Operazione paura

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Il dottor Eswai (Giacomo Rossi-Stuart) viene chiamato in un piccolo villaggio per compiere un'autopsia sul corpo di una donna morta in strane circostanze. Nonostante l'aiuto della fattucchiera locale (Micaela Esdra), si susseguono le morti provocate dal fantasma di Melissa che sembra chiedere vendetta per la propria prematura morte. Le indagini porteranno il dottore fino alla casa della baronessa Graps (Giovanna Galletti), madre di Melissa.

LA RECE

Punto d'intersezione perfetto tra l'horror gotico e il modernismo cinematografico. Melissa è icona del tropo del "bambino mostruoso" e funziona come un potente significante di inversione degli stereotipi sociali, anche perché si usò un bambino per rappresentare una femmin (come sarà per la Mariangela fantozziana) con il suo volto innocente che nasconde abiezione.

Dopo aver diretto il fantahorror Terrore nello spazio (1966), Mario Bava portò nelle sale questo gotico, uno dei migliori prodotti in Italia, eppure di scarso successo al botteghino a causa di una pessima distribuzione e di fattori produttivi problematici; Erika Blank (Così dolce... così perversa, 1969; la Notte che Evelyn uscì dalla tomba, 1971) ci dà un’idea: “A volte non pagavano. Per molti anni, ho tenuto in casa una cambiale di trecentomila lire (erano tanti soldi!), l’ho incorniciata in un quadro grande, con un fondo blu, sembrava un’opera moderna. Tutti mi dicevano che era bellissima. Era la cambiale di Operazione paura di Mario Bava, mai saldata e non per colpa di Bava. La produzione rimase senza soldi e, semplicemente, non ci pagarono” (Iachetti, 2017). Come a suo solito, i limiti di budget non furono, per Bava, limiti creativi: Operazione paura riesce a creare un'atmosfera oppressiva così palpabile fin dai primi minuti che è facile capire come abbia potuto rimanere impresso nella memoria di tanti spettatori e cineasti. L'accumulo di trovate visive permise a Mario Bava di esaltare il mood gotico, al punto di culminare in scene grottesche tenute insieme da un plot non poi così solido e da dialoghi la cui qualità fu squalificata dallo stesso regista. Le forze demoniache presenti nei suoi precedenti film vengono qui distillate nel personaggio della giovane e inquietantissima Melissa che va in giro giocando con una palla bianca da far rotolare per strade e scale, andandosi a configurare come uno degli spettri più inquietanti e meglio riusciti del cinema di tutti i tempi, nonché assai seminale nella sua prassi, predatando l'iconografia di moltissimi, fra cui Shining (1980) e Ringu (1998). Anni prima di Lisa e il Diavolo (1972), film con cui Bava sfidò le convenzioni spazio-tempo, il regista esplorò, qui, le possibilità di confondere realtà e dimensione onirica. L'ultima mezz'ora contiene, infatti, alcune magnifiche sequenze mirate a disorientare lo spettatore: indimenticabile la scala a chiocciola apparentemente senza termine e la scena in cui il protagonista corre attraverso stanze sempre uguali per raggiungere un uomo che si rivela essere lui stesso. Non da poco anche il sottotesto sociologico che esplora la tensione tra razionalità scientifica (il medico) e pensiero magico (gli abitanti del villaggio), drammatizzando il conflitto non risolto dell'Italia post-bellica tra modernità e tradizione, e il dottor Eswai rappresenta l'illuminismo frustrato dinanzi all'irrazionale persistente delle credenze popolari (cfr. il Demonio, 1963; Non si sevizia un paperino, 1972). Il compositore Carlo Rustichelli, regular dei film di Bava, inserisce qualche frammento preso da Sei donne per l'assassino (1964). Operazione paura è, in sintesi, un gotico decisamente non convenzionale che saprà dare qualche scossone anche all'appassionato più inveterato, a partire dalla scena iniziale che si apre con il grido di terrore di una donna perseguitata dal fantasma di Melissa. L'ennesima conferma della maestria di Mario Bava.

TRIVIA

⟡ Melissa fu interpretata da un ragazzo, Valerio Valeri, il figlio del portiere della casa di Mario Bava. “Al trucco arriva questo bambino che faceva spavento - racconta Erika Blanc - e, a mano a mano, si trasforma nella bambina. Non parlava mai, ci odiava tutti e chissà quanti accidenti ci ha mandato. Faceva davvero paura!” (ibidem). 

⟡ I titoli italiani originali segnalano sia Giovanna Galletti sia Gianna Vivaldi ma questo secondo nome altro non era se non lo pseudonimo della Galletti. 

⟡ La copia del film conservata presso la Cineteca Nazionale di Roma, restaurata nel 2016, rivela dettagli cromatici precedentemente persi nelle copie in circolazione, confermando quello che Tim Lucas, nella sua monumentale (e costosissima!) biografia "Mario Bava: All the Colors of the Dark", definisce: "l'uso chirurgico del colore come elemento narrativo" nell'opera del regista italiano.

⟡ Il nome del dottore varia da Eswai a Eswe in base alla versione che visionate. 

Operazione paura sarà d'ispirazione a Fellini per l'episodio Toby Dammit nell'antologia horror Tre passi nel delirio (1967) ma altri hanno fatto notare come anche in pellicole più distanti come l'Ultima tentazione di Cristo (1988) di Scorsese o Twin Peaks - Fuoco cammina con me (1991) di Lynch si possano rintracciare elementi provenienti dal film di Bava: si tratta per il primo dell'arcangelo nelle vesti della bambina e per il secondo del parallelo fra l'agente Cooper e il dottor Eswai.

Regista:

Mario Bava

Durata, fotografia

85', colore

Paese:

Italia

Anno

1966

Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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