Flaming creatures
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Voto:
Il folle dottor Ood (Horst Frank) riesce a tenere in vita la testa del grande chirurgo Abel (Michel Simon) spiccata dal corpo dopo averlo ucciso. La testa del luminare potrà dare, suo malgrado, consigli medici ad Ood che intende impiantare il cranio di una donna zoppa e gobba sul corpo di una ballerina.
LA RECE
Irripetibile pezzo di cinema avanguardista e destrutturato che avrà una notevole influenza per la pop-art di Wharol. Materia di scandolo un tempo, ora non più.
Vero e proprio pezzo di cinema underground di quelli che poi, negli anni, ne sono venuti a frotte con la spocchiosa volontà di vendersi come il top dell’originalità artistica, quando, di cose così, se ne facevano già all'inizio degli anni '60. Jack Smith girò questo corto e poco altro ma si fece subito amare dalla controcultura newyorkese. Handy Warhol andò in visibilio e Smith influenzò, con il suo modo anarchico di vedere le cose, il lavoro dell’artista come quello di altri sperimentatori, da John Waters (Pink flamingos, 1972) al Begotten (1991) di Merhige. Altri si esaltarono meno. Alla sua uscita, lo scandalo fu enorme: il film fu bandito in 22 stati USA e in 4 paesi esteri. Jonas Mekas, padrino del cinema d'avanguardia statunitense, negli anni '60 si sforzò di far girare il film in vari cinema ma venne arrestato ad ogni tentativo. Nonostante la condanna penale della corte newyorkese per oscenità, il lavoro di Smith, poi definito il padre della performance art, non rimase troppo a lungo nascosto. Ma cosa si vede di così sconvolgente in Flaming creatures? Nulla di che, diremmo oggi davanti a un pene ballonzolante, a qualche seno palpeggiato e a un gruppo di travestiti. Cosa diversa negli anni '60. A colpire, però, non è cosa ma il come. Smith, in un atto programmatico di non-cinema e di non-regia, invita davanti alla macchina da presa donne e uomini da circo dei miracoli e li filma finché loro non si annoiano, inscenando anche un finto terremoto realizzato con scossoni dati alla macchina da presa e tanto di grida. In realtà non si tratta solamente di accendere la telecamera e impressionare una pellicola ma della volontà di girare un pezzo di commedia anarchica che sbeffeggi Hollywood facendo dei suoi affreschi e delle sue star (specialmente dell'icona Maria Montez amata da Smith) un surreale paradiso in cui regna il transgenderismo al ritmo di un mélange musicale coerentemente incoerente. Il sesso, così tanto temuto, è solo concettuale e per nulla performato, quindi di pornografico non c'è nulla. Ci sono, invece, i semi del cinema trash e camp con gli attori pescati dalla strada, quelli della Drag Culture da cui verrà anche la Divine di watersiana memoria. Qui non si tratta di decidere se questo film sia bello o brutto, noioso o meno: Flaming creature è un esperimento filmico che va preso per quello che è, non de-contestualizzandolo dal periodo in cui fu prodotto. Un esperimento seminale di cinema in cui ogni regola viene messa al ban-do perché poi, con gli anni, si sappia (ri)costruire il cinema e l'arte secondo nuove regole che oggi lo governano con più consapevolezza. Film per pochissimi e voto 6 solo di facciata.
TRIVIA
Jack Smith (1932-1989) dixit: “Fai un'arte perfetta e sarai ammirato. Fai un'arte imperfetta e sarai amato” (IMDb.com).
⟡ Tecnicamente, il film è tuttora bandito negli USA benché sia visionabile gratuitamente in rete.
⟡ Jack Smith morì il 25 settembre 1989 per una polmonite contratta a causa dell'AIDS.
⟡ Il film fu realizzato in un giorno solo sul tetto di un palazzo della Lower East Side di NYC usando una pellicola scaduta.
⟡ Il compositore d'avanguardia John Zorn disse: "Jack Smith era il vero Warhol."
Titolo originale
Id.
Regista:
Jack Smith
Durata, fotografia
45', b/n
Paese:
USA
1963
Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
