Donald Cammell

Regista

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Donald Cammell: il genio maledetto che morì guardandosi allo specchio

Donald Cammell si sparò alla testa il 24 aprile 1996 nella sua casa sulle Hollywood Hills. Tuttavia, non solo non morì immediatamente ma aveva anche calcolato tutto. Per quarantacinque minuti rimase cosciente, parlando con la moglie China Kong del suo capolavoro Performance, chiedendole, infine, di tenergli davanti uno specchio perché voleva "guardarsi morire". Le sue ultime parole furono: "Vedi la foto di Borges?", un riferimento diretto alla scena finale del film che aveva diretto ventotto anni prima, nella quale un proiettile penetra nella testa di Mick Jagger per rivelare l'immagine del poeta argentino. Come in tutto ciò che fece nella vita, Cammell aveva trasformato la sua morte in una performance, l'ultima e più radicale.

Figlio di un poeta amico di Aleister Crowley

Donald Seton Cammell nacque il 17 gennaio 1934 nella Outlook Tower di Edimburgo. Suo padre, Charles Richard Cammell, era poeta, giornalista ed editore di riviste d'arte e, soprattutto, Charles conosceva personalmente Aleister Crowley. Charles era affascinato dalla poesia di Crowley che considerava "un poeta di genio lirico", pur rimanendo "inorridito più di una volta" dalla sua condotta. Il giovane Donald crebbe in quello che lui stesso descrisse come un ambiente "pieno di maghi, metafisici, spiritualisti e demoni". La famiglia Cammell proveniva dall'impero navale Cammell-Laird, un tempo immensamente ricchi ma impoveriti dal crollo del mercato azionario del 1929. A otto anni, Donald fu mandato alla Catholic Abbey School a Fort Augustus, un'esperienza che lo segnò profondamente poiché pare che, là, egli abbia subito abusi sessuali che plasmarono il comportamento autodistruttivo per il resto della sua vita; in quella scuola, il piccolo Donald ebbe violente reazioni isteriche che obbligarono i genitori a ritirarlo da essa dopo soli due trimestri.

Il pittore prodigio che divenne il ritrattista dell'alta società

Prima di diventare un cineasta maledetto, Donald Cammell fu un autentico enfant prodige della pittura. A otto anni esponeva già alla Royal Drawing Society. A sedici vinse una borsa di studio per la Royal Academy, dove si formò prima di studiare a Firenze con Pietro Annigoni, celebre ritrattista italiano famoso per i suoi lavori in stile rinascimentale della Regina Elisabetta II basati sullo stile di Leonardo e Tiziano. Quindi, nei primi anni Cinquanta, Cammell si stabilì con successo come ritrattista a Londra e divenne presto molto noto, descritto come "attraente, talentuoso e sicuro di sé, irresistibile per buona parte del sesso femminile". Il suo notevole appetito sessuale lo portò ad avere relazioni con molte delle sue modelle, creando scompiglio nei matrimoni altrui. Nel 1954, Cammell sposò l'attrice greca Maria Andipa, con cui ebbe un figlio, Amadis, nato nel 1959. Dopo la fine del breve matrimonio, egli si trasferì a New York per vivere con la modella Deborah Dixon, concentrandosi sulla pittura di nudi di giovani ragazze che riflettevano i suoi interessi sessuali. Tuttavia, Donald si stava già velocemente annoiando della pittura ed era in cerca di un nuovo mezzo per la sua visione creativa.

Nel cuore della Swinging London: i Rolling Stones e il capolavoro che Hollywood voleva distruggere

Tra la fine degli anni Cinquanta e i Sessanta, Cammell divenne una figura centrale della controcultura londinese e parigina. In uno dei luoghi dove fremeva la vita dei più creativi ed eccentrici, Cammell strinse la fatale amicizia con Anita Pallenberg che lo introdusse nell'orbita dei Rolling Stones, influenzando così tanto la band che alcuni sostengono che Mick Jagger modellò le sue manie sceniche sullo stile di Cammell. In quegli stessi ambienti, Donald conobbe Kenneth Anger, il cineasta d'avanguardia satanista e, per lui, interpretò Osiride in Lucifer Rising; una vicinanza all'underground occultista che, come abbiamo visto, iniziò in infanzia e permeò tutto il suo lavoro cinematografico futuro.

Verso la fine degli anni Sessanta, la Warner Bros aveva pianificato di produrre uno speculare di Tutti per uno (1964), che aveva visto protagonisti i Beatles, ma con gli Stones; offrire il lavoro a Cammell fu una mossa strategica poiché la sua amicizia con Jagger avrebbe garantito la presenza di quest'ultimo. Il progetto prevedeva Nicolas Roeg nel ruolo di direttore della fotografia e degli aspetti tecnici mentre Cammell avrebbe diretto e scritto la sceneggiatura. Performance narra di Chas (James Fox), un gangster violento che si nasconde nella casa decadente di Turner (Mick Jagger), una rock star reclusa che vive con due donne, Pherber (Anita Pallenberg) e Lucy (Michèle Breton, appena sedicenne); in quella casa, tra droghe, sesso e giochi psicologici, le identità di Chas e Turner iniziano a fondersi fino all'esplosivo finale nella quale un proiettile penetra nella testa di Turner per rivelare una fotografia di Jorge Luis Borges. Le riprese si svolsero nel luglio 1968 a Notting Hill e l'atmosfera sul set fu decisamente allegrotta: droghe in ogni dove e scene di sesso sul set decisamente energiche e veritiere per una produzione hollywoodiana, tanto che il produttore Sandy Lieberson presentò il girato a un concorso di pornografia ad Amsterdam (il Wet Dream Film Festival) dove vinse il One-Night Stand Award.

Il maggior problema, tuttavia, fu il triangolo Jagger-Pallenberg-Richards. Anita Pallenberg era la ragazza di Keith Richards ma, durante le riprese, ebbe una relazione con Jagger, tanto che le scene di sesso nel film non furono affatto simulate. La tensione fra Jagger e Richards crebbe al punto che i Rolling Stones non crearono la colonna sonora del film come originariamente previsto. Oltretutto, il film ebbe un effetto traumatico su diversi partecipanti. James Fox divenne un cristiano rinato immediatamente dopo le riprese e non apparve in altri film per quasi un decennio. Anita Pallenberg sviluppò una grave dipendenza da eroina. Michèle Breton visse per alcuni anni vagando tra Francia, Spagna, India, Germania, coinvolta nel traffico e nell'uso di droghe pesanti; di lei si è persa qualsiasi traccia e si ritiene sia deceduta. Oltretutto, il test screening con la Warner andò più che male. Vi fu un esodo di massa dalla sala; la moglie di un dirigente della Warner vomitò per lo shock. Nicolas Roeg riferì: "Gli ospiti si allontanavano da noi. Ci trovammo in una stanza da soli; eravamo pària". Ken Hyman, capo della Warner Brothers, concluse che: "nessun lavoro di montaggio, re-looping o riprogrammazione avrebbe coperto il fatto che il film, in definitiva, non aveva senso". La Warner considerò di distruggere il negativo e citare in giudizio i cineasti. Il film, invece, fu completato nel 1968 ma non uscì fino all'agosto 1970, un ritardo di circa due anni. Il miracolo lo fece Frank Mazzola che creò montaggi di cross-cutting veloce all'inizio per comprimere l'apertura e far apparire Jagger sullo schermo prima, lo stile di montaggio non lineare che sarebbe diventato la firma del film. Ciò che alla fine permise l'uscita del film fu il successo di Easy Rider nel 1969, che convinse la Warner Bros che potesse esserci un mercato controculturale per il film. Ad ogni modo, la ricezione di pubblico e critica non fu granché positiva: Richard Schickel di Life la toccò piano: "il film più disgustoso, più completamente inutile che abbia visto da quando ho iniziato a recensire". Poi, il tempo passa e, come al solito le prospettive cambiano: oggi, Performance è considerato uno dei film britannici più influenti mai realizzati. Nel 1999 fu votato 48° più grande film britannico del XX secolo dal British Film Institute.

Generazione Proteus (Demon Seed), ancora una volta non supportato dalle major

Dopo Performance, Cammell passò sette anni a vedere progetti cadere a pezzi o perdersi in itinere finché non approdò a Generazione Proteus (1977), thriller di fantascienza prodotto dalla MGM. Cammell accettò il lavoro principalmente per ragioni finanziarie, anche se era intrigato dal soggetto, benché lo vedesse quasi come una commedia mentre la MGM voleva un fantahorror; da qui, la riconfigurazione operata dalla produzione sui girati da Cammell, contro la sua volontà e alle sue spalle, cosa che devastò l'artista, il quale giurò che, in futuro, avrebbe solo fatto film scritti da lui. Questa rigidità invisa alle major produttive, tuttavia, lo portò a poter realizzare solo due altri film: L'Occhio del terrore (1987) e il Tocco del Diavolo (1995), l'ultimo film di Cammell realizzato al soldo della Nu Image.

Il Tocco del Diavolo (Wild Side) e il tradimento finale

La Nu Image, una società di produzione di exploitation, ingaggiò Cammell, attratta dalla sua capacità di assicurarsi star come Christopher Walken, Joan Chen e la, al tempo, sconosciuta Anne Heche. L'azione dei produttori sul set fu fortemente invasiva, con continue richieste di maggiori scene di nudo, irritando al punto il regista che David Cammell, fratello di Donald, riferì: "a un certo punto stava per andare a sparare a [il produttore] Eli Cohen, ma sono riuscito a persuaderlo che sarebbe stata una cosa negativa sparare al produttore e poi uccidersi". Quando il cineasta consegnò il lavoro non ancora raffinato in montaggio, la Nu Image rimase inorridita e chiese a Frank Mazzola di rimuovere un sacco di girato, di flashback e flash forward. Mazzola si rifiutò di compiere un atto così insultante nei confronti del lavoro di Cammell e venne licenziato. Quindi, i produttori procedettero autonomamente ad un rimontaggio che divenne noto come "Nu Image cut", poi descritto da Mazzola come "una profanazione". La drepressione cronica della quale soffriva Cammell venne decisamente aggravata dal rimontaggio operato dalla Nu Image. La notte del 24 aprile 1996, meno di un anno dopo aver completato il suddetto film, Donald Cammell si sparò alla testa nella sua casa sulle Hollywood Hills.

L'eredità di un genio troppo complicato

Le persone che ricordano Cammell si alternano fra entusiasti e meno, ma tutti concordano nel sottolineare la complessità della sua persona: Keith Richards lo chiamò "la più distruttiva piccola merda che abbia mai incontrato. Un predatore, un manipolatore di donne e molto bravo in questo... Abbattere le persone era quasi una dipendenza per lui". Il produttore Elliott Kastner: "Donald era follia... Ma il suo talento era indiscutibile". Il regista Kevin Macdonald (L'Ultimo re di Scozia, 2006): "Non si è ucciso per gli anni di fallimenti lavorativi. Si è ucciso perché ha sempre voluto uccidersi". Mick Jagger: "La morte sembrava un'amica per lui; ricordo sul set prove intense che, a volte, degeneravano in pericolosi giochi mentali". Kenneth Anger: "Ho predetto il suicidio di Donald Cammell. Era innamorato della morte".

In effetti, Cammell parlò di suicidio tutta la vita e, nel tempo, concettualizzò la morte come "lo sballo definitivo"; mentre adottava comportamenti progressivamente preoccupanti, quali partecipare a riunioni con una pistola al suo fianco. Alcuni suppongono persino che il fallimento del film Il Tocco del Diavolo sia stato consciamente o, più probabilmente, inconsciamente programmato per fallire; quindi, Cammell si sarebbe auto-sabotato per avere una scusa per commettere un suicidio da sempre desiderato.

Donald Cammell rimane una figura tragica, talentuosa ma psicologicamente tormentata, distrutta da una combinazione dei propri demoni e di un'industria che non poteva accogliere la sua visione intransigente. Il suo suicidio, deliberatamente messo in scena per echeggiare il suo capolavoro, fu forse la sua "performance" finale. Cammell, una volta, scrisse: "L'unica performance che ce la fa, che ce la fa davvero, che ce la fa fino in fondo, è quella che raggiunge la follia". La sua morte fu esattamente questo.

Vero Nome:

Donald Seton Cammell

Luogo e data di Nascita:

Edimburgo, Scozia, Regno Unito, 17 gennaio 1934

Luogo E Data Di Morte:

Hollywood, California, USA, 24 aprile 1996

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