Erotico profondo

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Voto:

Prostitute londinesi vengono uccise. È il dottor Dennis Orloff (Klaus Kinski) a farle fuori, turbato da un'infanzia difficile. L'ispettore Selby (Andreas Mannkopff) indaga e la sua fidanzata Cynthia (Josephine Chaplin) servirà come esca.

LA RECE

Un Jess Franco sotto controllo e un Kinski sedato. Il risultato è misurato e, a tratti, anche verboso e lento. Non mancano guizzi splatter e sexy ma meno di quello che il titolo promette.

Peculiare connection fra uno dei più scatenati registi spagnoli e uno dei più indomabili attori dell'epoca, quel fumantino di Klaus Kinski che Herzog, il suo "best fiend", dovette convincere a recitare puntandogli un fucile alla testa. Ordinaria amministrazione con Klaus. Va da sé che, con queste premesse e con un tema come Jack lo Squartatore, uno si aspetterebbe una selvaggia riduzione della storia del serial killer inglese. Invece, Erotico profondo, titolo che cerca di capitalizzare sull’inossidabile Profondo rosso (1975), è un horror decisamente controllato. A parte le nudità previste per una pellicola con questo titolo, e una o due sequenze di splatter deciso (fiaccato dalla qualità degli effetti speciali), la storia dell'assassino seriale di Withechapel riscritta da Franco è anche sì noiosa, sia per una serie di situazioni particolarmente verbose legate alle lente indagini svolte per lo più in ufficio (luogo di spompati scambi comici), sia perché lo spettatore conosce già l'identità del colpevole. Il tono pacato della pellicola, tuttavia, consente a Franco di mostrare capacità registiche insospettabili e un controllo quasi rigoroso. Fra lungaggini e siparietti sonnacchiosi, diverse inquadrature mostrano finezza e, nel complesso, rendono il film dignitoso. Dunque, una delle prove più decenti per Franco, il quale, girando una storia inglese (ma a Zurigo) sembra invaso dallo stile british di fare cinema. Ci tenta, a tratti ci riesce; poi, però, la mano scappa perché i limiti di budget sono visibili e le ragioni dell'exploitation vincono su tutto. Si trova, ad ogni modo, il tempo di tratteggiare alcuni personaggi secondari in maniera più che discreta, ad esempio il barbone cieco. Eroina della storia, Josephine Chaplin, figlia del grande comico, di una bellezza non canonica ma affascinante. Kinski pare un po' stanco o, forse, questo semplicemente era Kinski quando non in fase maniacale. Controllato anche lui, quindi, al pari di una storia che tenta, in maniera abbastanza facilona, di spiegare la follia del killer con un trauma infantile, cosa consueta ai tempi, e che risolve il finale con una soluzione presa da un'Accetta per la luna di miele (1970) di Bava. Il film, poi, si chiude in tutta fretta. Prodotto non esaltante ma lascia una buona impressione, anche se il pessimo titolo italiano è ingannevole perché l'erotismo è poco, e il doppiaggio è peggio.

TRIVIA

⟡ La seconda prostituta uccisa, quella che viene conciata peggio delle altre, è Lina Romay, futura moglie del regista Jess Franco.

Titolo originale

Jack the Ripper

Regista:

Jesus Franco

Durata, fotografia

92', colore

Paese:

Germania, Svizzera

Anno

1976

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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