Claws
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Voto:
Lo sappiamo, ogni successo commerciale genera immediatamente una costellazione di opere derivative che ne replicano formule e meccanismi narrativi. Claws di Richard Bansbach si inserisce perfettamente in questo ecosistema produttivo, configurandosi come immediato rifacimento di Grizzly - l’Orso che uccide (1976), a propria volta trasposizione terrestre delle dinamiche marine inaugurate da lo Squalo (1975). La strategia mimetica è evidente già dalla titolazione: l'assonanza fonetica tra Jaws e Claws rivela un'operazione commerciale che anticipa i contemporanei mockbuster. La struttura narrativa rimane sostanzialmente identica al film dell'anno precedente: attacchi iniziali, mobilitazione delle autorità, formazione di una squadra di cacciatori determinati a eliminare la minaccia. Nello specifico, abbiamo che, nei boschi dell'Alaska, i cacciatori feriscono un grizzly senza ucciderlo. Jason Monroe (Jason Evers), attaccato dall'orso, perde il braccio. L'ossessione per la vendetta distrugge il suo matrimonio: la moglie Chris lo lascia per l'insegnante Howard, portando via il figlio Buck. Cinque anni dopo, l'orso continua ad attaccare e diventa l’incarnazione del leggendario "orso diavolo" dei nativi; quando l'animale sbrana Buck durante un'escursione scout, Jason organizza una spedizione di cacciatori per eliminarlo definitivamente. Due le variabili interessanti: l’orso che diventa una minaccia in quanto, per primo, minacciato e ferito dall'uomo; la caratterizzazione del protagonista Jason Monroe. La trasformazione di quest’ultimo da vittima a ossessionato cacciatore introduce una dimensione tragica che rammenta un po’ la figura melvilliana di un Achab delle terre selvagge la cui vendetta personale assume connotazioni epiche, con tanto di trauma fisico - il braccio dilaniato - che diviene cicatrice e simbolo di missione esistenziale. Questa narrativa viene arricchita dall'inserimento del folk dei nativi americani per i quali l'orso diavolo non è semplice bestia feroce ma incarnazione di forze primordiali che interagiscono con l'invasione culturale degli spazi sacri. Tutto ciò su un piano ideale, perché poi, in Claws, ogni profonda riflessione si trasforma in una messa in quadro povera, profluvi verbali che sostituiscono l’azione, SFX torridi, scene di visioni del saggio indiano da manuale del brutto e, in sintesi, una noia intollerabile. L'attuale valore del film è del tutto relativo al fatto che si tratti di una pellicola vista da pochi e che ancor meno vedranno in futuro. Forse andrebbe sconsigliato ma i plantigradi mi fanno tenerezza.

Fast rating
Titolo originale
Id.
Regista:
Richard Bansbach, Robert E. Pearson
Durata, fotografia
100', colore
Paese:
USA
1977
Scritto da Exxagon nel settembre 2025; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0