Alla ricerca del piacere

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Voto:

Greta (Barbara Bouchet) si fa assumere come assistente dallo scrittore Richard Stuart (Farley Granger) in modo da scoprire cosa sia accaduto all’amica scomparsa Sally (Patrizia Viotti). L’uomo, che vive in una villa nei pressi di Venezia con la moglie (Rosalba Neri) e un maggiordomo (Umberto Raho), conduce una vita dissoluta nella quale vuole far precipitare la neoassunta.

LA RECE

L’atmosfera di un Veneto gotico e l’erotismo raffinato e articolato, in bilico fra un cinema “antico”, fatto ancora di cantine/segrete, e incanti pop dell’era Seventy.

Variazione di variazioni diretta e scritta da Amadio che prende parte del giallo argentiano, parte del thriller lenziano e qualche spunto hitcockiano, amalgamando il tutto con una quota non indifferente di erotismo, per a creare uno dei primi esempi di sexy-thriller che avrà epigoni rigorosamente graziati da titoli suggestivi quali Delirio caldo (1972) o Casa d’appuntamento (1972). Amodio, che l’anno dopo conquisterà il premio del film col titolo più imbecille di sempre (Come fu che Masuccio Salernitano, fuggendo con le brache in mano, riuscì a conservarlo sano, 1972) si fa vincere dalla fregola di esasperare le quote rosa composte dal tridente d’attacco Bouchet, Viotti, Neri sicché il gialletto si trasforma in una cavalcata di pruriti al rallenty che ha il suo apice nell’incontro lesbo fra l’allora 28enne Bouchet e la 33enne Neri che andava a sostituire la Fenech in dolce attesa. Chissà cosa sarebbe potuto essere Alla ricerca del piacere se avesse visto un testa a testa fra le due regine del soft! Mica che Rosalba fosse poca cosa: “Barbara era talmente professionale che fra noi è stato facile. Imbarazzante forse per qualcuno che era di troppo lì intorno, come sempre quando si girano queste scene, ma solo per quello: e poi, all’epoca, si stava attenti a non far vedere certe parti, non era mai proprio nudo sfrontato. E, ancora una volta grazie ad Amadio, c’era un’intenzione di eleganza, nei gesti, nell’approccio, nel tipo di luce… non è stato difficile” (Nocturno dossier 36, 2005). Ed è proprio così. Non solo la “dark” Neri va in linea con l’atmosfera di un Veneto gotico ma l’erotismo veicolato è decisamente raffinato e articolato, in bilico fra un cinema “antico” fatto ancora di cantine/segrete e incanti pop dell’era Seventy. Non plus ultra, la scena del balletto a seno nudo della povera Viotti al ritmo di “Piacere sequence M36” aka “Sexually” composta da Teo Usuelli. Il clima è quello decadente da trappolone giallo lenziano con la borghesia disfatta a furia di sorsoni di whiskey e porno proiettati in salotto. Plot, però, non in stato di grazia: il titolo d’origine, Replica di un delitto, spiegava un po’ tutto e il divenire degli eventi non sorprende o, almeno, non sorprende tanto quando vedere protagonista Farley Granger, uno che ha calpestato davvero i set di Hitchcock. Il titolo, comunque, mantiene la promessa e Alla ricerca del piacere va a catalogarsi come uno dei migliori lavori di Amadio, per alcuni il più allettante.

TRIVIA

⟡ Patrizia Viotti, nata a Roma il 25 giugno 1950, già a 19 anni frequentava il noto locale Piper nel quale conobbe Mal, cantante dei Primitives, con il quale andò a vivere insieme a Milano. Apparve, come sua sorella Piera, sul magazine erotico Playman e ottenne una certa notorietà come la sexy-eroina Lunella nell’omonima rivista. Il rapporto con Mal naufragò: la ex-piperina accusò pubblicamente il cantante di averla messa incinta. L’esposizione me-diatica portò fortuna alla giovane che ottenne i primi lavori al cinema e come protagonista sempre in ruoli spregiudicati (Erika, 1971) tornando, poi, ad apparire su Playman nel 1974. L’anno seguente, però, il suo nome iniziò a fare notizia per questioni meno gioiose. Il 25 giugno 1975, Patrizia verrà arrestata insieme al compagno militante di estrema sinistra Claudio Biondi per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti; verrà rilasciata dalla prigione a luglio. Nel 1977, le verrà ritirata la patente e nell’80 fu raggiunta da un’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Quindi, ancora il carcere e, nell’84, di nuovo due arresti. La carriera cinematografica di Patrizia, d’altra parte, era finita nel 1974 con la pessima commedia Charlys Nichten e il primo arresto aveva deciso quale sarebbe stata la strada della donna, quella della tossicodipendenza, interrottasi a 44 anni col decesso avvenuto a Roma il 24 agosto 1994.

Regista:

Silvio Amadio

Durata, fotografia

98', colore

Paese:

Italia

Anno

1971

Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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