il Cameraman e l'assassino
Voto:
Una piccola troupe sta girando un documentario sulla vita di Benoit Patard (Benoit Poelvoorde), ladro e assassino. Nel corso del documentario, Benoit mostra tutti i trucchi del mestiere ed espone la sua spicciola filosofia di vita. L'amicizia fra la crew e il killer cresce: lui paga tutte le spese realizzative e loro lo aiutano nelle sue malefatte.
LA RECE
Uno dei migliori mockumentary e anche in anticipo rispetto alla moda del sottogenere. Pellicola non per tutti ma già culto da un pezzo, e meritatamente.
Mockumentary belga low-budget, nato come tesi di laurea, che fonde eccessi violenti e commedia, non a caso coevo di pellicole quali Henry pioggia disangue (1990) e le Iene (1992). In un bianco e nero sgranato e montato in modo rozzo, si seguono le gesta di uno strano killer che è spietato con le proprie vittime ma è un compagnone con i ragazzi che stanno realizzando un documentario sulla sua vita. Benoit Patard, letale e senza cuore, quando è fuori dagli orari di lavoro è un entusiasta persona ben disposta a raccontare di quanto peso aggiuntivo ci voglia per far affondare nell'acqua un cadavere, o un generoso amico che finanzia in toto la crew mentre la intrattiene con sproloqui fra il serio e il faceto che di certo piaceranno a chi ama le sceneggiature di Tarantino. Benoit è un paradosso vivente che s'infervora in discorsi vibranti sul degrado estetico delle periferie e sulla bassa qualità di vita di coloro che là vivono, per poi penetrare in quelle stesse case, uccidere una vecchietta e derubarla dei soldi. Il film, sempre in bilico fra registro comico e drammatico, spinge la violenza fino alle estreme conseguenze, il che può essere letto come una critica verso il cinema verità o verso i limiti di coloro che credono di ritrarre il vero ma, più o meno pesantemente, lo manipolano. Il livello exploitation della pellicola, non così marcato, ha attirato le critiche di coloro che hanno visto ne il Cameraman e l'assassino un certo livello d'ipocrisia: si denuncia la violenza ritratta ma, essenzialmente, ci si compiace di essa. I registi belgi hanno usato uno stile d'essai per mettere in scena una pellicola ambigua fra il dramma-denuncia e il divertissement, precursore di alcuni film che hanno saputo rileggere il cinema di genere. Qualche lungaggine indebolisce il fluire della narrazione: all'inizio le imprese di Benoit sorprendono e incuriosiscono; l'attenzione sale nel tentativo di inquadrare fatti, persone e luoghi. Nel prosieguo, incasellate persone e dinamiche, le gesta del gruppo diventano ripetitive al punto che il film avrebbe funzionato col medesimo impatto anche se si fosse trattato di un mediometraggio. La scena più cruda della pellicola, quella dello stupro, non è così sconvolgente come si potrebbe pensare; il suo valore è relativo al fatto che marca il punto in cui la troupe si fa del tutto coinvolgere dalle azioni del criminale divenendo essa stessa criminale, quindi narratrice e protagonista. Va anche fatto notare che la simpatia di Benoit e la confidenza che lo spettatore sviluppa nei confronti del gruppo di cineasti tende ad anestetizzare la malvagità delle azioni criminose compiute dal gruppo, ma è proprio questo il processo psicosociale che i registi sembrano voler illustrare. Molti, comunque, i momenti interessanti e divertenti anche se si tratta di una comicità sempre velata da black humor: dallo scontro con altri killer seguiti da una troupe televisiva, allo sparo a bruciapelo durante la festa per il ritorno dall'ospedale. Ovviamente. non si tratta di un film per tutti. Chi volesse guardarlo si accorgerà che, nella sua viscerale semplicità, C'est arrivé près de chez vous è un film molto moderno per i suoi tempi e permeato da uno strano carisma, tanto da apparire migliore di quello che in effetti è. Comunque, già da un pezzo cult underground. Consigliato.
TRIVIA
André Bonzel (1961) dixit: "Malgrado la morte di Rémy, malgrado tutto, il film esiste, vivrà la sua vita, resterà ed è ciò che fa la bellezza del cinema. ( ... ] Rémy aveva realizzato un reportage su un tipo, a Charleroi, che pensava che sua figlia dovesse diventare una cantante mentre era stonata come una campana, e questo ha molto ispirato il personaggio di Benoit" (YouTube; eh: CinevoxFR vid: André Bonze!: l'héritage de "C'est arrivé").
Benolt Poelvoorde (1964) dixit: "A Cannes, tutto funziona grazie al passaparola... alla prima proiezione, c'erano 15 posti liberi al cinema. Dal quarto, ci sono stati disordini al cinema. André Bonzel, che ha diretto con noi, è stato addirittura cacciato dal cinema. Perché hanno guardie di sicurezza che sono due metri per due che non si preoccupano, non sono cinefili, non riconoscono un volto; è stato qualcosa che ci ha letteralmente sopraffatti." (france3-regions.francetvinfo.fr).
⟡ Uno dei registi del film, Rémy Belvaux, che nel film ha i capelli ricci e lunghi (per intenderci, quello che ha l'alito cattivo) si è suicidato buttandosi sotto un treno il 4 settembre 2006 a Orry-la-Ville; i motivi non sono mai stati chiariti e la famiglia non ha mai ammesso che si fosse trattato di suicidio.
⟡ Nel film non c'è score musicale.
⟡ L'idea alla base del film è nata in seguito alla visione di "Striptease", una trasmissione televisiva di giornalismo da tabloid che entrava in modo invadente nella vita delle persone.
⟡ La madre, la nonna e il nonno del protagonista Ben erano davvero i parenti del regista attore. A quanto riportato in un documento scritto dallo stesso André Bonzel, la famiglia di Benoit Poelvoorde non sapeva nulla della trama del film e pensava che stessero girando solamente dei filmati di Ben. Rimasero scioccati quando scoprirono che il film trattava di un killer e che questi era Benoit.
⟡ Tutti e tre i registi erano molto nervosi durante la ripresa della scena dello stupro. L'attrice che impersonava la vittima fu molto supportiva nei loro confronti e cercò di metterli a proprio agio; Rémy Belvaux era particolarmente imbarazzato per la scena di nudo che doveva affrontare. Per realizzare quella sequenza, l'intero cast si aiutò bevendo parecchi alcolici.
⟡ A causa di problemi economici, ci volle più di un anno per completare il film. Si dovevano interrompere le riprese quando i soldi finivano e le si riprendevano quando si racimolava qualcosa. Molti amici e familiari contribuirono alla causa, alcuni solo con soldi, altri piccoli finanziatori si garantirono una particina.
⟡ Il film ha vinto la Semaine de la Critique di Cannes 92. Si narra che alla prima, Scorsese, Clooney e Tarantino si stessero spanciando dalle risate.
⟡ Assieme ad Angst (1983), questo era il film preferito da Lucio Fulci.
⟡ Il manifesto originale del film, ritraente Ben che spara dentro una culla, ha subito diverse traversie censorie. In Francia, il ciuccio che emerge dallo schizzo di sangue fu rimpiazzato da una dentiera.
Titolo originale
C'est arrivé près de chez vous
Regista:
Rémy Belvaux, André Bonzel, Benoit Poelvoorde
Durata, fotografia
95', b/n
Paese:
Belgio
1992
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
