American Mary

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Voto:

Mary Mason (Katharine Isabelle) è una promettente studentessa di chirurgia ma ha pochi soldi. In cerca di un lavoro come spogliarellista, finirà, invece, a ricucire i membri della banda di Billy (Antonio Cupo) e poi a specializzarsi in bod-mod illegali. Irretita e violentata da un medico dell’ospedale nel quale si stava specializzando, Mary ha ora modi e strumenti per vendicarsi.

LA RECE

Meno ribelle di quello che vorrebbe, per eccesso di estetismo e personalismi vari. Però il (freak) show delle sorelle Soska intrattiene a dovere.

Secondo lungometraggio dopo l’apprezzato exploit Dead hooker in a trunk (2009) per le deliziose e sediziose Soska Sisters, due canadesi che non vanno troppo per il sottile quando si tratta di look e concetti. A dispetto della loro nomea e dei loro gusti, che molto si riflettono nel tema del film, il progetto American Mary partì come uno dei romanzi più romantici, con la famiglia Soska a ipotecare la casa per racimolare i soldi da dare alle figlie per realizzare il film. Riunitasi la stessa crew che aveva girato il film del 2009, e ripescata Katharine Isabelle (Licantropia evolution - Ritorno al presente, 2000) conosciuta sul set di Josie and the Pussycats (2001), le due tuttofare procedettero a realizzare questa mescolanza di Rape 'n' Revenge intinta in un incubo cronenberghiano. American Mary funziona perché, oltre all’interessante parabola della protagonista (che, già emancipata di suo, non passa banalmente da una fase di innocenza a una di antisocialità), costella il racconto di personaggi bizzarri e interessanti che assurgono alla memorabilità quando s’incontra Beatrice (Tristan Risk), sorta di Betty Boop iper-ritoccata che parla come un gattino. La pellicola progredisce in modo decisamente energico fra modificazioni-corporee, punizioni di notevole sadismo verso il maschio balordo e, cosa più interessante, un amore che non trova mai dichiarazione se non nelle manifestazioni più accessorie e violente, il tutto immerso in una realtà poco reale richiamata all’appello della razionalità per la presenza di una polizia molto inefficiente. Pur vero che l’estetizzazione dell’orrore, di una Mary dominatrix in fieri, delle sorelle Soska che compaiono con le schiena corsettata col nastro ed altre suggestioni glam-fetish tolgono le unghie sia al racconto, sia al discorso post-femminista che le Sisters pare vogliano imbastire. Magari le Soska si sono fatte prendere troppo la mano da ciò che personalmente amano, il che non necessariamente è un difetto, ma la politica “freak c’est chic” di Jen e Sylvia difficilmente suona come genuinamente ribelle, riducendo all’apparenza una certa volontà di ribellismo che guida il look e il lavoro delle registe. Ad ogni modo, America Mary intrattiene e sa assestare qualche ceffone.

TRIVIA

Le Soska Sister dixerunt: “[Sylvia] Sono nella scena bod-mod come può esserlo una persona media. Amo la loro cultura. Amo gli aspetti spirituali connessi ad essa. Amo lo spettacolo. Amo l'abilità artistica. Un giorno voglio sperimentare una sospensione, è sulla mia lista delle cose da fare. Porto sempre con me un uncino per ricordarmi di farmi crescere le palle e di decidermi di farlo”; “[Jen] Io non sono nella scena bod-mod. Non ancora. Ho il buco alle orecchie e all'ombelico. Mi piace l'aspetto del corset piercing, quello che avevamo fatto su noi stesse in American Mary. Non si può fare in modo permanente. È temporaneo e i piercing in quel posto alla fine si strapperebbero. Se fosse a lungo termine, mi piacerebbe farlo. Penso che sia così bello” (horrornews.net).

⟡ Tristan Risk ha modulato la sua voce affinché somigliasse a quella di Ellen Greene in la Piccola bottega dell’orrore (1986). 

⟡ Il nome del malavitoso Billy Barker omaggia lo scrittore horror Clive Barker. 

⟡ Katharine Isabelle lavorerà ancora con le Soska per il Collezionista di occhi 2 (2014), il primo film delle registe realizzato con una major. 

⟡ L’Ave Maria di Schubert viene proposta tre volte durante il film, a sottolineare la progressione nelle capacità chirurgiche di Mary.

Titolo originale

Id.

Regista:

Jen Soska, Sylvia Soska

Durata, fotografia

103', colore

Paese:

Canada

Anno

2012

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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