i Frati rossi
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Voto:
Tardo gotico del poco dotato Martucci (Trhauma, 1980) con aspetto televisivo mal digeribile ai tempi e peggio oggi, nonché recitazione che segue a ruota. L’interesse, ormai moderato, verte soprattutto sulla cialtronata di aver attribuito il lavoro a Lucio Fulci (tanto che, in Germania, il film fu distribuito con smarginato coraggio come "il Capolavoro di Lucio Fulci"), mentre, come fu poi dimostrato, Fulci nulla ebbe a che fare con i Frati rossi che, d’altra parte, in nessuna parte della pellicola mostra il tocco del noto regista. Nel film, abbiamo una Lara Wendel (Maladolescenza, 1977) in piena maturità fisica - ben illustrata - che si unisce in matrimonio al ricco Roberto (Gerardo Amato) ma la presenza della donna viene avversata sia dalla governante (Malisa Longo) sia da una setta più o meno satanica che della neo-sposa vuole farne sacrificio. Insomma, goticismi in totale ritardo rispetto a un cinema che, da anni, aveva virato sullo slasher o su tematiche psicopatologiche. Una location con qualche potenzialità viene del tutto sprecata per strutturare una storia confusa (i ragni, l’astrologia, …), bolsamente recitata e con queste assurde esplorazioni delle segrete compiute dalla Wendel coperta da una vestaglia da notte ricca di pizzi e trini. Mediocre.

Regista:
Gianni Martucci
Durata, fotografia
85', colore
Paese:
Italia
1988
Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0