l'Angoscia
Consigliato
Voto:
L'optometrista John Pressman (Michael Lerner) viene ipnotizzato dalla madre Alice (Zelda Rubinstein), oppressiva e dominante, affinché uccida alcune persone e le porti gli occhi di quelle. In realtà, questa è la trama di un film horror che stanno guardando due amiche al cinema, una terrorizzata e l'altra a proprio agio. Quando nel film si vedrà l'optometrista entrare in un cinema per uccidere gli spettatori, nella sala entra un killer che fa mattanza mentre tutti sono impegnati nella visione.
LA RECE
Il regista spinge sull'acceleratore del meccanimso del film-nel-film e ne salta fuori uno slasher davvero disorientante. Da vedere.
Un uomo che gira un film come l'Angoscia e, nove anni dopo, finisce a lavorare con la Marini dirigendo Bambola andrebbe preso sotto braccio e aiutato a scavare nell'inconscio per capire cosa diavolo sia successo in quella manciata di anni per giustificare un tale collasso. Un po' come Alvaro Vitali che iniziò con Fellini e finì a dar fuoco alle scoregge; però Vitali è Vitali, Bigas Luna che scusa ha? Vista la maggior parte della produzione luniana - o lunatica? - forse il gusto del regista va più verso "quei film lì" che nella direzione di pellicole come l'Angoscia, film imperdibile da tutti coloro che amino il cinema bizzarro e horror. Difficilmente delineabile punto per punto, l’Angoscia fa leva sulla trovata del film-nel-film sovrapponendo piani narrativi, realtà e illusione fino al completo disorientamento dello spettatore. È una pellicola fatta a scatole cinesi in cui la più interna è quella che tratta il rapporto perverso fra madre e figlio killer, la seconda relativa alle due ragazze e ai fatti che avvengono nel cinema paralleli e simili a quelli che avvengono nel film proiettato in sala, mentre la terza, comprensibile solo al termine, mette in luce il fatto che tutto sia stato proiettato in un cinema. Ovvero, voi state guardando un film di gente che è andata al cinema a guardare un horror di ragazze che sono andate al cinema a vedere un horror di un killer e sua madre. La Fiera dell'Est di Branduardi. La trovata del film-nel-film non è un'invenzione di Bigas Luna ma lui sa spingerla all'eccesso in maniera intrigante, limitandosi però, e forse è la pecca, a usare tutta questa soluzione labirintica come uno slasher composto da monotone sequenze di omicidi ai quali, comunque, va riconosciuto un certo impatto. La forza del tutto viene potenziata dall'interazione fra i piani narrativi che raddoppiano ogni scena d'omicidio. Particolarmente riuscito il film più interno che vede Pressman e la Rubinstein (la Zelda di Poltergeist, 1982) in due ruoli che va bene recitare sopra le righe, cioè di una madre e un figlio psicotici immersi in una relazione angosciante e malsana stile Norman e Mamma (Psycho, 1960). L'Angoscia è un film confuso nell'accezione migliore del termine, spunto di riflessione sul rapporto fra visione e spettatore. Potrebbe piacere anche a qualche mainstreamer.
TRIVIA
Josep Joan Bigas Luna (1946-2013) dixit: “Vedete, c’è chi è necrofilo, io non giudico nessuno, ma sono decisamente un biofilo. Amo la vita e credo che ci siano tre punti fondamentali: la spiritualità, il cibo e la sessualità. Per questo, ogni giorno io mi alzo mistico e vado a dormire pagano” (mentesociale.it).
⟡ Il vecchio film che si vede al cinema è il Mondo perduto (1925) di Harry O. Hoyt.
⟡ Il regista di the Mommy è Anul Sagib, cioè Bigas Luna al contrario.
⟡ Già ai tempi, quando uscì nelle sale, l'Angoscia si distinse per stranezza: nei poster pubblicitari si avvertiva il pubblico che sarebbe stato ipnotizzato durante la visione.
Titolo originale
Angustia
Regista:
Bigas Luna
Durata, fotografia
86', colore
Paese:
Spagna
1987
Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
