American Guinea Pig: Bloodshock

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Voto:

Un uomo (Dan Ellis) internato in una qualche tipo di clinica degli orrori, viene progressivamente sottoposto a indicibili torture. Rimesso ogni volta in cella, egli riesce tuttavia a comunicare per iscritto con una paziente (Lillian McKinney) in una cella adiacente, finché non avrà modo di incontrarla.


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LA RECE

La migliore istallazione nel franchise American guinea pig e uno dei migliori all’interno della sua categoria.

Secondo episodio del progetto della Unearthed Films di Stephen Biro, dopo American guinea pig: bouquet of guts and gore (2014) e affidato in regia all’effettista Koch. La combinazione del soggetto di Biro e della mano, ovviamente anche effettistica, di Koch si rivela vincente e dà vita a un film tecnicamente ben realizzato e dal gusto davvero estremo e bizzarro. Senza dare troppe spiegazioni del caso e senza che si possa rintracciare una narrazione limpida, Bloodshock propina una sequela di torture/esperimenti fisici pochissimo sensati in un ambiente che potrebbe ricordare il laboratorio di uno dei più matti mad doctor conosciuti. La sottrazione del rosso per l’uso del bianco e nero (avremo il colore solo alla fine) e di riprese macro, esalta sia il sonoro, sia, in generale, la portata sadica di ciò che si sta realizzando ai danni del paziente protagonista; forse the Human centipede II - Full sequence (2011) ha insegnato qualcosa. Come il primo film del franchise, anche Bloodshock si focalizza quasi interamente sul gore e l’effettistica più che sulla narrazione ma, a differenza del precedente, l’ambientazione, le scelte stilistiche, e i contrappunti emotivi del protagonista che si scambia messaggi con un’altra paziente, concorrono meglio a creare un incubo il cui senso viene lasciato alla soggettività dello spettatore portando il torture-porn al suo livello più essenziale ed esiziale, differenziandosi da qualsiasi altra cosa vista in precedenza. Si ribadisce che questo film, ovvero la migliore istallazione nel franchise American guinea pig e uno dei migliori all’interno della sua categoria, non è un prodotto filmico adatto alla comune clientela. 

TRIVIA

Marcus Andrew Koch (1977) dixit: “Il mio consiglio principale è questo, e vale sia per gli aspiranti artisti FX che per i registi in generale: se hai i soldi per andare in una scuola di cinema o in una scuola di effettistica... hai i soldi per fare il tuo film o per imparare facendo i tuoi effetti speciali. Attualmente ci sono migliaia di video tutorial. Da bambino non avevo internet e ho imparato tutte queste cose nel modo più difficile, per tentativi ed errori. Ma se hai i soldi per andare a scuola, hai i soldi per comprare il materiale. I materiali sono costosi. L'unico modo per imparare è usarli, vedere cosa fanno, vedere cosa non fanno. È un modo molto empirico di imparare” (morbidlybeautiful.com)

Titolo originale

Id

Regista:

Marcus Koch

Durata, fotografia

98', b/n

Paese:

USA

Anno

2016

Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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