la Bambola Assassina
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Voto:

Reboot di un classico horror degli anni ’80, la Bambola Assassina (1988) di Tom Holland, in coda ad un lungo franchise che aveva preso un andazzo comedy. Alla regia, il poco noto Klevberg, qui al suo secondo film e dopo aver esordito al lungometraggio con un altro horror del genere “killer object” (Polaroid, 2019). Al film il pubblico presta poca attenzione, eppure esso non manca di spunti interessanti benché rimanga intrappolato in un limbo estetico poco entusiasmante, oltretutto indeciso fra l’horror puro e il film di paura con e per ragazzini con qualche concessione splatter e, per ringalluzzire i più grandicelli, la mamma sigle Aubrey Plaza, saggia scelta di casting. Il teen ipudente Andy Barclay (Gabriel Bateman), riceve in dono da mamma Karen un Buddi, ovvero una bambola high-tech dotata di IA e connessa a tutti i dispositivi smart della casa. Il giocattolo, però, era stato prodotto da un operaio vessato e licenziato che ha deliberatamente sabotato i protocolli di sicurezza, rendendo, Buddi, che si farà chiamare Chucky, un oggetto molto pericoloso. Come si possa fare questo in catena di montaggio, è il salto di fede che dobbiamo compiere. Lo spostamento del soggetto originale di Don Mancini dalla possessione all’emanazione del “Internet of Things” che trasforma tutte le cose di casa in potenziali armi, non sorprende se si controlla il nome dello sceneggiatore: Tyler Burton Smith, ovvero la penna dietro videogiochi quali Sleeping Dogs, Quantum Break e Alan Wake II. Chucky, quindi, diventa un evil object da paranoia cibernetica, in effetti anche più inquietante dell’originale poiché evita qualsiasi alleggerimento verbale e viene ridotto ad un’espressività minima fatta di una cortesia imperturbabile ed ossessionata. Non solo il film si pone come tech-horror (cfr. Unfriended, 2014; Cam, 2018; Host: Chiamata mortale, 2020) ma sposta il peso della faccenda sul tema dell’ingiustizia sociale, sia per quanto riguarda la causa del male (malversazione lavorativa come in Slaxx, 2020), sia circa il luogo in cui il danno si declina, ovvero in un ambiente in cui l’orrore di Chucky è l’ennesimo tassello di complessità dell’indigenza. E questo punto, che dovrebbe essere un valore aggiunto, finisce per minare le semplici logiche dello slasher originario che sottolineava l’attrito fra l’innocenza dell’infanzia, l'oggetto che la rappresentava e le azioni di Chucky. La Bambola Assassina 2020 è un film più cupo, con un Buddi inquietante anche prima di farsi chiamare Chucky, il quale, perciò, non rivela gradualmente la sua malvagità ma si presenta tout-court come oggetto perturbante. Peggio, però, il fatto che il film, forse per limiti di budget, non sfrutti appieno il proprio stesso concept fatto di ansie contemporanee, sociali e tecnologiche, e, in pratica, fallisca nel dare vita a qualcosa di davvero audace, limitandosi, in fin dei conti, al “brand recognition” della bambola cattiva. Perciò, pur se si rilevano spunti interessanti e qualche momento colga nel segno, lo spettacolo generale è inerte. Buonino per la seconda serata.
Fast rating
Titolo originale
Child's Play
Regista:
Lars Klevberg
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
USA, Canada
2019
Scritto da Exxagon nel settembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0