the Nanny - la Governante

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Voto:

Il piccolo Joey (William Dix) torna a casa dopo un soggiorno in un istituto di correzione. Il padre (James Villiers) e la madre depressa (Wendy Craig) hanno pensato che la loro piccola figlia sia stata uccisa da Joey in un gioco finito male. Joey, invece, è certo che dietro al dramma vi sia la Tata (Bette Davis), per quanto questa si mostri gentile e amorevole.

LA RECE

Geriatric Horror con una superba Davis in un'interpretazione definita dal critico Raymond Durgnat come "un requiem per l'autorità domestica vittoriana". Film che è anche una riflessione sulla dissoluzione della famiglia tradizionale britannica del dopoguerra.

Mossa dal poco artistico motivo di cavalcare il successo di Che fine ha fatto Baby Jane? (1962), la Hammer produsse il suo più riuscito psycho-trhiller riuscendo, inoltre, a scritturare la superba Bette Davis, la quale, in vecchiaia e con i suoi sguardi luciferini, riuscì ad inaugurare il sottogenere geriatric horror, ovvero pellicole nelle quali geriatrico fa rima con psichiatrico (Chi giace nella mia bara? 1964; Piano... piano, dolce Carlotta, 1964; Cinque corpi senza testa, 1964). Jimmy Sangster, punta di diamante della Hammer, scrisse la sceneggiatura traendo ispirazione da un romanzo di Evelyn Piper, nome d’arte di Marryam Modell. Ne sortì un gran bel film vestito di un magnifico bianco e nero, con la Davis nei panni di una paziente Mary Poppins che gestisce una famiglia disfunzionale con un padre assente, una madre depressa e un figliolo ritenuto psicologicamente disturbato ma trattato con gentilezza dalla tata; ovvio che qui, però, non basterà un poco di zucchero per mandare giù l’amara pillola di una tata col doppiofondo. Seth Holt dirige con perizia e regala alla grande star primi piani a manciate, tributo dovuto a una donna che reggeva i film con i soli occhi, senza dimenticarsi di allungare il brodo nella parte centrale in cui si accumulano episodi esemplificativi della paranoia e della cattiveria del padroncino Joy e della buona fede della Nanny come se ci si trovasse davanti al rehash de il Giglio nero (1956). L'ambiguità morale del pargolo è, in effetti, l'elemento più affascinante: la sua precoce malizia rappresenta un'innocenza perversa e il coflitto con la tata si fa partita a scacchi nella quale non è mai chiaro chi sia la vittima e chi il carnefice. Le premesse, però, sono ingannevoli e, quindi, occorre attendere la parte finale per vedere il come e il perché di qualcosa che si intuisce ma non nella sua completezza. Tuttavia, i film buoni sono tali proprio perché non si giocano tutto nel gran finale e the Nanny sa costruire storia e personaggi in una ricomposizione di materiale e stili, Hitchcock in primis, davvero piacevole. Film per tutta la famiglia che fa rimpiangere, e di molto, gli anni in cui l'orrore si costruiva su una solida scrittura e su attori d’acciaio.

TRIVIA

⟡ Nel film, l'attrice Jil Bennett (il Tè nel deserto, 1990), nei panni della zia Pen, dice: "Stando molto attenta potrei arrivare a 90 anni. Ma chi vuole vivere fino a quell'età?". Profetico. L'attrice, nata il 24 dicembre 1931, si suicidò nell'ottobre del 1990 tramite un'overdose di farmaci dopo anni di depressione e di pesantissimi litigi con l'ex marito, il commediografo John Osborne. Lei disse di Osborne che era un omosessuale impotente. Lui, per nulla affranto alla notizia del suicidio, disse che la Bennett era la peggior donna nella quale fosse incappato, posseduta dal demone dell'avarizia, una persona che passò metà dei nove anni di matrimonio a letto a fare nulla. L’uomo concluse le sue esternazioni sull’ex moglie suicida dicendo che il suo unico dispiacere era quello di non aver potuto cagare (sic) nella sua bara. Insomma, non un matrimonio felice. 

⟡ La giovane Bobbie dagli occhi brillanti è l’infermiera inglese che, cinque anni dopo, nei panni di Jane, pedalerà inquieta per le strade provinciali francesi in il Mostro della strada di campagna (1970).

Titolo originale

The Nanny

Regista:

Seth Holt

Durata, fotografia

93', colore

Paese:

UK

Anno

1965

Scritto da Exxagon nell'anno 2014; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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