Freehold

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Voto:

L’agente immobiliare Hussein (Mim Shaikh) vede la sua vita domestica, e non solo, sconvolta per l’occulta presenza in casa dello strano Orlan (Javier Botet).

LA RECE

Originale film che potrebbe risolvere una serata già solo per la sua bizzarria. Potrebbe forse valere come pellicola introduttiva per mainstreamer al mondo delle pellicole weird. Iniziatico, spassoso ma anche cupo.

Inusuale home-invasion moderno ed ironico, anche distribuito come Two pigeons, in cerca di sorrisi ma anche di far affiorare il dramma della crisi degli appartamenti, della gente che perde la casa e del cinismo di coloro che non si fanno scrupoli a fartela perdere. In realtà, Freehold non colpisce tanto per il commentario etico, quanto per la fisicità di Javier Botet, per il suo umorismo cringe molto di moda con l'espansione dei social e per l’ambiguità narrativa che regge l’ipotesi di un inquilino indesiderato forse entità fantasmatica o demoniaca. Tramite un uso molto acuto degli spazi limitati e di un budget che deve essere stato altrettanto risicato, Bridges, al suo primo lungometraggio (e stupisce), diverte e inquieta poggiandosi sulle scarne spalle di Botet, due metri di uomo affetto dalla sindrome di Marfan, che in Freehold si mostra senza veli e make-up dopo tante partecipazioni filmiche nei panni di mostri (Rec, 2007; la Madre, 2013; the Conjuring - il caso Enfield, 2016; la Mummia, 2017; It, 2017). Freehold è, di fatto, il Botet-movie per eccellenza, con parti nelle quali l’attore si esprime fisicamente come una creatura metafisica ed altre nelle quali emerge con aria romantica da rocker bruciato. La durata limitata del film tampona i danni di una pellicola che ripete ricorsivamente la struttura dello scherzo preparato da Orlan e subìto da Hussein puntando ogni volta sempre più su, verso situazioni disgustose o imbarazzanti. C’è, però, questo meccanismo di simpatia-antipatia, empatia-distacco verso i due personaggi, a turno villain e vittime, che pone Freehold un gradino sopra il semplice divertissement che rischia di sembrare. Fosse anche un film visionato come simpatico diversivo, funzionerebbe più che dignitosamente per la sua originalità.

TRIVIA

Dominic Bridges dixit: “L’idea per il film viene da un'esperienza personale, l’aver comprato casa a Londra ed essere stato preso in giro da alcuni agenti immobiliari locali, unita al ritrovamento di un articolo di giornale su una signora, era un giornale di Hong Kong […], su una donna che viveva in questa casa di uomini, dietro il loro frigorifero, da tre anni. Così ho provato una sorta di odio bruciante per gli agenti immobiliari ma piuttosto che comportarmi in modo apertamente aggressivo... c’è un modo più pacifico di vendicarsi? Ecco da dove viene l’idea ma poi, come abbiamo scoperto […] quello che pensavo fosse un modo più pacifico di cercare vendetta è, in realtà, un modo davvero oscuro, sporco e orribile” (the-hollywoodnews.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

Dominic Bridges

Durata, fotografia

80', colore

Paese:

UK

Anno

2017

Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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