Slaxx
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Voto:
Libby (Romane Denis), giovane impiegata, e alienata moderna, nel negozio fashion della Canadian Cotton Clothiers, è complice inconsapevole di un sistema che perpetua sfruttamento globale e distruzione ambientale. Il lancio del nuovo rivoluzionario capo d’abbigliamento, dei jeans taglia unica che si adattano al corpo di chi li indossa, è l’inizio di un massacro operato dal capo stesso di biancheria.
LA RECE
Cursed object movie intelligente che usa jeans assassini per criticare lo sfruttamento lavorativo. La regista canadese trasforma l'assurdo premessa in horror femminista che letteralizza la parabola negativa del fashion. Piace trasversalmente.
Cursed object movie più intelligente e meglio eseguito del previsto, dal momento che, qui, si tratta di jeans assassini, e lo spettatore, data la premessa, era già pronto a qualche minchiata stile Troma. E invece no. Non troppo dissimilmente da Rubber (2010), la regista Elza Kephart (Sexy Zombie Hospital, 2003) co-sceneggia con Patricia Gomez una storia critica nel confronto dello sfruttamento nel mondo del lavoro in tutta la filiera, dai raccoglitori di cotone, ai giovani commessi intruppati dal brand di turno come se fossero in una setta; qualcosa che richiama sia il mondo della moda stile il Diavolo veste Prada (2006), sia la figura degli assistenti all’acquisto degli Apple store. Ecco, l’ho detto. Ad ogni modo, pur non essendo nuovissima l’idea del vestito killer (In fabric, 2018), questi jeans a taglia unica che si adattano mortalmente al corpo dell’acquirente tonto, assumono un ruolo eroico e muovono a simpatia, pur nella loro cannibalica spietatezza, perché, finalmente, fosse anche per vendetta come di fatto è (in fondo, è una sorta di ghost story), prima ancora di uccidere questo sciocco mondo di industriali messianici dispensatori di morale, li sbugiarda platealmente. Durata limitata, seconda parte meno efficace della prima (e anche più didascalica), buoni gli SFX, valida la fotografia e le luci che trasmettono quei valori cromatici orribili da labirinto ospedaliero, splatter presente ma moderato. Piccolo film che rende letterale la parabola negativa del fashion (il feticismo della merce) e, partendo dalla prima vittima involontaria e arrivando a quelle volontarie (in quanto desiderano ciò che le ucciderà), giunge ad un apice che richiama Zombi (1978) di Romero nel centro commerciale. Non ultimo, il fatto che a scrivere sia una donna: tutto ciò porta a parlare di Slaxx come di un intelligente horror femminista, forse anche un body horror ma senza mutazioni della carne. Kephart, regista formatasi nell'underground di Montréal da tenere sott’occhio.
TRIVIA
Elza Kephart (1976) dixit: “Ho lavorato a tempo determinato per una società prima di fare cinema. Odiavo la parola 'ecosistema', che è molto usata in Slaxx” (FinalDraft.com).
⟡ Per la produzione del film sono stati utilizzati 41 paia di jeans.
Fast rating
Titolo originale
Id.
Regista:
Elza Kephart
Durata, fotografia
77', colore
Paese:
Canada
2020
Scritto da Exxagon nell'anno 2010 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
