Cinque tombe per un medium

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Voto:

Il notaio Kovac (Walter Brandi) giunge alla proprietà Hauff per discutere col dottor Hyeronimus della sua eredità, ma quest'ultimo è morto e la moglie Cleo (Barbara Steele) gli fa sapere che il doc si dava a pratiche esoteriche. In seguito alla morte violenta di alcune persone connesse alla famiglia Hauff, appare chiaro che lo spirito di Hyeronimus s'aggira inquieto e cerca vendetta.

LA RECE

Poco amato dallo stesso regista. Un po' mystery, un po' gotico con solo qualche spunto interessante. Barbara Steele non fa la differenza. Resto il piacere del bianco e nero d'annata.

Modesto film di Pupillo (il Boia scarlatto, 1965), più horror che gotico, anche se non mancano nebbioline e atmosfere cupe esaltate dal bianco e nero di Carlo di Palma. Il risultato non convinse neppure lo stesso Pupillo che lasciò che il nome del regista nei credits fosse quello del produttore Ralph Zucker, da cui una grande confusione. Così spiegò Pupillo: "Non me ne importava nulla, ho lasciato che il produttore Ralph Zucker avesse il nome. Anche perché avevamo fatto un contratto con la MBC per due film, il Boia scarlatto e questo, e non volevamo che avessero lo stesso regista sui titoli. Così gli feci firmare questo e io firmai l'altro" (Giusti, 2004). Questa volta, la presenza della scream queen Barbara Steele serve a poco, oltre al fatto che il regista ebbe a lamentarsi dei capricci della diva sul set. La Steele coperta di bagnoschiuma rappresenta lo zenit della pellicola e si vocifera che ci fosse anche un nudo che, però, nessuno ha mai visto. Il plot è un pasticcio relativo a morti viventi che non si vedono mai direttamente ma la cui presenza è rappresentata in soggettiva; quello che si vede d'interessante sono delle piaghe purulente e una teca con le mani mozzate degli untori, mani che, all'uopo, torneranno a muoversi. Non male, in effetti, la voce del medium incisa su un magnetofono che ricorda in qualche modo una delle scene iniziali de la Casa dalle finestre che ridono (1976) di Avati o la Casa (1981) di Raimi. Dietro a tutto, naturalmente, ci sta il solito fattaccio più vicino alla cronaca nera che al paranormale. Né gli attori né altri elementi si distinguono in questa fiacca produzione italoamericana (ma Zucker era di origini svizzere). Forse è il caso di iniziare la riscoperta del cinema horror anni '60 del Bel Paese da un altro film, magari di Mario Bava. Qualche super-estimatore del vintage di serie-B, però, potrebbe apprezzare più di quanto abbia fatto io.

TRIVIA

Domenico "Massimo" Pupillo (1922-1999) dixit: "In 5 tombe per un medium ho avuto Barbara Steele. E i miei rapporti con lei furono pessimi per i primi tre giorni. Il suo atteggiamento fu, in quell'occasione, ributtante; cioè, lei era l'attrice che si degnava di fare un horror. Al quarto giorno mi sono girate le pal. .. pebre, l'ho affrontata davanti a tutti e le ho detto che non era stata chiamata per fare Shakespeare, era stata chiamata per fare un horror, aveva letto la sceneggiatura, aveva accettato, aveva firmato il contratto e quindi io mi aspettavo da lei la massima collaborazione. Dopo questa sparata, fatta non col tono calmo di come lo racconto, Barbara Steele è stata adorabile per tutto il resto del film" (Nocturno dossier 80, 2009).

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Ralph Zucker [Massimo Pupillo]

Durata, fotografia

87', b/n

Paese:

Italia, USA

Anno

1965

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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