the Descent: part 2

Non malfatto ma ciò che offre non si discosta poi troppo da quanto già visto nel notevolissimo primo film che, quindi, può bastare a sé stesso.

Inevitabile sequel, dato il successo del primo e notevole the Descent - Discesa nelle tenebre (2005). Squadra che vince non si cambia e, quindi, il seguito offre praticamente il medesimo menù già mangiato con gusto dallo spettatore nel 2005, meno la sorpresa delle portate che ora, ovviamente, sono tutte note, e ciò affossa non poco l’effetto generale. John Harris, montatore del precedente film, ha la mano ferma e orchestra tutto con decoro ma le strategie vincenti già proposte, e quindi ora risapute, non fanno più accapponare la pelle. I crawlers, però, sono ancor più orribili: pelle più scura, maggiori capacità di mimetizzazione, più deformi per suggerire un’endogamia selvaggia e, come gli squali, più file di denti. The Descent 2, alla fine, funziona comunque meglio di quanto abbiano funzionato altre pellicole che hanno cercato di cavalcare l’onda del successo del film di Marshall (qui solo produttore) ad esempio il Nascondiglio del Diavolo - the Cave (2005) o il Mistero della miniera di smeraldi (2006). John Harris tornerà con serenità al suo lavoro di montatore e the Descent: Part 2 rimane, ad oggi (dato 2024), il suo debutto e il suo unico film come regista.

Trivia. Jon Harris (1967) dixit: “Ho sempre trovato il montaggio la parte più gratificante. La regia è divertente ma essenzialmente molto frustrante, cosa che ho imparato facendo il regista. Non importa quanto si è organizzati, non si può mai ottenere tutto quello che si vuole in una giornata di riprese. Se ci riesci, allora non stai cercando di fare abbastanza. Rispetto al montaggio, non ti senti mai pienamente in controllo e devi abituarti a questo. Come montatore non devo parlare con sessante persone. Posso nascondermi, riflettere a fondo e, se ne ho voglia, anche fare un pisolino” (comingsoon.net).

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