhi blu che reclama dei diamanti o la ucciderà. La donna, credendo che il colpevole sia il suo gelosissimo e nullafacente amante Michel (Simón Andreu), accetta le avance di uno spettatore conosciuto nell'ambiente dei nightclub e scappa con lui in Inghilterra. Lo spettatore è il dottor Robert Matthews (Frank Wolff), uno stimato professionista. Tutto sembra andare a meraviglia ma il killer riappare.
LA RECE
Labirinto narrativo Nieves Navarro come punta di diamante nel ruolo della femme fatale traumatizzata, una figura ricorrente nel cinema di genere italiano dell'epoca. Non il giallo immancabile ma interessante.
Seconda istanza nel trittico italo-spagnolo di Ercoli-Navarro-Gastaldi, e soldi di Alberto Puglisi, dopo il buon riscontro de le Foto proibite di una signora perbene (1970). Sull’impronta di lo Strano vizio della signora Wardh (1971), altro lavoro di Gastaldi, la cinepresa spalanca l’occhio sulla regina della trilogia, Nieves Navarro che, supportata dalla musica di Stelvio Cipriani e voce di Nora Orlandi, è tutto un concerto di occhi vogliosi e labbra tumide. Con l’entrata in campo del killer con voce metallica e rasoio alla mano, ma soprattutto quando l'azione si sposta da Parigi all'Inghilterra, si rientra nei canoni del giallo, e il plot, ingarbugliandosi, si fa interessante. Se le riprese nella Ville Lumière sono cariche di colori, sensualità e peccato, quelle in Inghilterra sono cupe, lente e più ricche di tensione. Il tocco d’originalità, all’ombra della lezione hitchcockiana di Psyco (1960), sta nella scelta di aver fatto morire la protagonista, come minacciato a lungo, dopo 50 minuti di proiezione. Per il resto, il film si svolge secondo gli stilemi del genere: coppia di poliziotti dai toni comici anche se con ruolo più centrale del solito, coprotagonisti ambigui e quindi tutti potenziali colpevoli, omicidi, belle donne e l'immancabile colpo di scena finale con imperdibile scazzottata. Poco il sangue ma si distingue per violenza l’omicidio della moglie del dottore a colpi di rasoiate, sequenza di contatto con la lezione argentiana. Se la Navarro è l’alpha e l’omega di tutte le istanze diegetiche (eleganza di abiti, sensualità, morte, intrigo, …), non sfigurano come elementi satellitanti il bravo Wolff (gli Occhi freddi della paura, 1971) e Georges Rigaud nei panni di un lupo di mare voyeur (una Lucertola con la pelle di donna, 1971). Ercoli paga un po’ pegno per la funzione pivotale che dà a sua moglie Navarro, infatti, con l’uscita di scena dell’attrice, il thrilling ci guadagna. La Morte cammina con i tacchi alti resta, comunque, uno dei lavori più evoluti del regista.
TRIVIA
⟡ Il 12 dicembre ‘72, Frank Wolff si suicidò tagliandosi la gola nel bagno di un residence nei pressi dell'hotel Hilton di Roma. Il gesto sembrò essere connesso a uno stress emotivo patito dopo la separazione con la moglie Alice Campbell che l’aveva lasciato per un altro uomo. L’attore aveva 43 anni. Nieves Navarro così lo ricorda: “Lui si suicidò pochi giorni prima che uscisse il film. Era l’unico della troupe triste, era una persona che non amava più la vita, si comportava molto bene sul set, era molto bravo, educato con tutti” (Iachetti, 2017). Il regista Enzo Castellari, che aveva diretto Wolf nel film subito precedente (gli Occhi freddi della paura, 1971), fu testimone della frattura fra Wolf e Alice che lavorò sul set come traduttrice in inglese del copione italiano: “Frank visse il suo contorto dramma sentimentale proprio mentre girava: il personaggio che interpretava cambiava insieme all’attore. La cosa drammatica è stata proprio questa, che la modificazione psicologica del personaggio era anche la modificazione della vita interiore dell’interprete. Sapendolo, è stata una sofferenza. […] Era una forza della natura, Frank, ma vederlo poi crollare di fronte all’abbandono da parte della sua donna è stato pazzesco” (Nocturno dossier 66, 2008).
Regista:
Luciano Ercoli
Durata, fotografia
105', colore
Paese:
Italia, Spagna
1971
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
