Estasi di un delitto

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Voto:

Il borghese Alessandro de la Cruz (Ernesto Alonsa) racconta al capo della polizia che da anni desidera uccidere donne, per l’esattezza dal tempo in cui, da piccolo, vide morire la sua governante nell’istante in cui lui aprì un carillon che gli era stato detto avere il potere di eliminare i nemici. Da adulto, ritrovato il carillon, Alessandro tornerà a provare il desiderio di uccidere senza, però, riuscirci mai, finché l'amore per Lavinia (Miroslava Stern) sembrerà guarirlo.

LA RECE

Audace e irriverente psycho-thriller, come ci si aspetta, in effetti, da Buñuel. Un film sul crimine senza nessun crimine. Film di simboli (qui comprensibili) e feticismi.

Tratto dal romanzo di Rodolfo Usigli e distribuito in Italia solo nel 1964, Estasi di un delitto è l'ultimo film di Buñuel del suo periodo messicano, periodo che alcuni hanno definito commerciale. Non si tratta certo di una commercialità come può essere intesa oggi; infatti, questo film non manca del tocco bizzarro e immaginifico del regista spagnolo che pone Estasi di un delitto al di fuori del tipico psycho-thriller. Come primo elemento inusuale, Arcibaldo de la Cruz (Alessandro nella versione italiana) non compie nessun crimine durante lo svolgimento dei fatti narrati ma si limita a vivere nell'estasi di poterlo compiere. A innescare il desiderio e la fantasia omicida, un carillon e la musica che ne sortisce, così come succederà con esiti più violenti in Profondo rosso (1975); è anche la prima e l'unica volta che Buñuel fa ricorso a un leitmotiv nella colonna sonora di un suo film. Le macabre ossessioni di Alessandro sono il fulcro intorno al quale ruota questa black-comedy fatta di machismo impotente, ipocrisia borghese, stupidi turisti americani, preti compiacenti, educazione religiosa, artisti capricciosi e feticismi sessuali. Usando ripetutamente il gioco degli specchi e dei riflessi, il regista rivela parte delle sue stesse fissazioni: il feticismo per i piedi e un certo voyeurismo rintracciabile nelle attente osservazioni dei litigi fra amanti e negli incontri di Carlotta (Ariadna Welter) con i suoi uomini. Vi è anche l'ossessione di catturare l'essenza della donna perfetta attraverso Lavinia (Miroslava Stern) e la verosimiglianza del suo manichino; il concetto del doppelgänger verrà ripreso nel suo ultimo film: Quell'oscuro oggetto del desiderio (1977). Buñuel gioca con il thriller hitchcockiano e con la simbologia di questo: il bicchiere di latte (Notorious, 1946) e il rasoio, quest’ultimo doppio richiamo sia ad Hitchcock (Io ti salverò, 1945) che a se stesso (un Cane andaluso, 1929). Attraverso la bizzarra vita del protagonista Arcibaldo, gentiluomo patito di porcellane nonché serial killer wannabe, il regista sovverte le convenzioni del suspense-thriller dando vita a una visione irriverente e audace non solo del fenomeno omicidario ma anche, e soprattutto, della società e delle istituzioni. Ottima l'interpretazione dell'attore Alonsa, e curiosa la coppia composta dal riccone e dalla sua capricciosa e infedele consorte. Triste ulteriore motivo per guardare il film: esso rappresenta l'ultima e più nota interpretazione della sfortunata Miroslava Stern che si suiciderà alla fine delle riprese. Film curioso ma non eccessivamente criptico o simbologico e, comunque, mai noioso.

TRIVIA

⟡ La bellissima cecoslovacca Miroslava Stern ebbe con Estasi di un delitto la prima occasione di vero successo dopo una carriera in ruoli secondari. Accadde, però, che, per motivi sentimentali, la trentenne Miroslava si suicidò il 9 marzo 1955; la donna non era nuova a questi gesti: il suo primo tentativo di suicidio risaliva al 1942, quando un soldato col quale si sarebbe dovuta sposare fu ucciso in battaglia. Miroslava si tolse la vita pochi giorni dopo la fine delle riprese e il caso volle che il giorno della prima di Estasi di un delitto, in cui si vede bruciare nel fuoco un manichino che la ritrae, il cadavere della donna venne cremato. La triste vita dell'attrice ispirò un breve romanzo scritto nel 1990 nonché un film: Miroslava (1993).

Titolo originale

Ensayo de un crimen

Regista:

Luis Buñuel

Durata, fotografia

89', b/n

Paese:

Messico

Anno

1955

Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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