Fluido mortale
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Un meteorite caduto in una cittadina di provincia porta in sé una creatura gelatinosa. Un vecchio viene attaccato dal Blob e i fidanzati Steve Andrews (Steve McQueen) e Jane Martin (Aneta Corsaut) portano l’uomo dal dottor Hallen (Steven Chase). Quest’ultimo chiede a Steve di investigare sul luogo in cui è atterrato il meteorite. I giovani provano ad avvertire la polizia ma nessuno sembra volergli credere. Intanto, il Blob si fagocita tutti coloro che incontra, diventando sempre più grande.
LA RECE
Fantascientifico anni '50 stranoto da noi per la trasmissione di Rai3. Interessante il commentario sociale, meno risucito, invece, a livello d'intrattenimento; su quello farà meglio il remake.
Molto prima che Enrico Ghezzi e Marco Giusti rendessero popolare in Italia il nome "Blob", termine che ora nel Bel Paese è indistricabilmente associato alla trasmissione tv, vi fu questo B-movie che riassumeva tutto lo stile e le tematiche dei low-budget fantascientifici anni '50. Fluido mortale è la quintessenza della minaccia aliena che, in quegli anni, era metafora dell'URSS o di qualunque altra cosa attentasse allo status quo degli States. Così, straripando sulla middle class statunitense, il Blob divorava l'ordine sociale, alieno informe degno rappresentante dei mutanti radioattivi. In Fluido mortale, tuttavia, la minaccia si giocava su due fronti: da una parte l'informe slime color ciliegia, dall'altra la rock generation che evidenzia il gap fra sé e gli adulti: tutti sono alieni, gli uni per gli altri. La superiore minaccia rappresentata dal Blob, però, coalizza le due generazioni con il messaggio sottostante che forse i giovani, per quanto persi in corse automobilistiche e ribellismo tutti-frutti, abbiano qualcosa da dire se ascoltati. Il bad boy Steve McQueen ben riassume il concetto, benché la sua recitazione rimanga nella media. Il ribaltone sociale viene rappresentato dal direttore della scuola che, negli attimi più concitati, per aprire la porta dell'istituto sfonda un vetro con una pietra (rock). A ben vedere, questo film è più interessante per i sottesi sociali che per la dimensione drammatica e orrorifica, infatti soffre per alcuni momenti tediosi soprattutto a causa dei soporiferi dialoghi nella stazione di polizia e, per quanto strano, risulta più misterioso e accattivante nella prima parte che nella concitata seconda parte. Il "piccolo Blob", che si attacca alla mano del vecchio e poi ne scioglie il corpo sotto il lenzuolo, è certamente più inquietante della mega-massa gelatinosa che invade il cinema facendo scappare gli avventori superstiti, i quali, se notate, se la ridono davanti alla cinepresa. Scena, questa, che ha comunque un gustoso valore metafilmico. In ogni caso, seppur non originale nella scelta di un'entità informe proveniente dallo spazio, Fluido mortale risulta più riuscito di altri fantahorror, a partire dai pacchiani titoli iniziali fino a giungere al quadro sociale rappresentato dai ragazzi e i genitori alla Happy Days. Da riscoprire in double-bill con il remake il Fluido che uccide (1988); da evitare, invece, il sequel Beware! The blob (1971).
TRIVIA
⟡ A Steve McQueen furono offerti 2.500 dollari o il 10% degli incassi. McQueen scelse i 2.500 dollari perché non pensava che il film sarebbe stato un successo e, così, finì per incassare 200 volte meno di quello che avrebbe ottenuto accettando la percentuale. Peraltro, Steve McQueen fu ingaggiato dai produttori con un contratto mirato alla realizzazione di tre film di cui the Blob avrebbe dovuto essere il primo. Fu così difficoltoso lavorare con McQueen che i produttori sciolsero il contratto e non lo fecero lavorare nelle altre due pellicole.
⟡ Il Blob fu creato, per le scene iniziali, modificando un grosso gavettone; per le sequenze in cui è più grosso, invece, fu usato del silicone colorato.
⟡ Questa produzione indipendente fu inizialmente associata dalla Paramount al loro film Ho sposato un mostro venuto dallo spazio (1958) supponendo che, dei due, the Blob fosse quello che avrebbe incassato meno. Gli screening test e i primi incassi, invece, fecero notare ai capoccioni della Paramount che era proprio the Blob ad avere più successo. Così, mantenuto il double bill, il film di Yeaworth Jr. divenne la pellicola ammiraglia e furono investiti molti più soldi per la promozione.
⟡ La canzone iniziale, scritta da Burt Bacharach e Hal David, fu accreditata al gruppo The Five Blobs; in realtà il cantante era solo uno, Bernie Knee, che registrò tutte le tracce vocali.
⟡ Il titolo originale avrebbe dovuto essere "The Glob" ma si scoprì che il cartoonista Walt Kelly aveva già usato quel titolo.
⟡ Il vecchio che scopre il meteorite e che diventa la prima vittima del Blob fu interpretato dal veterano del cinema Olin Howland. Questo sarebbe l’ultimo film per Howland in una carriera che comprendeva almeno 200 pellicole a partire dai tempi del muto.
⟡ Questo è l'ultimo film in cui Steve McQueen compare nei credits come "Steven".
⟡ Nello script, il Blob veniva indicato con il termine "The Mass".
⟡ Il cinema da cui tutti scappano è il Colonial Theater di Phoenixville (Pennsylvania).
⟡ Il film che viene mostrato al cinema è Daughter of horror, ai tempi distribuito come Dementia (1955).
⟡ Nella sequenza al cinema si vede il poster di un film intitolato the Vampire and the robot. Benché questo fosse uno dei titoli proposti per il film Mother Riley meets the Vampire (1952), il poster non rappresenta nessun vero film. In pratica, si trattava di una modifica apportata alla locandina del film il Pianeta proibito (1956).
Titolo originale
The Blob
Regista:
Irvin S. Yeaworth Jr.
Durata, fotografia
86', colore
Paese:
USA
1958
Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
