... E non liberarci dal male
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Voto:
Le vacanze estive per le due studentesse di scuola cattolica Anne (Jeanne Goupil) e Lore (Catherine Wagener) diventa l’occasione per formalizzare la loro volontà di essere malvagie, votarsi a Satana e compiere il maggior numero di malefatte. Fino all’epilogo.
LA RECE
Film pervasivamente maligno ma di un'antimorale sciocca e viziata, così per le protagoniste tanto quanto per i loro educatori. Grezzo ma passibile di recupero pur non essendo una visione adatta a tutti.
Se non si tratta del film più famoso di Séria, fu di certo, fra i suoi, il più attaccato dalla Chiesa del tempo. Il regista francese, qui al suo debutto, compì una curiosa e riuscita sintesi di tribolazioni personali (un pessimo rapporto col padre che l’aveva parcheggiato in collegio) e un vecchio caso di matricidio, il caso Parker-Hulme del 1954, che vide colpevoli due giovanissime ragazze. Le due protagoniste del film abitano una provincia animata da pochi stimoli: la scuola cattolica e le loro famiglie perse in algide formalità e partite a scacchi. Anne e Lore, già nell’incipit, sembrano aver risolto il problema: consacrarsi al Male, ogni giorno sempre di più, con piccoli e progressivi gesti cattivi. A farne le spese un po’ tutti, compresi due poveri canarini che le due non esistano a uccidere, uno col veleno, l’altro schiacciandolo con la mano. Consapevoli del loro potere seduttivo, le due stimolano la lussuria di uomini, mettono nei guai due suore (che specularmente alle ragazzine vivono una relazione torbida), ridono delle reprimende sessuofobiche del parroco, e organizzano una messa blasfema usando ostie trattenute in bocca e non mangiate durante la messa (come vuole tradizione stregonesca) sposandosi fra loro e con il Maligno in una cerimonia officiata da un pover’uomo tardo di cervello. Anne, la più tremenda, anche vagamente sinistra nell’aspetto; l’angelica Lore, invece, piuttosto gregaria. Il satanismo delle due, però, non è un filosofico intento contro la morale, non una consapevole posizione sovversiva. Lo spirito che anima le due, pur declinato in pessimi atti, sembra mosso da un ribellismo capriccioso e infantile che non calcola mai le conseguenze degli atti compiuti, ad esempio giocare alle lolite col bovaro che s’ingrifa e tenta lo stupro. Il loro satanismo è sciocco, la loro antimorale è annoiata, viziata, tanto quanto la morale dei loro educatori. Che poi …E non liberarci dal male, dietro il velo della maladolescenza, è anche una storia d’amore di una certa disperazione fra due persone che, al freddo di una cultura antisentimentale, si sono trovate e si scaldano come possono, cioè fino a bruciare. Finale terribile e spietato, per le protagoniste e per chi le stava a guardare. Séria guida affastellando i vari episodi di cattiveria senza dare maggiore fluidità alla linea narrativa, ma lo spirito e l’aspetto un po’ grezzo del film, ivi compresa la recitazione non eccelsa delle due giovani, dà, di rimbalzo, un’aura naturalistica alla diabolica quotidianità delle streghette che s’intrattengono con Maldoror di Lautrémont. Film dall’atmosfera ormai un po’ (com)passata ma, a ben guardare, capace di far riflettere su tanti fattacci di cronaca anche attuali. Pellicola da recuperare e guardare in double bill con il Giglio nero (1956).
TRIVIA
Joël Séria (1936) dixit: “Ho ricevuto un'educazione religiosa e ho trascorso dieci anni in collegio con i parroci. In … E non liberarci dal male ho detto quello che ho provato quando ero lì. […] Quando ero alle medie, avevo visto la foto di una ragazza che, con la sua ragazza, aveva lapidato a morte i suoi genitori in Nuova Zelanda. Me la ricordo molto bella. E mi chiedevo come fosse possibile che ci fosse tanta violenza in un volto così innocente. […] E non liberarci dal male è un film forte in cui mi sono liberato. L'ho fatto in condizioni molto difficili, mi è venuto il mal di testa ogni giorno per fare questo film. […] Ma ho finito il progetto, anche se significava morire. Se dovessi fare un solo film nella mia vita, sarebbe questo.” (chaosreign.fr).
⟡ Il caso Parker-Hulme vide protagoniste, a Christchurch (Nuova Zelanda), la sedicenne Pauline Parker e la sua amica del cuore Juliet Humle, quindicenne. Le due uccisero Honorah Rieper, madre della prima. Fra Pauline, di estrazione sociale modesta, e la borghese Juliet, figlia del rettore dell’università del posto, si creò un legame che alcuni hanno voluto leggere come omosessuale nell’accezione più deteriore in voga ai tempi, ovvero specchio di una malattia mentale. Attrazione omosessuale o meno, le due ragazzine diedero vita a un privato mondo mentale di fantasie religiose nelle quali si sarebbe declinata una morale diversa dal cristianesimo, con tanto di Santi inventati e un paradiso, chiamato la Quarta Dimensione che, in condizioni di estasi, le due dicevano di poter visitare; la loro stessa amicizia era definita un’esperienza di illuminazione. È verosimile, alla luce di questi elementi, che il loro fosse un legame in cui i fattori erotici venivano denegati e traslati su un piano mistico, elevato, quindi non peccaminoso, ed è coerente, come loro successivamente hanno affermato, che mai vi furono contatti sessuali. Ad ogni modo, le ragazze decisero di uccidere la genitrice di Pauline perché ritenevano che questa non avrebbe mai permesso che le due si riunissero dopo che Juliet si fosse trasferita in Sud Africa, come da intenzioni paterne. Il piano scombiccherato, quindi, fu quello di uccidere la donna, incontrarsi in Africa e poi scappare ad Hollywood. Le ragazze, uccisa Honorah con un bastone al quale avevano fissato un sasso acuminato, vennero praticamente subito scoperte e condannate, ognuna, a cinque anni di carcere. Dopo il rilascio, Pauline cambiò nome in Hilary Nathan, si ricollocò in Inghilterra e lavorò per una scuola ippica per bimbi, dichiarando di essersi pentita profondamente per l’atto compiuto, scegliendo di vivere una piccola vita al margine della società quasi a scontare la sua colpa. Juliet, divenuta una scrittrice di successo dietro lo pseudonimo Anne Perry, attualmente risiede ad Hollywood dove può curare meglio la gestione del business legato ai diritti dei suoi scritti. Pare che Pauline e Juliet non si siano mai più incontrate dopo il processo. Pe-ter Jackson, dal caso Parker-Hulme, trarrà Creature del cielo (1994).
⟡ Destino triste e misterioso per Catherine Gisèle Jeanne Wagener, nata a Parigi nel 1952 ed abitante del cinema soprattutto in pellicole erotiche. Nel 1976, Catherine sparì dai radar, nel tempo tutti se ne dimenticano e lei morì sola e senza soldi. Il corpo di Cateherine venne ritrovato il 3 maggio 2011 ma in condizioni tali da non poter determinare il giorno esatto del decesso. La 58enne Catherine Wagener riposa nel cimitero di Père-Lachaise.
Titolo originale
Mais ne nous délivrez pas du mal
Regista:
Joël Séria
Durata, fotografia
110', colore
Paese:
Francia
1971
Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
