la Casa rossa

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Voto:

Pete (Edward G. Robinson) ed Ellen Morgan (Judith Anderson) hanno cresciuto Meg (Allene Roberts) come se fosse loro figlia. Ormai adolescente, Meg convince il suo amico Nath Storm (Lon McCallister) ad aiutarla con le faccende domestiche in fattoria, dato che Pete non si muove molto bene con la sua gamba di legno. Quando Nath insiste per usare una scorciatoia per tornare a casa attraverso il bosco, Pete cerca di convincere i giovani a stare alla larga dalla Casa Rossa nella foresta. Meg inizia a innamorarsi di Nath, ma la sua ragazza Tibby Rinton (Julie London) ha altri piani per lui. Curiosi, Meg e Nath ignorano i suoi avvertimenti e iniziano a esplorare. Tuttavia, gli avvertimenti di Pete scatenano la curiosità di Nath e di Meg, e ciò porterà alla luce un passato sepolto, letteralmente e metaforicamente.


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LA RECE

Noir rurale che trapianta l'alienazione urbana nei boschi dell'Iowa. Il film contamina la struttura fiabesca (divieto paterno, trasgressione, iniziazione) con le convenzioni del melodramma gotico. Datato ma affascinante, impreziosito dalla bellezza naturale di Allene Roberts e dalle strettoie boschive come metafora psicologica del passaggio all'età adulta.

Ibrido del cinema hollywoodiano del dopoguerra: un noir agreste, un thriller psicologico travestito da melodramma familiare, una fiaba gotica trapiantata nei boschi dell'Iowa. Delmer Daves - regista artisticamente inquieto che passò da la Fuga (1947) con Humphrey Bogart a Scandalo al sole (1959) con Sandra Dee - orchestra, qui, un noir rurale che costituisce una sottocategoria particolarmente interessante del genere, poiché spostava l'alienazione urbana tipica del noir classico verso paesaggi apparentemente idilliaci che nascondono violenze antiche, con ciò anticipando atmosfere della campagna americana come luogo remoto di colpe irrisolte come poi mostrato magistralmente in la Morte corre sul fiume (1955). Qualcosa che, nel nostro cinema, farà anche Pupi Avati (la Casa dalle finestre che ridono, 1976; Zeder, 1983). Ad un primo livello, la Casa Rossa è un film di giovani protagonisti, soprattutto si distinguono le polarità dei soggetti: la timida e deliziosa Meg e la spregiudicata e viziata Tibby (Julie London, qui al suo debutto cinematografico); così come l'aggressivo Teller vs il bravo ragazzo Nath. La sottotrama sentimentale, combinata ad un ritmo e ad una messa in scena coerente con gli anni in cui il film fu prodotto, potrebbero apparire pesanti distrazioni dal nucleo tragico della narrazione che oggi può risultare l’unica variabile interessante; tuttavia, il melò funziona come contrappunto al passaggio da leggerezze adolescenziali alla vita adulta e, soprattutto, ai drammi di quest’ultima che vedremo focalizzarsi nel personaggio interpretato da Edward G. Robinson, qui lontanissimo dai gangster urbani che lo avevano reso celebre. Il suo Pete Morgan è buon padre putativo, dal volto bonario come quello di Aldo Fabrizzi, il quale, però, fra sguardi spiritati e scoppi di ira, tradisce un peccato passato che scopriremo nella risoluzione finale, la quale, pur emotivamente potente, non sorprende chi abbia familiarità con le convenzioni del genere. Interessante, piuttosto, come, per aggirare il Code censorio Hays, si compiano ellissi visive e narrative per trasmettere i desideri incestuosi di Pete che deve salvaguardare un inconfessabile segreto nascosto nel bosco, da sempre simbolo dello spazio dell'iniziazione in cui l'adolescente deve confrontarsi con il "lupo cattivo", simbolo delle minacce esterne ma anche delle proprie paure inconsce, per emergere adulto come adulto. Daves sfrutta brillantemente questa simbologia: i giovani protagonisti devono letteralmente attraversare il bosco proibito, sfidando l'autorità patriarcale, passando anche da strettoie non soleggiate allusive - la fotografia come mezzo tecnico-psicologico - per scoprire verità e autonomia. Perciò abbiamo il classico meccanismo della fiaba: divieto paterno, trasgressione, prove iniziatiche, scoperta della verità, risoluzione. Daves, però, mette un carico aggiuntivo, contaminando lo schema fiabesco con il dramma noir: l’omicidio e l’amore sbagliato. Ormai indubbiamente antico, la Casa Rossa risulta inadatto al pubblico mainstream ma per scelta di quest'ultimo, non per insormontabili limiti del film: a dargli credito, magari in una giornata uggiosa e sotto il plaid, ci si può godere un noir sui generis, un melodramma che flirta con l'horror gotico, una fiaba dolorosa. E poi c’è lei, Allene Roberts, una delle attrici più naturalmente belle che mi sia capitato di vedere, e che decise, dopo solo dieci anni di carriera, di abbandonare il cinema per dedicarsi a ciò a cui teneva di più: famiglia e figli. Noi abbiamo sicuramente perso qualcosa, lei no; e va bene così.

TRIVIA

Allene Roberts (1928-2019) dixit: “Volevo un uomo cristiano che mi amasse profondamente e volevo avere dei figli e una bella casa... non avrei cambiato questo con niente al mondo.” (IMDb.com).

⟡ Questo film doveva essere il primo di una serie di film creati da Edward G. Robinson e dal produttore Sol Lesser, con l’intenzione di smettere di produrre film di Tarzan per la RKO. Sfortunatamente, Edward G. Robinson finì nei guai con la Commissione per le Attività Antiamericane della Camera poiché accusato di aver donato denaro a gruppi socialisti negli anni '30. A motivo di ciò, la Casa Rossa divenne l'unico film della joint-venture Robinson e Lesser; Lesser tornò a produrre film di Tarzan.

⟡ Negli Stati Uniti, nel 1946, il cinema era regolato dal Motion Picture Production Code, conosciuto anche come Codice Hays. Applicato rigidamente a partire dal 1934, questo codice stabiliva regole dettagliate su cosa potesse essere mostrato nei film, con particolare attenzione alla moralità, alla rappresentazione della legge, alla sessualità, al crimine e alla violenza. Nessun film prodotto dalle grandi case di Hollywood poteva essere distribuito senza un visto che garantisse l’aderenza al Codice Hays. Il sistema rimase in vigore fino al 1968, e venne poi sostituito dal sistema delle classificazioni della MPAA.

⟡ Il romanzo da cui è tratto questo film, di George Agnew Chamberlain (1879-1966), è stato pubblicato a puntate sul "The Saturday Evening Post" dal 10 marzo 1945 al 7 aprile 1945. È stato pubblicato per la prima volta in forma di libro nel 1943. .

⟡ Gli attori Lon McCallister e Allene Roberts divennero amici per la vita e spesso si incontravano negli ultimi anni della loro esistenza, dopo che entrambi si erano ritirati da tempo dal mondo dello spettacolo.

Fast rating

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Titolo originale

the Red House

Regista:

Delmer Daves

Durata, fotografia

100', b/n

Paese:

USA

Anno

1946

Scritto da Exxagon nell'ottobre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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