la Donna nel mondo

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Voto:

Film documentaristico.

LA RECE

Documento, più che documentario, delle donne di allora, però filtrate attraverso la luce exploitation. Il film resta approcciabile anche perché poco violento circa le immagini offerte.

Altro epigono di Mondo cane (1962) prodotto non tanto per volontà di Jacopetti, al quale sarebbe bastato il film capostipite, ma per cavalcare l’interesse del pubblico e utilizzare i metri di pellicola tagliata in montaggio per la realizzazione del film del ’62 o, meglio, ciò che non verrà utilizzato per quel collage che fu Mondo cane 2 (1963). Jacopetti non ne andò fiero ma questo documentario sulla condizione della donna moderna (per gli standard di allora) riscosse un grande successo. Ci vengono presentate donne dell'esercito israeliano, donne che servono la messa, uomini delle isole di Papua che si truccano da donne, le piangitrici a pagamento del sud Italia, le starlette a Cannes, l'educazione sessuale nelle scuole giapponesi, quartieri a luci rosse con prostitute indecenti, missionarie in Africa, una tecnica fintissima di lifting-peeling per ringiovanirsi, e tanto altro ancora; per poi finire con una carrellata di mamme che hanno portato i figli malati a Lourdes per chiedere la grazia. "Queste donne che danno, danno, danno e non chiedono mai", e avanti così. Molto più innocuo a livello di violenza rispetto alla media dei consimili, la Donna nel mondo è una fiera di banalità, di scoop costruiti a tavolino e di immagini voyeuristicamente rubate per sollazzare la morbosità dello spettatore. Quindi, se la supposta finalità era intonare un peana al genere femminile, il vero fine si dimostra quello di ridurre il “sesso debole” al solito ruolo di oggetto da spiare mentre si toglie gli slip. Il genere mondo, nel suo spudorato exploitation, però, piaceva così. La pellicola, contestualizzata nella sua fase storica, è comunque godibile sia per il pubblico maschile sia per quello femminile e, dato l’anno di produzione, il tutto diviene un documento, più che un documentario. Le immagini sono condite dalle musiche di Riz Ortolani che sovente sottolineano beffarde le sequenze. La voce fuori campo è quella di Sibaldi, mentre nella versione internazionale è del grande Peter Ustinov.

TRIVIA

Victor Trivas (1896-1970) dixit: “Non riesco a immaginare un cinema indipendente. Il film è un prodotto industriale che deve trovare la sua strada verso il consumatore. I film sono fatti per loro, quindi soprattutto devono essere accessibili alle masse. In caso contrario, ha fallito sia dal punto di vista sociale che commerciale. Il regista deve cercare di trovare la vera connessione tra sé e il pubblico” (cinegraph.de).

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi, Paolo Cavara

Durata, fotografia

110', colore

Paese:

Italia

Anno

1962

Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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