Emanuelle e le porno notti

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Voto:

Film documentaristico.

LA RECE

Sexy-mondo con una bellissma Laura Gemser alla quale vengono fatte dire cose un po' demenziali. Nel suo genere, decisamente mediocre. Non è un porno.

Altrimenti noto col prolisso titolo Emanuelle e le porno notti nel mondo n.2; peccato che una Emanuelle eccetera eccetera n.1 non ci sia mai stata. La cosa va spiegata. Nel 1977, Mattei girò le Notti porno nel mondo producendo abbastanza materiale per realizzare altri due documentari erotici. Infatti, l'anno dopo, Joe D'Amato, che aveva girato alcune scene per la pellicola di Mattei, editò le Notti porno nel mondo 2 che si dice sia un rimontaggio delle scene già presentate da Mattei. In Emanuelle e le porno notti, tuttavia, compaiono le stesse scene del film del ‘77. In più, la soggettiva delle strade di Las Vegas per le quali si aggira la Gemser era stata precedentemente girata da un Sandro Mancori non accreditato, e siccome parte del materiale ripresentato era quello girato da Massaccesi, nel calderone della regia ci si può mettere anche lui, pure lui non accreditato. Grande confusione, soprattutto per la scelta del titolo che mira a capitalizzare il successo della Gemser conseguente ad Emanuelle nera (1975) riprendendo contemporaneamente il titolo del mondo del ‘77 nel quale la Gemser faceva la padrona di casa. Tutti i dubbi e le perplessità, però, capitolano nell'udire la canzoncina che apre il film: "Questi blue jeans mi fanno impazzire, tanto difficili con questa lampo. Non essere teso rilassati un po', così... Fammi svestire continua a guardarmi, no non toccarti aspetta me. Non essere teso rilassati un po', così... Baciami i seni con tenerezza, come un bambino s'aggrappa alla vita”. Incipit di livello al quale segue la solita e abborracciata sequela di filmati vero-falsi: la messa nera, le spogliarelliste, la solita gente che beve J'n'B, la lotta nella schiuma e un disorientato pony scopone che la Gemser crede essere un asino. Non è che il film sia curatissimo: si vede l'avventore di un locale europeo all'inizio del film (che poi è il solito club privé romano) e lo si rivede verso la fine in Giappone, in tutt'altro segmento, che si fa tagliare il pene per farsene montare uno più grosso e finitissimo; il trapianto di pene da donatore defunto è un'idea di grande spessore trash, però, nel contesto disastroso del film, se ne perdono le potenzialità. Oltretutto, in questo innocuo documentario erotico, vengono buttate dentro violentissime immagini di maiali e maialini bastonati a morte, sventrati e mangiati; la cosa stona e quasi rovina tutto. Poi, però, la Gemser ne spara un'altra delle sue e si risale la china, rimanendo comunque a bassi livelli. La canzoncina iniziale consiglia di rilassarsi ma con me non ha funzionato e, quindi, casso. Buono solo per le scelleratezze verbali della Gemser, per la Gemser stessa e per la musica di Gianni Marchetti.

TRIVIA

Bruno Mattei (1931-2007) dixit: “Allora i film si facevano in un’altra maniera rispetto a oggi: si facevano tutte le posizioni di macchina, per terra, col dolly che camminava e i macchinisti che segnavano le crocette. Poi gli attori si mandavano in camerino ed entrava in azione il direttore della fotografia, che metteva le comparse nei posti dove c’erano gli attori. Quando finalmente lui era pronto con le luci, era sempre dopo la pausa, e quindi cominciavi a girare solo verso le quattro del pomeriggio. Ma era tutto talmente ben organizzato, che alla fine portavi a casa dieci minuti di film […] Adesso, c’è la frenesia di girare appena arrivi, alle otto e mezza, le nove, ti porti a casa cinque o sei minuti, perché fai tutti i pezzetti. E oggi, le maestranze che c’erano allora, macchinisti, elettricisti, non ci sono più. Oggi, se dici a un macchinista: “Fammi un segno per terra”, oppure,” Monta il carrello con la livella…”, non sa nemmeno cos’è, la livella – il carrello, infatti, lo vedi che balla. Mentre allora si lavorava in quella maniera molto organizzata e razionale; era una bella scuola” (Nocturno dossier 45; 2006).

⟡ Guizzi verbali estrapolati dal film. • "L'istinto bestiario (sic) nascosto in parecchie e in parecchi..." • "Oh, vi prego, ho i nervi tesi, voglio scaricarmi in voi" • "Ma al momento di andare al sodo, mentre i sette nani fanno la conta di chi sarà il primo fortunato [...], quella puttanella ha già trovato il principe azzurro della sua misura. Il che dà anche una morale alla favola e insegna come sono fatte le donne: uno le prepara e un altro le gode".

Regista:

Jimmy Matheus [Bruno Mattei], Sandro Mancori, Joe D'Amato [non accreditati]

Durata, fotografia

83', colore

Paese:

Italia

Anno

1978

Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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