Blind
Voto:
Cieca da non troppo tempo, Ingrid (Ellen Dorrit Petersen) si rifugia nella non minacciosità di casa propria, al fianco di un marito che forse non può capire del tutto il suo buio dolore, ed una fantasia che inizia ad intrecciare i piani di realtà.
LA RECE
Blind è erotico ma tangenzialmente, passivamente, come gli erotici più raffinati, in quanto la Petersen è attraente anche quando struccata e sfatta. Se tanti film d’essai hanno solo l’altezzosità dell’intelligenza, Blind ne ha la grazia e l’eleganza.
Primo lungometraggio di Eskil Vogt che poi sarà sceneggiatore dell’altrettanto interessante Thelma (2017), coadiuvato dal direttore della fotografia Thimios Bakatakis, lo stesso di Dogtooth (2009). Insomma, un giro buono. Film art-house, d’accordo, quindi si astengano i cinefumettari e quelli dei ritmi serrati, e non ci si inganni con alcune delle prime scene nelle quali vengono mostrate immagini hard pescate da materiale pornografico in rete. Blind è erotico ma tangenzialmente, passivamente, come gli erotici più raffinati, in quanto la Petersen è attraente anche quando struccata e sfatta. Blind è erotico ma senza farne un affanno, perché è un film che si pregia di indagare la fantasiosa mente di una donna che, persa la vista, inizia a vedere con la fantasia. Blind, quindi, diventa un florilegio, anche (fastidiosamente?) frammentato di narrative fantastiche ma così concrete da sovrapporsi completamente alla reclusa vita di Ingrid. Abbiamo un uomo (Marius Kolbenstvedt) bizzarro, bruttarello, forse pericoloso e sessualmente represso, che cerca amore e potrebbe trovarlo in modo inappropriato. O forse no. Abbiamo la tenera Elin (Vera Vitali) che, guarda un po’, diventa cieca come Ingrid e scopre che l’avventura di una notte con un uomo disonesto l’ha lasciata incinta. Si arriva ad un punto della narrazione in cui, pur comprendendone il meccanismo, si fa fatica a seguire l’intreccio (lingua originale e sottotitoli stranieri possono essere un ulteriore inghippo) ma la delicatezza di tante scene è conturbante per quanto riesce a tramettere della psicologia dei personaggi. Se tanti film d’essai hanno solo l’altezzosità dell’intelligenza, Blind ne ha la grazia, l’eleganza, il desiderio di rappresentare le fantasie di una donna, e dispiace un po’ che a fare questo lavoro ci si sia messo un uomo. Chissà se Vogt, anche alla scrittura, è riuscito ad interpretare al meglio così tante idee nascoste, così tanti non detti femminili, e fantasie di compensazione, e dubbi. Immagino di sì, in buona misura, dato che, a recitare questo testo, erano due attrici assolutamente in parte e capaci. Alcuni momenti di grande lirismo. Fra questi: i nudi integrali della protagonista che, cieca, comunica sordamente col mondo attraverso una finestra alla quale si affaccia poco a poco. Alcuni altri momenti, invece, disperati: dolorosa la scena sul tram con i messaggi al cellulare che tutti, intorno, possono sentire. Non solo dramma dalla narrativa non lineare, Blind infila ritratti di vita e dubbi o fantasie che tutti, ciechi e non, potrebbero aver vissuto. Quindi, un film di per sé piccolo, intimista e non privo di coraggio che sa aprirsi a prospettive molto ampie. Richiede attenzione e potrebbe valere la pena vederlo due volte, la seconda per cogliere tutta una serie di particolari comprensibili solo post hoc. Meritata incetta di premi qua e là.
TRIVIA
Eskil Vogt (1974) dixit: “[Raramente si vedono donne ritratte in modo così poco accondiscendente, e con una vita interiore così vivida] Non sapevo che la gente avrebbe risposto davvero a questo fattore; l’ho fatto e poi, dopo, la gente, specialmente le donne, diceva: "È così bello mostrare una donna che ha pensieri sessuali sporchi, non l'ho mai visto". E sono rimasto sorpreso. "Non l'hai mai visto?" E poi ho iniziato a pensarci e mi sono reso conto che è vero, si vede molto raramente quella parte delle donne. Il che, semplicemente, è... strano” (indiewire.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Eskil Vogt
Durata, fotografia
96', colore
Paese:
Norvegia, Olanda
2014
Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
