Castigo
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Voto:
A Tokyo, il detective Yoshioka (Koji Yakusho) investiga sull'omicidio di una donna annegata in una pozza d'acqua dolce ma con i polmoni pieni d'acqua salata che ha sul corpo le impronte del detective stesso. Verrà scoperto anche un altro cadavere, anch'esso annegato nell'acqua salata. Inoltre, l'uomo è funestato dalle apparizioni di una donna di rosso vestita che dice di conoscerlo, benché lui non ne abbia memoria.
LA RECE
Vivere male la propria esistenza, provarne colpa e, da ciò, essere funestati. Buongiorno tristezza ma con grande finezza.
Horror del Kurosawa stimato per lavori quali Cure (1997) e Pulse (2001) memorabili per le atmosfere rarefatte, i ritmi lenti ma capaci di regalare visioni incredibilmente inquietanti che non abbandonano lo spettatore anche dopo il termine del film. Così anche per Castigo, pellicola esoterica che cerca di dare forma al senso di colpa, al desiderio delle persone di liberarsene e all'inesorabile fallimento di questi tentativi destinati, invece, a creare una catena di eventi che aumentano sia la colpa, sia il successivo castigo. La visione pessimistica di Kurosawa, ben nota a chi abbia visto le sue precedenti pellicole in cui i fantasmi chiedono aiuto poiché la morte è un'eterna solitudine, si replica in Castigo in cui si ripropongono le atmosfere metropolitane care al regista, ovvero spazi silenziosi, vuoti, abitati da persone ed entità vaganti e disperate. A tratti pare che Castigo abbracci la corrente horror più commerciale presentando un fantasma capelluto e urlante che aleggia verso l'occhio dello spettatore con immancabile balzo dalla sedia; però, l'impianto generale è parecchio diverso dalla comune narrazione orrorifica, anche orientale, sicché i lavori di Kurosawa rimangono molto personali e difficilmente assimilabili ad altri prodotti connazionali. In un film che narra di frammenti di esistenze separate ma unite dal leitmotiv della colpa, immagini disegnano quadri visivi che spaziano dal pauroso al bizzarro (magistrale il volo della donna fantasma) ma sempre trattenendo il fiato immersi in un quotidiano di notevole irrealtà. Come ci si aspetta da Kurosawa, non tutti i nodi vengono al pettine e, anche a spiegazioni date, diversi pezzi del puzzle rimangono sparpagliati sul tavolo. Come in Pulse, il regista non rinuncia a un finale nichilista con la voce del fantasma in cerca di ulteriori vittime da castigare. La mancanza di interpretazioni ortodosse è il valore aggiunto delle opere di un artista nipponico che, della società giapponese sembra aver colto il senso di alienazione delle persone costrette a chiudersi nelle proprie fantasie mentali e funestate dall'idea di aver condotto male la propria esistenza; problema mica solo della gente del paese Sol Levante.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Sakebi
Regista:
Kiyoshi Kurosawa
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
Giappone
2006
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
