le Deportate della Sezione Speciale SS

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Voto:

Un gruppo di prigioniere viene trasportato in un campo di concentramento in cui le donne sono utilizzate come prostitute. Il campo è gestito dal sadico Herr Herner (John Steiner) e dalla lesbica Inga (Ofelia Meyer). Herner s’innamorerà della bella prigioniera Tania (Lina Polito).

LA RECE

Molti più nudi ed eros che violenza e sangue. Non che sia un problema, ma l'andazzo exploitation affossa un'atmosfera cupa altrimenti riuscita. Comunque, uno dei migliori nel genere naziploitation.

"Scavai nel passato della Germania per riflettere la società contemporanea italiana, ove iniziano a nascere i movimenti politici come le Brigate Rosse. Il nazismo era una necessità in quel momento, perché ognuno si identificava in qualcuno che doveva avere una rivincita. Era il ritorno degli antichi rituali, dei monaci guerrieri. In questo film, la ragazza si mette un tappo con le lamette nella vagina e consente che il nazista la possieda, spaccandogli in quattro il glande; quello era il momento per le altre di fuggire, dunque il sesso attraverso la libertà". Così parlò Di Silvestro a quelli di Nocturno nel settembre 1997; roba che vale molto di più di qualsiasi citazione presa direttamente dal film. Le Deportate della Sezione Speciale SS è, fra gli erossvastica, uno dei meglio realizzati, più realistici e maggiormente concentrati sui personaggi. Nonostante si faccia passare una villa per un lager, tecnicamente il film regge: la regia di Rino di Silvestro, la fotografia di D'Offizi e la musica di Stelvio Cipriani danno vita a una messa in scena abbastanza cupa, dai colori spenti, a parte le bandiere naziste. Il film non presenta momenti di tortura estrema di quelli visti, ad esempio, ne l'Ultima orgia del III Reich (1977), piuttosto segue, giorno per giorno, la vita e le sofferenze delle detenute che sono vessate sia dalla solita aguzzina lesbica (Emma Costantino aka Erna Schurer di Nude per l'assassino, 1975) sia da un John Steiner nei panni di una SS sopra le righe. Questo non significa che Rino Di Silvestro abbia realizzato un film d'essai e che le Deportate della sezione speciale SS non offra la dovuta razione exploitation; le regole del genere vanno rispettate. Il film, più che mostrare situazioni violente, fa diverse concessioni sul piano sessuale ed è proprio su questo piano che le prigioniere vengono spogliate della loro dignità. Non appena arrivate al campo di concentramento, le donne vengono depilate e un voyeuristico primo piano concederà di vedere più di quanto, in genere, venga concesso. Non è l'unica scena a mostrare primi piani piccanti: altra occasione sarà data dal siparietto lesbo fra una prigioniera e Inga (Felicita Fanny); qui cambiano le prospettive e la macchina da presa prende l’attrice da terga. Ce n'è per tutti: la detenuta Carrol (Paola d'Egidio) s'innamora del militare Frederic (Rick Battaglia), la tresca viene scoperta e il quadretto romantico si conclude con la morte di entrambi, fucilati nudi; non manca, quindi, neppure un nudo maschile frontale. Se il sesso abbonda, ciò che manca è un po' di violenza e di sangue, cosa che ci si aspetterebbe da un naziploitation. A parte la sfuggente scena in una camera di tortura, il più del sangue è dato nella sopracitata sequenza che vede Tania infilarsi un tappo di sughero nella vagina per spaccare in quattro il glande di Herner; non si vede un granché... né qualcuno sperava si vedesse di più! Le Deportate della sezione speciale SS è un film un po' contraddittorio che rinuncia a situazioni di facile violenza per concentrarsi sulle atmosfere e sui personaggi e, in parte, ci riesce per poi tradire la sua natura exploitation tramite gli abbondanti nudi spinti. Non che infastidiscano.

TRIVIA

Rino Di Silvestro (1932-2009): “C’è stato un produttore che mi chiese di girare 10 porno in non so quanti giorni. Mi disse che li potevo girare in maniera artistica. Io gli domandai: «Mi vuoi spiegare cosa intendi?». Ma poi ci ripensai, aveva ragione lui. Da allora, per anni, ho sempre sognato di fare un film pornografico artistico e di farlo passare in censura. Non l’ho fatto perché non è mai stato il tempo giusto. Volevo usare artisticamente la pornografia. E si può fare! Si può fare vedere il membro in tutte le sue funzioni” (nocturno.it).

⟡ John Steiner si è ritirato dal cinema nel 1991 ed è andato a vivere in California. A partire dal 1993 fino al 2004 ha lavorato come agente immobiliare: operava a Beverly Hills e ha avuto, in quell’ambito, un grande successo.

Regista:

Rino Di Silvestro

Durata, fotografia

94', colore

Paese:

Italia

Anno

1976

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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