Assassino senza volto

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Voto:

Una serie di omicidi ha luogo nei pressi di un sinistro castello. Barbara (Mara Berni), la proprietaria, è la principale sospettata dato che il marito la descrive come una matta.

LA RECE

Gialletto attempato al limite dello sconsiglio con un finale che si lascia apprezzare.

Film poco visto, realizzato nel ‘67 ma distribuito l’anno dopo, per lungo tempo circolante in bootleg derivati da qualche VHS registrato sui canali regionali, tuttavia recuperato dall'oblio proprio grazie al giro di appassionati in rete. A dirigere, scrivere soggetto e sceneggiatura è Angelo Dorigo, qui al suo ultimo film dopo una carriera non brillantissima che lo ha visto applaudito solo per Amore e guai (1958) nel quale partecipava Marcello Mastroianni. Dorigo ci riprova col giallo dopo aver realizzato  A… Come assassino (1966) firmandosi all'inglese per vendere un po' di più, e riesce a ingaggiare Lawrence Tierney che aveva alle spalle già vent’anni di carriera, nonché il buon vecchio Luigi Batzella il quale, dopo la carriera attoriale, aveva esordito dietro la macchina da presa con Tre franchi di pietà (1966). Il risultato è noiosetto e Assassino senza volto dimostra di essere invecchiato parecchio male. Benché Dorigo cerchi di cavalcare il mystery baviano, non apprese appieno la lezione del maestro che, ben tre anni prima con Sei donne per l'assassino, aveva gettato le basi del giallo all’italiana poi rielaborato da Argento. Assassino senza volto riprende alcuni degli stilemi da poco tracciati ma, poi, riscivola verso i toni del gotico ancora in voga e, per dialoghi e interpretazioni, su quelli melò anni '50 finendo per somigliare ad un teleromanzo o, peggio, a un fotoromanzo. Il finale con la confessione del killer, invece, ricorda decisamente lo spaghetti giallo ed è l'unica parte vagamente inquietante. Dorigo, finanziato dalla Dolomiti Cinematografica (?), gira tutto in un risparmioso bianco e nero che retrodata la pellicola nel novero dei prodotti realizzati un decennio prima. Non male, come al solito, l'atmosfera che si crea sfruttando l'abusato castello Piccolomini di Balsorano ma l'intreccio e la confezione invitano al pollice verso. Rimane di qualche propedeuticità al giallo argentiano.

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Ray Morrison [Angelo Dorigo]

Durata, fotografia

75', b/n

Paese:

Italia

Anno

1967

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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