Feuchtgebiete
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Voto:
Helen (Carla Juri) è una adolescente ribelle in una famiglia di separati con una madre nevrotica e fissata con le pulizie. A ciò, la ragazza risponde con una scarsa igiene personale e una morbosa curiosità per tutto ciò che riguarda il sesso, i fluidi e gli odori corporei. Le emorroidi, problema di cui soffre fin da giovane, procureranno un inaspettato fattore di cambiamento nella sua bizzarra vita.
LA RECE
Una pellicola ben realizzata, bizzarra e dirompente nel rappresentare la femminilità come mai era stato fatto prima. Ergo, in Italia passa praticamente inosservata.
Adattamento della novella scritta da Charlotte Roche “Feuchtgebiete”, territori umidi, al centro di un dibattito sessual-femminista per i temi trattati a comporsi in un manifesto contro gli stereotipi che vorrebbero le ragazze pulite, brave e poco curiose sessualmente. Film, del Wnendt che resuscitò Hitler in Lui è tornato (2016), atto a rispondere definitivamente all’annosa questione: le belle ragazze fanno la cacca? La fanno, e pare non si fermino lì. Helen è una ragazza ribelle, bella seppur scritta come una che non badi troppo alle apparenze, curiosa circa la propria fisiologia e quella maschile in modo reattivo a una madre ossessivamente preoccupata per l’igiene, paranoide, dannosa nel suo modo di educare la figlia all’anaffettività; si aggiunga un padre anch’egli poco incline alla genitorialità. Sola a scoprire gli affetti e la sessualità, Helen fa esperimenti come una bambina troppo curiosa (e un poco masochista) cacciandosi tutto in bocca, esplorando le sue cavità con mezzi e modi bizzarri, strofinando la vulva sull’asse di water pubblici per vedere se è vero che in quel modo si contraggano le peggio malattie. Il film si apre in un bagno pubblico, quasi parodiando una nota sequenza di Trainspotting (1996), ad illustrare, tramite un’ispezione microscopica, il viaggio di Helen alla scoperta di ciò che non si dovrebbe fare secondo canoni socialmente prestabiliti. Feuchtgebiete accatasta situazioni disgustose o, piuttosto, quelle agite nel privato senza che nessuno possa vedere e giudicare. L’armamentario di Helen è il più vario: pipì, cacca, ispezioni nasali, vaginali e anali, esperimenti con assorbenti interni fatti in casa e scambiati dopo l’uso con la cara amica Corinna (Marlen Kruse), assaggi di sperma seccato sulle mani e altro ancora, fino alla sequenza, peraltro ben realizzata, di una pizza agli spinaci “arricchita”, scena passibile di divenire cult nell’ambito del cinema weird. Feuchtgebiete, però, non è solo un film che gioca sull’accumulo di situazioni repulsive; è, soprattutto, un film drammatico, una sorta di il Favoloso mondo di Amélie (2001) con una protagonista border (non che la francesina stesse poi meglio) senza fronzoli romantici ma con un gran dolore dentro per una famiglia malsana che lei spera incessantemente di ricompattare. Helen non è una ragazza esattamente gradevole: è subdola, irriverente, emotivamente ricattatoria e troppo affamata di un affetto traslato su un piano sessuale che, come ovvio, diventa terreno per promiscuità e caos. Helen, però, ha anche gli occhi belli che sorridono, muove a tenerezza, è infantile e fragile. L’erotismo del film non è ostentato, anzi si potrebbe definire Feuchtgebiete un film antierotico. Nondimeno, Carla Juri è una bella giovane e il suo corpo mostrato senza troppa malizia, nonché l’invasione che il film permette nell’intimità di una donna, facilmente possono stuzzicare l’erotismo maschile in un movimento circolare che vede la curiosità dello spettatore penetrare i segreti del corpo altrui, delle sue forme, dei suoi odori, dei suoi fluidi, rispecchiandosi nella curiosità di Helen. Il regista Wnendt dirige con sensibilità ma non ci va giù leggero in quanto a forza rappresentativa, anche se rispetta più dell’atteso il corpo femminile consentendo solo la piena visione di genitali maschili. Discutibile, forse, la chiusa del film che fa quadrato romantico su una storia che di conciliante aveva poco. Ciò non diminuisce l’impatto di una pellicola ben realizzata, bizzarra e dirompente nel rappresentare la femminilità come mai era stato fatto prima.⟡
TRIVIA
David Wnendt (1977) dixit: “Credo che un uomo possa dirigere una protagonista femminile in una storia intensamente femminile, e viceversa. Penso che sarebbe molto strano per gli uomini dirigere solo storie su altri uomini” (filmfestival-traveler.com).
⟡ Il servizio giornalistico che Helen e i genitori vedono stando a letto fa riferimento al disastro della fabbrica di fuochi d’artificio di Enschede, avvenuto il 13 maggio 2000, in cui persero la vita 20 persone e ne furono ferite 500.
⟡ La scena immaginata da Helen nella quale sua madre viene investita e si preoccupa della condizione dei suoi slip mentre riceve i soccorsi, cita Terrore dallo spazio profondo (1978) con il medico e la cittadinanza che reagisce urlando come gli alieni del film sopracitato ma, in questo caso, non per aver rilevato un umano ma per aver notato una macchia sulla biancheria intima.
Titolo originale
Id.
Regista:
David Wnendt
Durata, fotografia
109', colore
Paese:
Germania
2013
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
