la Casa con la scala nel buio

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Voto:

Il giovane musicista Bruno (Andrea Occhipinti) prende in affitto una villa per lavorare in pace: deve comporre la colonna sonora di un film horror. La prima notte in cui soggiorna nella villa, Bruno verrà sorpreso dalla presenza di Katia (Valeria Cavalli) nascosta nella casa; Katia, però, cadrà sotto i colpi di un misterioso killer che si aggira nei paraggi. Morirà anche una seconda donna. Bruno inizia a sospettare qualcosa e anche la sua ragazza Julia (Lara Lamberti) non sembra essere così innocente. Il compositore si accorge che fra il film a cui sta lavorando e la drammatica realtà che vive vi è un legame.

LA RECE

Giallo alle porte della crisi del cinema di genere italiano in Italia. Bava, pur con i limiti di una produzione "contestata", fa un buon lavoro.

Tardo giallo all'italiana e secondo lavoro di Lamberto Bava (Macabro, 1980) il quale, dopo essere stato assistente alla regia per il padre Mario e per Dario Argento, s'ispirò proprio alle prime pellicole di quest'ultimo per realizzare un progetto che, inizialmente, avrebbe previsto una miniserie tv in quattro puntate, poi, però, rigettate dalla Rai perché troppo violente per le famiglie intiepidite a bagnomaria da Fantastico. Lo sfacchinante Lamberto, che già si era dovuto fare il mazzo con un budget limitato, tornò in sala di montaggio e compresse i quattro episodi di 25 minuti in un unico film per i tempi lunghetto. Vero che la Casa con la scala nel buio presenta una quota di sangue non indifferente, in parte rifacendosi al giallo argentiano, in parte connettendosi allo slasher statunitense. Lamberto Bava coltivò qui il suo interesse per l'irrazionale e per lo splatter che irromperà palesemente nel successivo Demoni (1985). A briglie ancora non sciolte, Bava, nella prima parte, cita papà Mario (Operazione paura, 1966; la prima vittima Katia richiama la Maschera del Demonio, 1960) poi passa all'argentata con l'indizio iniziale che sarà chiave di volta per il quadro generale. Non ci si preoccupa molto della coerenza della storia e neppure di trovare grandi attori: Occhipinti se la cava bene e nessun altro rimane impresso ma, forse, era questa la finalità di Bava che, infatti, non solo fa morire quasi tutto il cast (feroce l'omicidio in bagno) ma sembra introdurre le logiche estetiche dell'immaginario televisivo che lo stesso Bava magnificherà ne le Foto di Gioia (1987). Lo score musicale che Bruno compone e ci viene proposto all'infinito, è monotono e in assonanza con quello di Halloween (1978). Finale che omaggia Hitchcock. Se rapportato alle difficoltà incontrate ai tempi dalla produzione, questo slasher-kammerspiel non delude e genera più che sufficienti brividi. Ottenne, ai tempi, un valido riscontro nelle sale.

TRIVIA

⟡ Il film venne girato nella villa del produttore Luciano Martino la cui costruzione era appena finita ma non era stata ancora arredata.

Regista:

Lamberto Bava

Durata, fotografia

110', colore

Paese:

Italia

Anno

1983

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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