Grizzly - L'Orso che Uccide
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Voto:
In un parco naturale, un gigantesco grizzly si aggira famelico, antropofago e pure cannibale. I campeggiatori hanno ovviamente la peggio. A contenere la minaccia, avversati da un politicante ottuso, ci pensano il ranger Mike (Christopher George), il ricercatore naturalista Arthur (Richard Jaeckel) e l’elicotterista Don Stober (Andrew Prine).

LA RECE
Clone de lo Squalo con un orso abnorme che terrorizza una località turistica, rispettando tutti gli stereotipi del genere ma con una quota gore superiore all'originale spielberghiano. B-movie invecchiato male ma dal fascino nostalgico da seconda serata; all'epoca fu un successone.
Animal horror ben piazzato sotto la pinna de lo Squalo (1975) ma, qui, non con un pescione ma con un enorme plantigrado di 3 metri d’altezza se sulle due zampe - e ci sta spesso, rugliando al cielo - e 900 kg di peso. Insomma, un furgoncino che, in una circostanza, i nostri eroi cercano di acchiappare correndogli dietro; sì, bravi, dietro a un animale che corre a 50 km all’ora. Non solo. L’orrorifico orso, che si dice essere eredità dell’era preistorica, all’inizio mostra una speciale attenzione verso le belle donne ma, poi, non disdegna di fare a pezzi una mamma, un bambino e pure un cavallo (decapitato con una zampata!), nonché di cannibalizzare un orsetto. Decisamente tremendo e con una quota gore decisamente superiore rispetto al lavoro spielberghiano. Sfortunatamente, il tasso splatter superiore alla media per gli eco-vengance sembra essere l’unico punto davvero notevole per un film che viene scritto rispettando tutti, ma proprio tutti, gli stereotipi del genere: la giornalista, il ricercatore un po’ eccentrico, il poliziotto coraggioso e tormentato, il politico locale balordo, la ridente località di villeggiatura che non può essere danneggiata nei suoi interessi turistici. Se la costruzione delle scene di predazione, con l’orso che spia la preda umana come fosse un guardone, convince (senza entusiasmo), meno convincente è la fase di vera e propria aggressione, gestita con un montaggio frenetico che, però, rimarca la soluzione adottata: riprese dell’orso in posizione bipede che fa i versi ma senza mai creare sequenze uomo-animale; comprendo, tuttavia, la difficoltà di poter realizzare scene del genere con un orso vero! Nel gioco derivativo e anche un po’ tedioso dei quattro gatti che vagano per i boschi o con l’elicotterino alla ricerca dell’animale killer - ma chiamare rinforzi, no?! - ci si gode anche sequenze di totale demenzialità come quella che vede la bella ranger Gail decidere di prendersi una pausa durante un'esplorazione sul territorio e, come una ninfa dei boschi, darsi “una rinfrescata” spogliandosi fino all’intimo per farsi una doccia sotto una cascata di montagna; ok, comprensibile, era Victoria Lynn Johnson (1952-2019), Penthouse Pet dell’agosto ‘76 nonché Pet del 1977. Film invecchiato non benissimo, più “no” che “sì”, il quale, tuttavia ha il tipico obliquo fascino dei b-movie da canale regionale in seconda serata; e, in quest’ottica, anche molto valido per il colpo di sonno disturbato unicamente dai convulsi versi dell’orso. Ad ogni modo, a suo tempo piacque moltissimo: Grizzly fu l’indie di maggior successo finanziario del 1976, guadagnando 39 milioni di dollari in tutto il mondo al botteghino, a fronte di circa 750.000 dollari di budget. Con un seguito uscito decenni dopo: Grizzly II: The Predator iniziò ad essere filmato nel 1980 ma le riprese non giunsero mai a piena conclusione; una copia originale del film apparve illegalmente su Internet nel 2007 per poi trovare ufficiale distribuzione nelle sale e in home video l'8 gennaio 2021. Ma c'è anche un accolito poco visto: Claws (1977)
TRIVIA
William Brent Girdler (1947-1978) dixit: “Altre persone hanno imparato a fare film nelle scuole di cinema. Io ho imparato facendoli. Nessuno ha visto gli errori di William Friedkin o di Steven Spielberg; invece, tutti i miei errori erano proprio lì sullo schermo perché tutti potessero vederli.” (IMDb.com)
⟡ Il regista Girdler ebbe poco tempo per godersi il successo commerciale del suo film. Egli morì due anni dopo, il 21 gennaio 1978, a soli 30 anni, quando un elicottero in cui era passeggero colpì le linee elettriche, schiantandosi.
⟡ L’orso mostrato nel film era di razza Kodiak, si chiamava Teddy ed era, ovviamente, gestito da un addestratore. Quando sulle zampe posteriori, era davvero alto 3 metri. L’orso del film, nella versione originale, viene detto alto 15 piedi, ovvero 4 metri e mezzo!
⟡ Guai produttivi notevoli. Il produttore esecutivo e distributore Edward L. Montoro, incassati i milioni nelle sale cinematografiche, decise da bravo pirata di non pagare i co-produttori e co-sceneggiatori David Sheldon e Harvey Flaxman, nonché il regista William Girdler. Tutti e tre fecero causa e la vinsero, vedendosi riattribuire il dovuto. Ma Montoro non aveva finito di stupire. Egli non pagò dei sospesi che aveva con gli attori e si appropriò indebitamente di oltre un milione di dollari dai conti bancari della sua società, la Film Ventures International (FVI), e fuggì dal paese; dopodiché, scomparve e non fu mai più visto, né si sa, tutt'oggi, se sia ancora vivo o morto. Anche la sua posizione attuale rimane sconosciuta, anche se si suppone che sia fuggito dagli Stati Uniti in Messico usando un nome falso, ma ciò rimane ancora non provato. La FVI, che aveva già attraversato diversi enormi problemi finanziari anche prima che Montoro rubasse i soldi, chiuse i battenti nel 1985 e dichiarò bancarotta.
⟡ Guai notevoli anche con le major. La Warner Bros aveva inizialmente espresso interesse a finanziare il film e, secondo quanto riferito, era furiosa per il fatto che Montoro e la sua FVI gli avessero fregato da sotto il naso un progetto per il quale loro avrebbero stanziato molti più soldi. In precedenza, la Warner aveva citato in giudizio Montoro e la FVI per violazione del copyright de l’Esorcista (1973) quando quelli avevano realizzato nel 1974 Chi sei?, causa che, però, la Warner perse.
⟡ Il film Future animals (1977) è, da alcuni, erroneamente ritenuto un sequel di questo film, soprattutto perché la trama non diverge poi tanto e si ha lo stesso produttore esecutivo/distributore (Edward L. Montoro), il medesimo regista (William Girdler) e la Film Ventures International a finanziare e distribuire.
⟡ Un romanzo derivato dal film venne scritto da Edwin Corley, sotto lo pseudonimo Will Collins, e pubblicato nel 1976. Questo racconto fornisce diverse ragioni specifiche sul perché il grizzly inizi ad uccidere e mangiare esseri umani, ragioni che non sono mai state menzionate nel film: è diventato troppo grande e troppo in fretta, costringendo sua madre a scacciarlo per badare a se stesso prima che gli potesse essere insegnato qualcosa su come trovare e/o cacciare il suo cibo; si era gravemente ferito alla mascella prima di entrare nel parco, causandogli, così, un dolore lancinante e impedendogli di fatto di mangiare tutto ciò che non poteva essere facilmente trovato e/o catturato. Inoltre, una delle sue prime vittime umane fu una donna che aveva in fase di flusso mestruale, sangue il cui odore attirava l'orso.
Fast rating
Titolo originale
Grizzly
Regista:
William Girdler
Durata, fotografia
91', colore
Paese:
USA
1976
Scritto da Exxagon nel settembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0