la Figlia di Dracula
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Voto:
Due poliziotti trovano Von (sic) Helsing ancora al capezzale di Dracula pochi secondi dopo averlo trafitto col paletto di frassino. Von Helsing (Edward Van Sloan), arrestato e creduto matto, chiede che il collega Jeffrey Garth (Otto Kruger) venga ingaggiato per testare la sua salute mentale. Intanto, la contessa Marya Zaleska (Gloria Holden), figlia di Dracula, ruba il corpo del padre tenuto in locali guardati dalla polizia e brucia il corpo sperando di potersi liberare dal vampirismo. Incontrando Garth, Marya rimane affascinata dall'idea che il vampirismo possa essere sconfitto con la forza di volontà.
LA RECE
Tema non svolto benissimo ma si inizia a tratteggiare qualcosa di interessante circa il vampirismo femminile. Resta un buon gotico d'annata.
L'idea di produrre un sequel per una pellicola che aveva dimostrato di funzionare al box-office non era cosa ovvia negli anni ‘30. L’enorme successo di Dracula (1931) non stimolò subito la realizzazione di un seguito e, quando si giunse all'idea di un sequel, ci vollero altri sette anni prima di arrivare a realizzare un terzo film direttamente connesso al secondo (il Figlio di Dracula, 1943). La Universal fu restia a resuscitare Dracula e preferì cavarsela dando vita a seguiti nei quali agivano i suoi figli; il motivo principale fu la riluttanza di Bela Lugosi a indossare di nuovo i panni del vampiro, riluttanza vinta solo negli anni '40 quando l’attore si troverà al verde. Il progetto originario prevedeva di usare una sceneggiatura scritta da James Whale, regista di quel Frankesntein (1931) molto più vezzeggiato a livello di seguiti, ma, quando lo scritto di Whale arrivò all'attenzione dei produttori, lo si ritenne oltraggioso. Il lavoro, quindi, fu affidato a un manipolo di sceneggiatori. Alla regia, Lambert Hillyer, tanto prolifico quanto mediocre; su più di 150 film almeno 60 erano western di serie-B. Il pezzo letterario d'ispirazione è "Dracula's Guest" di Bram Stoker, racconto che avrebbe dovuto far parte del romanzo "Dracula" (1897) come un semplice capitolo ma che poi fu espunto e pubblicato nel 1914, due anni dopo la morte dello scrittore; il film è anche vagamente basato sul breve racconto "Carmilla" (1872) di Sheridan Le Fanu. Nonostante l'assenza del magnetico Lugosi, questo primo sequel si fa interessante per il passaggio concettuale fra il vampiro incarnazione del Male e il “vampiro suo malgrado" che combatte contro la propria natura. D’altra parte, i tempi non erano ancora pronti per una vampira davvero sovversiva. Se il comune Dracula della Universal rappresentava con orgoglio l’espressione della pulsionalità sessuale, certo in modo sinistro e maledetto ma pur sempre in linea con il ruolo virile del maschio, la donna succhiasangue non poteva permettersi lo sesso abbandono lascivo: meglio, per quegli anni, una vampira “penitente” che combattesse contro la liberazione del suo istinto. Marya Zalesca, creatura della notte e speculare alla biblica Lilith, rifugge se stessa nella speranza che l'autocontrollo possa tenerla distante dall'inconscio. Il regista Hillyer, non un genio della cinepresa, intuisce, tuttavia, il potere sinistro e affascinante di Zalesca che, incappucciata, pronuncia parole arcane vicino alla pira funeraria di suo padre immersa in un panorama che più gotico non si potrebbe. Marya, nonostante lotti contro la sua natura per tutto il film, ottiene l'opposto sfruttando i suoi poteri: il suo incontro con la modella Lili ha degli innegabili toni saffici davvero audaci per i tempi. Il merito del regista, al di là della costruzione di atmosfere gotiche, è aver tirato fuori il massimo dalla Holden che, di fatto, non era un'artista eccelsa. Peccato per alcuni siparietti che tentano di inserire nel racconto elementi comici quando, non solo non se ne sentiva alcun bisogno, ma essi rischiano di compromettere l'atmosfera generale. Nono-stante le intuizioni di Hillyer, molte cose del film vengono trattate in modo troppo sbrigativo: una su tutte il finale. In altre mani, probabilmente, la pellicola, complessa per le valenze insite nel vampirismo femminile, avrebbe potuto rendere di più. Anche così, comunque, risulta un vecchio horror assai gradevole.
TRIVIA
⟡ Il film venne più o meno rifatto nel 1994 da Michael Almerayda col titolo Nadja.
⟡ La Contessa Marya Zaleska batte gli occhi solo una volta durante il film, durante il party di Lady Hammond.
⟡ Fu l'ultimo horror prodotto sotto la supervisione di Carl Laemmle poiché, quattro giorni dopo l'inizio della produzione del film, la Standard Capital Corp., il maggior creditore della Universal, ne prese possesso e defenestrò la famiglia Laemmle e il vecchio Carl che aveva fondato la Universal.
⟡ Bela Lugosi, ai tempi, guadagnò 4000 dollari per essersi prestato a un servizio fotografico legato alla pubblicizzazione del film, benché non abbia partecipato ad esso.
⟡ Il nono giorno di riprese, il regista Hillyer si ferì poiché gli cadde in testa una luce di scena. Si disse, a fini pubblicitari, che l'evento fosse successo un venerdì 13, ma fra il 4 febbraio e il 10 marzo 1936, forchetta di tempo in cui il film fu girato, il 13 non cadeva di venerdì.
⟡ All'inizio fu ingaggiato alla regia A. Edward Sutherland per la cifra di 17.500 dollari. Siccome il progetto subiva continui ritardi, Sutherland si scocciò e mollò la produzione. Lambert Hillyer, regista di B-movie, fu ingaggiato con soli 5.000 dollari (circa 90.000 se aggiornati al valore del denaro del 2020). La pellicola finì comunque per costare 278.000 dollari (5.170.000 del 2020) divenendo una delle produzioni Universal più care del tempo.
Titolo originale
Dracula's Daughter
Regista:
Lambert Hillyer
Durata, fotografia
71', b/n
Paese:
USA
1936
Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
