Ab-Normal Beauty
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Voto:
Jiney (Race Wong), studentessa dotata in campo fotografico, è testimone di un incidente in cui una donna viene investita; tale visione le risveglia una passione morbosa per la morte. Ciò sembra anche essere legato a un trauma infantile relativo a una violenza sessuale che ora la porta al limite della psicosi. La sua migliore amica Jas (Rosanne Wong), innamorata di lei, aiuta Jiney a liberarsi da questa anormale passione. Quando tutto inizia a volgere per il meglio, Jiney riceve un VHS anonimo in cui è registrata una scena snuff; il precedente comportamento di Jiney ha attirato l'attenzione di un pericoloso maniaco.
LA RECE
Film intrigante, in due parti distinte, ma non facilmente godibile dal pubblico mainstream
Dopo il successo di the Eye (2002), la premiata ditta Pang Brothers ha ricevuto credito. Ora, i due gemelli sono fra i più rinomati registi horror hongkonghesi. I Pang hanno deciso, per questo e altri lavori, di separarsi e operare in autonomia. Sia Ab-normal beauty di Oxide che Leave me alone (2004) di Danny partono da una base simile relativa a un incidente automobilistico, tuttavia, mentre il film di Danny è un dramma in cui uno dei protagonisti è direttamente implicato nell'incidente, nell'horror di Oxide l'incidente è un fenomeno accessorio che scatena uno stato depressivo con risvolti morbosi. Com’era accaduto con the Eye, anche Ab-normal beauty presenta una netta divisione in due tempi: una prima parte drammatica che può ricordare un thriller psicologico stile Repulsion (1965) e una seconda che richiama lo slasher; due generi difficilmente conciliabili che il regista riesce a concertare, benché lo stacco fra essi sia netto e sottolineato da un cambio di luci. Si potrebbe considerare la prima parte come la discesa della protagonista nella pazzia e la seconda come un incubo a occhi aperti che vivifica le precedenti ossessioni, questa volta proiettate all’esterno e incarnate da un persecutore. La prima sezione, benché un po' lenta, è ben realizzata e il progressivo comportamento bizzarro della protagonista aumenta l'inquietudine di lei e dello spettatore con situazioni, simboli e trovate tecniche che danno un notevole tocco bizzarro. In ciò non ci si dimentica di dare il giusto spessore all'eziologia dello stato patologico, nonché alla relazione ambigua che lega Jiney a Jas, ovvero quell’amore che diviene molla per il recupero della serenità ma, allo stesso tempo, cifra d’inquietudine per un rapporto inconsueto; si tenga conto che le due attrici sono sorelle nonché duo musicale e ciò, noto al pubblico di Hong Kong, creò maggiore sconcerto. Questa prima parte, lenta e cupa, lascia spazio a una seconda più tipicamente horror in cui il livello di violenza si alza esponenzialmente. Per quanto il secondo tempo mantenga un certo livello di eccentricità e proponga dei buoni momenti di tensione, si ha la sensazione che ciò che doveva essere detto era già stato espresso e che la presenza del killer sia un sub-plot fondamentalmente superficiale. Per quanto d'impatto notevole, le brutalità del killer non sono all'altezza della morbosità voyeuristica della protagonista, così come la realizzazione tecnica della prima parte è superiore alla seconda. Ciò che risulta avvincente è l'inquieta esplorazione delle ossessioni di una ragazza, ovvero il tentativo di esaminare la psicopatologia stessa più che centrare il racconto sui risultati che la psicopatologia genera. Tecnicamente, Oxide Pang presta molta cura agli effetti audio, allo score musicale, a una fotografia che esalta ombre e toni verdi dando alla pellicola un’atmosfera acida. Ab-normal beauty è un film intrigante ma non facilmente godibile dallo spettatore mainstream.
TRIVIA
Oxide Pang Chun (1965) dixit: “Con un film dell'orrore, quando il pubblico esce da un cinema, l'unica cosa che conta è se ha fatto paura” (IMDb.com).
Titolo originale
Sei Mong Se Jun
Regista:
Oxide Pang Chun
Durata, fotografia
101', colore
Paese:
Hong Kong
2004
Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
