l'Ultima orgia del III Reich

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Voto:

Anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, Lise (Daniela Poggi) va a visitare il campo di concentramento in cui era reclusa. Con lei c'è l'ormai vecchio colonnello Konrad (Adriano Micantoni) che, ai tempi, gestiva il campo nella maniera più inumana possibile. In un flashback, la donna ricorda tutte le brutalità alle quali vennero sottoposte lei e le altre prigioniere, nonché l'origine di quella malsana passione che Konrad nutre ancora nei suoi confronti.

LA RECE

Nel bene o nel male, uno degli apici del naziploitation. I riferimenti e le fonti d'ispirazione sarebbero anche di livello, ma Canevari e soci finiscono per limitarsi a realizzare un erossvastica davvero turpe e feroce.

Penultima pellicola del poco prolifico Canevari, prima dell’addio ai set con Delitto carnale (1983) rimontato in modo da venderlo nel mercato hard col titolo Moana la pantera bionda. Deciso a tastare il terreno dell'eroSSvastica ma non volendone fare solo materia pruriginosa, il regista milanese prese a riferimento il Portiere di notte (1974) della Cavani con il rapporto vittima carnefice; le intenzioni elevate sembrano, però, perdersi fin dall'incipit tra le rovine di una fornace e il campo di concentramento, location recuperate fra il lago d'Iseo e Rho, paese fuori Milano. Si fa quel che si può. Protagonista la bella Daniela Poggi, espressione monocorde più nota al grande pubblico come presentatrice di Chi l'ha visto? stagione 2000-2004. Canevari non ci andò molto per il sottile: l'Ultima orgia del III Reich è uno dei naziploitation più crudi circa le torture inflitte alle detenute e non è privo di siparietti grezzi. In una delle situazioni iniziali, abbiamo soldati nudi in fila ad assistere a un documentario sulle perversioni sessuali: un soldato scorreggia, un altro gli tappa il sedere con un pollice mentre le immagini mostrano donne svestite, anche sì coprofaghe; quindi, un gruppo di ebree nude vengono fatte entrare nello stanzone e iniziano i rapporti sessuali. L’apice della truculenza si ha nella sequenza della cena dei nazisti che, da la Caduta degli dei (1969) in avanti, sembra essere un must: uno scienziato folle pontifica sul fatto che gli ebrei non dovrebbero essere uccisi ma utilizzati come cibo per i tedeschi; ne deriva pasto cannibalico. Dopodiché, una giovane ebrea viene cosparsa di brandy e le viene dato fuoco come fosse un maiale allo spiedo. Segue situazione da strali di censura che vede due nazisti fare sesso al fianco del corpo carbonizzato della poveretta, mentre il maschio della coppia palpeggia il cadavere. Ma non finisce qui: la Poggi verrà appesa a testa in giù con la capoccia sospesa sopra un contenitore pieno di ratti (chiaramente dei criceti inoffensivi) mentre altre detenute verranno sbattute in una vasca di calce viva dalla quale usciranno ustionate. Non manca la solita kapò sadica stile Ilsa la belva delle SS (1974) qui interpretata da Maristella Greco (Orinoco prigioniere del sesso, 1980) che getta prigioniere mestruate ai suoi doberman. Pure i retroscena sono torbidi: “C’era una scena in cui un tedesco doveva baciare i piedi ad Antiniska Nemour, allora le ho detto: “Vai a lavarti i piedi!”, perché era sporca ‘sta ragazza, non si lavava! A me lo dicevano la sarta e la truccatrice. Anche quella è sparita, non ha fatto più niente dopo. Il tizio che le baciava i piedi, invece, era un balordo di Milano, tant'è vero che poi l’hanno ammazzato in un regolamento di conti” (Nocturno dossier 19, 2004). Le pretese arty della pellicola, pur rimbalzando dalla Cavani a Brass di Salon Kitty (1976) e al Pasolini di Salò (1975) o, forse, proprio per questo, vanno a farsi benedire. In compenso, Canevari dà al pubblico una quantità di exploitation che basta e avanza: nudi, immancabili visite ginecologiche, lesbismo, torture, sceneggiatura e recitazione così così. Chiedere di più sarebbe di cattivo gusto. Consigliare questo film pare eccessivo, però, fra gli naziploitation, l'Ultima orgia del III Reich è un fulgido esempio di cinema di exploitation non all’acqua di rose.

TRIVIA

Cesare Canevari (1927-2012) dixit: “La Poggi l’avevo vista insieme a una ventina di altre ragazze. L’ho vista anche nuda: aveva un corpo stupendo e non sono manco stato lì a farle la prova, perché tanto le prove di recitazione non servono a un cazzo… a niente servono! E l’ho presa. Dalla prima scena ho capito che era meglio farla parlare il meno possibile perché non ci sapeva fare. Però aveva una bella espressione” (Nocturno 124, 2012).

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Cesare Canevari

Durata, fotografia

81', colore

Paese:

Italia

Anno

1977

Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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