Macabro
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Voto:
Jane (Bernice Stegers) ha un amante che frequenta di nascosto in una villa abitata da un ragazzo cieco (Stanko Molnar) e da sua madre. Dopo un incidente stradale in cui muore l’amante, Jane finisce in un ospedale psichiatrico e viene lasciata dal marito. Uscita dal nosocomio, la donna va ad abitare nella villa un tempo alcova d'amore. Il ragazzo cieco, ormai solo, rimane molto sorpreso dai rumori che sente provenire dal piano di sopra dove abita Jane, la quale pare proprio che, di notte, ospiti un uomo.
LA RECE
Cult personale, uno dei primi horror che vidi da bambino sul divanone a fianco della buonanima di mia nonna, anch’ella grande divoratrice di film di paura. Educazione siberiana. Fra il gotico solare tipico di Avati e l'argentiano; tanto morboso quanto inquietante.
Dopo aver passato anni a lavorare come assistente alla regia per il padre Mario, Lamberto Bava, solo al timone, sforna Macabro, impastato da un trattamento ad otto mani, da collocare nel sottogruppo degli horror italici in cui attori italiani vestono i panni di statunitensi dei territori meridionali come si vedrà in …E tu vivrai nel terrore! l'Aldilà (1981) e Apocalypse domani (1980). Lamberto, parlando della storia produttiva del film, raccontava: "Mi chiamò Pupi Avati, che io non conoscevo, e mi chiese se potevo fare un film con lui. Io pensavo di dovergli fare da aiuto ma poi capii che l'avrei diretto io. Lo scrivemmo "alla Avati", in quattro attorno alla scrivania, e subito dopo il trattamento fu portato alla distribuzione che lo accettò. In un mese e mezzo mi trovai a dare il primo ciak a un film nato da un articolo di giornale" (Giusti, 2004). In effetti, il film si basa solo vagamente su un fatto di cronaca ed è innegabile che l'apporto di Avati sia ben evidente nella messa in scena dell'orrore che si cela sotto uno strato di solare normalità borghese. Il film si sviluppa lento e malsano con venature gotiche e rimandi al giallo argentiano (un protagonista cieco che vede più di chi ha la vista salva, come Malden in il Gatto a nove code, 1971) fra riprese in esterna a New Orleans e un'atmosfera decadente che richiama alla memoria la Casa dell'esorcismo (1973) di Bava padre. La villa nella quale si svolgono i fatti (quella di Claretta Petacci a Salò) si fa ulteriore protagonista insieme agli attori immersi in un clima di perversione comportamentale (la piccola Lucy) e sessuale (Jane) con un’impronta necrofila che, ancora, rimanda al gotico ma attraverso una luce di distorta modernità. Le lentezze denunciate da alcuni spettatori sono, in realtà, al servizio di una narrativa opprimente che monta dalle iniziali immagini mondane alle claustrofobiche riprese domestiche, per poi approdare ad un finale destabilizzante, vero colpo di scena, in cui la manifestazione paranormale materializza ciò che il film sembrava aver suggerito per tutta la sua durata, ovvero che di normale, in casa Baker, non c’è stato mai nulla. Comparto attoriale ben misurato alla bisogna: Bernice Stegers (la Città delle donne, 1980), moglie del regista Mike Newell, ha un viso inquietantissimo sia nei momenti di calma che in quelli di delirio; Veronica Zinny, sorella dell'attore Urbano Barberini, con un volto peggio di quello della Stegers; Molnar (la Casa con la scala nel buio, 1983) nei convincenti panni del non vedente. Macabro si delinea come un horror sotto tono rispetto alle efferatezze dell’emergente slasher ma, nell’impatto, e anche a una seconda visione, molto più efficace di tantissimi film coevi a budget più ricco. A schermo spento, poi, resta. Da vedere in double bill con la Necrofila (1972).
TRIVIA
Lamberto Bava (1944) dixit: “Io sono uno che è nato timido. Sono un timido che si è prevaricato. Per esempio, mio padre mi portava da piccolo sui set ed ero abbastanza timoroso; non era una cosa che mi faceva piacere. Non avrei mai pensato di fare cinema, mi vedevo molto più per cose scientifiche” (YouTube; ch: FantasyInTouch; vid: Intervista a Lamberto Bava).
⟡ Nonostante le premesse espresse in citazione, l’esperienza acquisita sul set a fianco di un padre tanto talentuoso quanto fu Mario Bava, consentì a Lamberto di accumulare competenza e prospettiva artistica. Quando Mario vide per la prima volta Macabro al fianco di suo figlio, al termine della proiezione gli disse: “Adesso posso morire tranquillo”. E tre mesi dopo, il 25 aprile 1980, Mario Bava morì.
⟡ La scena della vasca da bagno cita volontariamente una sequenza di Nanny - la governante (1965).
Regista:
Lamberto Bava
Durata, fotografia
75', colore
Paese:
Italia
1980
Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
