Henry - Pioggia di sangue

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Voto:

Spaccato di vita del killer Henry (Michael Rooker) che a Chicago divide la casa con Otis (Tom Towles), un altro folle in cerca di sensazioni forti. La sorella di Otis, Becky (Tracy Arnold), non sa nulla della realtà criminale dei due e s’invaghisce di Henry e dei suoi modi molto più gentili rispetto a quelli del fratello. La relazione porterà ulteriori drammi.

LA RECE

Uno dei più crudi e onesti ritratti del serial killing e dell'antisocialità psicopatica. Indie cult degli anni '80. Must per gli appassionati di cinema dai sapori fortissimi.

Film vagamente basato sulla storia del serial killer Henry Lee Lucas e la cui eccezionalità riguarda il suo crudo realismo e il suo punto di vista distaccato e amorale, oltre che la performance degli attori e la buona tecnica di ripresa, fattori notevoli soprattutto in rapporto al budget limitatissimo con il quale fu prodotto il film. Lo stile della narrazione anti-exploitation fa di Henry - pioggia di sangue una delle più disturbanti pellicole mai realizzate in argomento serial killer. Il film è molto sottotono rispetto agli eccessi dello slasher tipico della fine degli anni '80 e molti amanti dell'horror, forse irretiti dal solito maldestro titolo italiano, potrebbero rimanere delusi dalla poca presenza di sangue. Henry si costruisce soprattutto come uno spaccato freddo, al limite della documentaristica, delle azioni immotivate ma estremamente violente del team-killer che risponde solamente al proprio impulso morte. Lontano dai seducenti assassini alla Hannibal Lecter, Henry si disinteressa di piacere o disgustare, semplicemente fa quello che deve forzando lo spettatore a riflettere sull'insano fascino di cui i serial killer godono nella nostra società. Ottima la prova d'attore del protagonista a cui si concede lo stereotipo, che però corrisponde a realtà clinica, della manipolazione psicopatica mentre parla della sua infanzia con Becky. È interessante, inoltre, il raffronto fra le due psicopatologie, quella di Otis e quella di Henry: il primo rappresenta il serial killer tendenzialmente disorganizzato con il suo corollario d’incesti e necrofilia, atteggiamenti, questi ultimi, che disturbano anche Henry; ciò è uno dei motivi per cui si crea un paradossale processo empatico fra lo spettatore ed Henry, lontano però dall’empatia che si prova con il poetico ed irreale cannibale Lecter de il Silenzio degli innocenti (1991). L’uccisione di Otis, con relativo trauma oculare e testa segata, ci ricorda che il nostro eroe vive davvero sull'altra sponda della salute mentale. La scena più forte è sicuramente quella che cita Arancia meccanica (1971), e vede i due folli protagonisti uccidere la famiglia borghese riprendendo tutto con la telecamera per poi rivedere la scena in tivù; quando lo spettatore pensa che sia tutto finito, ecco che Otis vuole rivedere la scena un'altra volta sottoponendo lo spettatore a un artefatto tour de force del quale siamo comunque implicitamente complici voyeuristici come meglio esprimerà Haneke in funny games (1997). Anche l'ucci-sione delle prostitute e la seguente scorpacciata di patatine, in un attrito fra morte e gesto comune, è indicativo. L'ultima scena, con la valigia e il suo contenuto lasciata sul ciglio della strada, sembra rappresentare l'abbandono dell'ultima speranza di costruire una vita normale per addentrarsi, invece, in un percorso costellato unicamente da caos e morte. Scioccante ai tempi della sua uscita, Henry - pioggia di sangue può risultare oggi meno disturbante per le platee cresciute con internet, pur restando una pellicola consigliabile solo a coloro che sopportano un certo grado di violenza psicologica (visibile o intuibile) e che sanno andare al di là dei gioiosi dipinti che Hollywood ha troppo spesso costruito intorno al fenomeno del serial killing. Da più parti definito, giustamente, un cult indie degli anni ‘80. Seguito da Henry II: portrait of a serial killer (1996).

TRIVIA

John McNaughton (1950) dixit: “Da quando ho visto Mean streets, Scorsese è sempre stato il mio regista preferito, e avevo sentito che aveva scelto il libro di Jim Thompson “The Grifters” e che lo avrebbe prodotto. Ero un grande fan di Thompson e continuavo a dire al mio agente Scott Yoselow a New York: "Mandategli Henry - pioggia di sangue, mandategli Henry". Così lo mandò all'ufficio di Scorsese e arrivò fino alla sua assistente che, dopo aver visto il film, richiamò Scott e praticamente disse tipo: "Come osi mandarmi una cosa del genere?” Era semplicemente sconvolta. E questo è tutto. Stephen Frears ha ottenuto l'incarico e ha fatto un ottimo lavoro [Rischiose abitudini]. Be’, quell'assistente alla fine è andata via e Scorsese ha avuto una nuova assistente di nome Melanie Friesen che, in qualche modo, si è imbattuta in Henry e l'ha adorato, e quando l'ha mostrato a Scorsese, anche lui l'ha adorato. Mi hanno chiamato e mi hanno mandato il copione di lo Sbirro, il boss e la bionda” (money-into-light.com).

⟡ Il film è stato girato nel 1986, in 28 giorni, e distribuito quattro anni dopo. In Italia è arrivato nel 1992. 

⟡ Quando uscì, il film fu pesantemente tagliato. La versione definitiva non censurata apparve solo nel 2003. 

⟡ Michael Rooker è più noto per il ruolo di Hal in Cliffhanger (1993) e per Giorni di tuono (1990) con Tom Cruise, tuttavia sembra essere stato recuperato dal cinema degli ultimi anni partecipando nei panni di Yondu Udonta in i Guardiani della galassia (2014). Ha comunque lavorato molto per prodotti televisivi. 

⟡ Dopo aver girato la scena delle violenze alla famiglia, l'attrice che aveva il ruolo della madre fu mandata all'ospedale in via precauzionale perché si temeva un trauma al collo. Col tempo questa storia è stata montata fino al punto di dire che la donna era finita in ospedale perché in stato di shock per la scena girata. 

⟡ Il film è ispirato in modo vago alla vera vita di Lucas e Otis. Becky era la nipotina preadolescente di Otis e non sua sorella venticinquenne. Inoltre, Otis morì in prigione per una patologia al fegato e non per mano di Lucas. 

⟡ Il film trasmesso in tivù prima che Otis la spacchi è Becket e il suo re (1964), con Richard Burton e Peter O'Toole, storia di un'amicizia che va a rotoli.

Titolo originale

Henry: portrait of a serial killer

Regista:

John McNaughton

Durata, fotografia

82', colore

Paese:

USA

Anno

1986

Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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