Delitti

Voto:

Un misterioso killer elimina le proprie vittime con mezzi macchinosi usando la chimica e il veleno di un serpente della Martinica; tramite quest'ultimo, riduce il volto delle vittime in condizioni pietose. Un poliziotto intraprendente indaga.

LA RECE

Uno dei peggiori giallos italici in circolazione; anzi, ben poco circolante e di difficile riperimento. Meglio.

Cestinabile tardo giallo di Sergio Pastore che si firma addirittura (King?) Vidor e gira insieme alla moglie Giovanna Lenzi, lei soprattutto deputata alla sceneggiatura e meno alla regia. Non si sa come ma il Ministero del turismo e dello Spettacolo finanzia, reputando Delitti d’interesse culturale. La sinergia tra i due coniugi innesca una reazione chimica ultra tossica (come la cazzata sul caffè e l'acido cianidrico che la Lenzi è stata capace di scrivere) e Delitti, meritatamente, va a collocarsi nel novero delle pellicole italiane più brutte di sempre. Imperdibile per coloro che vogliano ridere del brutto involontario, ivi comprese le dozzine e dozzinali scene di sesso con protagonista Michela Miti la quale, in una sequenza, si rotola nuda con il suo uomo dopo aver posato per foto erotiche e mostra, involontariamente e palsemente, il filo dell'assorbente interno che evidentemente "in quei giorni lì" stava usando. Questo può dare la misura della grossolanità dell'operazione che va sotto il nome Delitti, film che l'innamorato Pastore ritaglia sartorialmente addosso alla moglie e alle sue ridotte capacità di scrittura. Il cast di basso profilo non aiuta e, comunque, non è messo nelle condizioni di poter creare situazioni minimamente ficcanti che si vorrebbero rifare alla corrente argentiana. Il killer compie i suoi delitti iniettando il veleno di un serpentello che, non si sa come, sfigura solo e solamente il volto delle vittime, al punto da ridurlo a un’informe polpetta di carne; peraltro, il killer se la cava benissimo anche a mani nude. Scena scult di inarrivabile caratura trash: lei, da una cabina telefonica, chiama la polizia poiché ha informazioni preziose ma si sente seguita e in pericolo; la telefonata si conclude e, da lungi, arriva un tipo sospetto di nero vestito che potrebbe essere il killer; l’uomo, avvicinatosi, si toglie impermeabile, sciarpa e cappello, li posa a terra e, davanti alla donna atterrita e, a noi basiti, si mette a ballare come il Molleggiato, una sorta di esibizionista maniaco del ballo che sorprende le donne a ritmo di musica. Cringe peggio della cosa dell'assorbente. Lo spiegone in chiusura è arzigogolato con post-finale che vede un Gianni Dei, più stralunato che mai, che balla insieme a una tipa in mutande e reggiseno; in calce, il mio scambio di battute con l'attore avvenuto su Facebook, anni orsono, che aggiunge mistero a mistero. Linda Christian, madre di Romina Power, conclude indegnamente una carriera altrimenti valida apparendo all'inizio e al termine. Le musiche dei fratelli De Angelis recuperano il tema di la Casa con la scala nel buio (1983). Se non siete abituati a raschiare il fondo del barile, evitate assolutamente.

TRIVIA

⟡ Episodio personale. Gianni Dei (1940-2020) era un mio contatto su Facebook. Io guardo il film, catturo un frame che ritrae una sua espressione pazzesca, gli scrivo e allego la foto: "Gianni, ma com'è che sei finito in Delitti? Aiutami a capire.", facendo oltretutto finta di non ricordare altre cose tipo Patrick vive ancora (1980). Lui risponde con un profluvio di punteggiatura: "Che paura ...!!! Non ho mai visto questo film ... Lo diede il cinema Fiamma a Roma ...ero amico del regista e la moglie e ho girato solo per amicizia!! Gratis ...!!! Sempre coglione io!" Ci provo: "Senti, dato che ci sono chiedo a te: ma è vero che Pastore stette male alla prima del film e morì?" Così si dice, ma non morì dopo aver visto il film, bensì prima della proiezione, il 24 settembre 1987. Dei: "Non lo so ... Chiedilo alla moglie o al protagonista del film ... Non ero io ... non ricordo il nome ... Un figlio d'arte ... Ciao!". Mi liquida e a buona ragione, data la mia invadenza. Io alla carica come Lucia Annunziata: "Comunque film pazzesco che sta raggiungendo il livello di cult trash. Buona domenica e grazie per il tuo tempo". Lui non la prende bene, rimuove il post e mi toglie l’amicizia. Ne è valsa la pena.

⟡ Su un televisore scorrono le immagini del film Occhio alla vedova (1976) in cui Giovanna Lenzi partecipava come attrice.

Regista:

Giovanna Lenzi, Serge Vidor [Sergio Pastore]

Durata, fotografia

100', colore

Paese:

Italia

Anno

1987

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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