una Lucertola con la pelle di donna

-

Voto:

Carol Hammond (Florinda Bolkan) sogna di uccidere la vicina di casa Julia (Anita Strindberg); il suo psicanalista le suggerisce che, in cuor suo, invidia la vita libera della dirimpettaia che incarna la sua parte istintiva. Peccato che la Durer muore davvero ed esattamente come sognato da Carol. La prima indiziata è quest'ultima, ovviamente, ma sembra che alle sue spalle sia stato ordito un complotto per farla impazzire.

LA RECE

Il pervasivo orrore che Fulci inietta nella pellicola lo allontana da buona parte dei gialli del periodo. Gore Esistenziale" ben espresso.

Ritorno al giallo di Fulci dopo una Sull’altra (1969) con l’intenzione autoriale di destrutturare il sexy-giallo canonico a vantaggio di una narrativa onirico-inconscia che riflette la posizione della protagonista Bolkan, prefigurando i meccanismi del successivo capolavoro giallo, Sette note in nero (1977), più coeso e accattivante. Lontano dallo stile argentiano e più affine alle psicologie del coevo lo Strano vizio della signora Wardh (1971), una Lucertola con la pelle di donna parte da un titolo che richiama le animalità dei lavori di Argento ma velocemente, fra split scree e visioni di morte e corruzione della carne, approda alla patologia di Repulsion (1965) con omonimia fra la protagonista di quel film e questo di Fulci. La complessità della trama, che regala qualche farraginosità, vuole che questo “gore esistenziale” non sia, però, psicopatia del singolo come fu per Carol di Polanski o per i killer di Argento, ma si faccia brutale diegesi di una corruzione sociale più ampia alla quel Carol-Bolkan partecipa, in bilico fra libertinismi assortiti Seventy e richiami al perbenismo borghese. Questa psicosi, per la quale l’inconscio invade il reale, struttura un racconto in cui non solo la protagonista si contraddistingue per le sue visioni (la “patologia” usata come alibi per i suoi delitti) ma stessa cosa si manifesta nell’ecosistema nel quale Carol si muove: la clinica psichiatrica d’élite che alberga nei suoi laboratori alcuni cani con il ventre squarciato. Il pervasivo orrore che Fulci, seppur confusamente, inietta nella pellicola, lo allontana da buona parte dei gialli del periodo nei quali l’orrore derivava proprio dallo iato fra anormalità degli interpreti e normalità del contorno, e lo avvicina alle logiche di Ecologia del delitto (1971) di Bava per cui il Male e il delitto sono connotazioni ineludibili dell’umano. Passibile di deludere i giallisti più rigorosi, una Lucertola con la pelle di donna ha dalla sua il bene di un’autorialità anarchica e la forza di certe scene che si fanno ricordare: la tetta rifatta della Strindberg che si becca una pugnalata, una moltitudine nuda attraversata dalla Bolkan in pelliccia, e i suddetti cani vivisezionati che, oltretutto, porteranno Fulci in tribunale. Sia la Bolkan, sia la Strindberg si concedono generose alla macchina da presa. Interessanti le musiche di Morricone; buoni gli effetti speciali di Rambaldi. Consigliato agli amanti del genere che spasimano per l'intreccio e meno per la paura.

TRIVIA

Lucio Fulci (1927-1996) dixit: “Non sono un criminale perché faccio film horror. Molti registi italiani di cinema di genere sono amanti degli animali. Mario Bava amava i gatti, Riccardo Freda ama i cavalli e Dario Argento ama se stesso” (IMDb.com).

⟡ Fulci fu obbligato in tribunale a dimostrare di non aver praticato violenza sugli animali. Ottenne l’assoluzione quado mostrò ai giudici che i cani con il ventre squartato erano degli effetti speciali creati da Carlo Rambaldi. 

⟡ Nel film Sette scialli di seta gialla (1972) di Sergio Pastore viene riproposto l’omicidio di Julia. 

⟡ Una delle tagline di lancio per il film fu “Il tuo vizio è una stanza chiusa, ma io ho la chiave” inventata da Lucio Fulci e Roberto Gianviti e attribuita, per aumentarne il credito, ad Edgar Allan Poe. Quando uscì il film il Tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave (1972), in esso si riconfermava l’origine letteraria perché, a modo di vedere di Fulci, nessuno si era preso la briga di controllare o leggere Poe.

Regista:

Lucio Fulci

Durata, fotografia

101', colore

Paese:

Italia, Spagna, Francia

Anno

1971

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial