Dove comincia la notte
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Voto:
Irving Crosley (Tom Gallop) ritorna a Davenport dopo la morte del padre. L’uomo vuole donare la casa di famiglia al fratello di Glenda (Elisabeth Riecke), una studentessa del padre suicidatasi anni prima. Irving evita la casa ma dovrà entrarci quando qualcuno lo avverte che Glenda è ancora viva.
LA RECE
Blando giallo-thriller in tutto e per tutto di Avanti ma diretto con mano ferma dall'esordiente Zaccaro. Mano un po' troppo ferma, però: un po' sedato e povero. Ad ogni modo merita la riscoperta.
Film d'esordio di gente poi diventata qualcuno. Prima di tutto il pacioso Tom Gallop che, da questa pellicola, balzerà in diversi prodotti televisivi e in mega produzioni quali A.I. Intelligenza artificiale (2001), Jerry Maguire (1996) e the Bourne supremacy (2004). Quindi, il regista Zaccaro che, da buon italiano senza finanziamenti per il cinema fantastico, dovrà piegarsi a una serie di sceneggiati tv da casalinga con la bava alla bocca. Il soggetto e la sceneggiatura la scrive Pupi Avati e questo fa la differenza; peraltro, la crew che lavora al film è la medesima impegnata in USA con Bix (1991), in modo da limitare le spese. Zaccaro, formatosi a Bassano sotto l'ombra di Ermanno Olmi, mostra un più che discreto controllo della macchina da presa: nonostante la limitata esperienza, e grazie al lavoro del Pupi nazionale, costruisce un thriller-horror con un'atmosfera sinistra che regge per buona parte del film benché non accada nulla di notevole fino a un finale che ha deluso molti ma che non ha compromesso la riuscita complessiva. La locandina scelta dalla distribuzione è impietosamente fuori luogo, dato che il film è pressoché privo di sangue e sicuramente privo di persone che si aggirano col coltellaccio. C'è, invece, un restauratore che si trova a indagare, e una casa che nasconde inquietanti segreti secondo uno dei paradigmi orrorifici del cinema di qualche anno prima ma innestato nella realtà quotidiana non partecipe degli accadimenti sinistri patiti dal protagonista: un assioma tipicamente avatiano. Insomma, a metà strada, anche cronologica, fra la Casa dalle finestre che ridono (1976) e il Nascondiglio (2007). Debolezze della pellicola: la patina da film tv data da una fotografia decisamente piatta, e la resa non eccezionale degli attori, Gallop compreso. Pregevole, invece, l'evitamento di sangue, tagli paranormali e morbosità sessuali facilmente sondabili per una trama che vede un vecchio professore in relazione extraconiugale con una studentessa. Nel complesso, più che dignitoso,, soprattutto se inteso come horror-thriller d'esordio: buon risultato nelle sale e premio a Zaccaro come miglior regista esordiente ai David di Donatello 1992. Certo, qualche dinamismo in più non avrebbero guastato.
TRIVIA
Maurizio Zaccaro (1952) dixit: “Per fare questo mestiere si deve essere abbastanza glaciali e distaccati: quando si consegna un film, quest’ultimo diventa autonomo. Sono legato a tutti film che ho diretto. Un film è come un figlio, una volta nato lo teniamo così com’è, nel bene e nel male” (lanostravoce.info).
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Maurizio Zaccaro
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
Italia
1991
Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
