Centipede horror
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Voto:
Dopo la morte della sorella afflitta da una misteriosa malattia, Pak Kai-Lum (Kiu Wai Miu) scopre che un malefico stregone si sta vendicando ai danni della sua famiglia per una colpa commessa dal nonno; il maleficio usato è quello dei millepiedi.
LA RECE
Più un fantasy sulla magia dell'estremo oriente che un natural horror con protagoniste delle schifosissime scolopendre. Spunto interessante ma svolto da serie Z.
Natural horror, un sottogenere che vede creature viventi, non di rado animali (da cui anche la definizione animal horror) che di solito guardiamo con tenerezza, rivolgersi brutalmente contro gli esseri umani. Esistono, tuttavia, alcuni animali che fanno pensare solo al peggio. Quando si è lunghi una ventina di centimetri, si possiede una miriade di zampette e sulla bocca due tenaglie velenose, le premesse sono positive solo se si è protagonisti di un horror. Keith Li, non il più prolifico né il più dotato fra i registi hongkonghesi, aggiunge il suo tassello al sottogenere con questo low-budget che vede i millepiedi sotto il riflettore. Non, però, quelli ai quali siamo abituati qui in Italia, già loro poco esaltanti, ma orride scolopendre dalle quali si sarebbe tenuto a debita distanza anche San Francesco. Peccato che, dopo un incipit con riprese macro che illustrano anatomia e minacciosità degli insetti in questione, buona parte del film si dimentichi dei millepiedi, in direzione di un finale in cui una torma di essi striscia verso il protagonista con l'intento di ucciderlo. Lui, ovviamente, si salverà e la sua compagna vomiterà quei due o tre millepiedi giganti come segno di epurazione. Inquietante il fatto che non si tratti di effetti speciali ma che l'attrice abbia tenuto davvero in bocca gli insetti vivi per poi sputarli. Ah, le donne di una volta... Centipede horror, tuttavia, delude le aspettative che lecitamente si nutrono rispetto a un film con tale titolo, in quanto il lavoro di Keith Li s'incentra soprattutto su folkloristici scontri tra potenti maghi che, a distanza, mettono in campo le loro oscure arti: c'è chi si avvale di fantasmi servizievoli, chi resuscita scheletri volanti di galline, chi esorcizza una donna nuda dal ventre duro e verde che si libererà vomitando sangue e scorpioni. Motivo della rabbia del malvagio stregone? Un fattaccio di cronaca nera che vedeva il nonno del protagonista a letto con la moglie del primo mentre la compagna appena sposata era incinta; senza neanche troppo impegno, il fedifrago uccise la moglie incinta, la moglie dello stregone e, dando fuoco alla casa, bruciò vivo il figlioletto di quello oltre a generare un incendio che distrusse l'intero villaggio. Chiaro che poi la gente s'incazza. Ulteriore crudezza, la visione del neonato carbonizzato. Io, però, abituato alla fiumana di vermi propinati nel film i Carnivori venuti dalla savana (1976), mi aspettavo decisamente di più. In pratica un film sulla magia nera dell'estremo oriente meglio realizzato di Mystics In Bali (1981) ma con uno stuolo di attori da teatro delle marionette. Da vedere non più di una volta.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Wu Gong Zhou
Regista:
Keith Li
Durata, fotografia
97', colore
Paese:
Hong Kong
1988
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
