[REC]
Voto:
La giovane telereporter Angela (Manuela Velasco) e il cameraman Pablo stanno girando un reality sul lavoro dei pompieri che seguiranno di gran lena quando questi verranno chiamati a risolvere un problema in una palazzina. Il guaio sembra essere di semplice soluzione: una donna un po' matta va portata in ospedale; tuttavia, le cose smettono di essere semplici quando la stessa donna morde un poliziotto. Le autorità, temendo il diffondersi di un'epidemia, sigillano il condominio e tutte le persone che vivono in esso, compresi Angela e Pablo. Videocamera alla mano, i due decidono di continuare a documentare la tragedia.
LA RECE
Efficacissimo esempi di found footage che riesce a rivitalizzare tropi apparentemente esauriti per tramutarli in un'esperienza di notevole terrore fra momenti di tensione e sequenze di gore esplicito. La precarietà dell'immagine diventa non solo personaggio a sé ma, più ampiamente, significato sociale.
Nonostante il modello cinematografico inaugurato da the Blair witch project (1999) sia stato da più parti criticato sia per l'intrinseca anti-cinematograficità, sia per l'effetto emetico dovuto al continuo movimento dell’immagine, ciò non toglie che esso abbia attirato pubblico in sala e si sia dimostrato assai seminale. Fra riprese tremolanti e frettolose in location del tutto diverse dai curati set cinematografici, l'orrore sembra palesarsi in una forma genuina di facile identificazione perché potenzialmente nota allo spettatore che, infatti, ha la galvanizzante e ingannevole sensazione di vedere qualcosa che, in fondo, avrebbe potuto girare lui stesso, la fallace logica del “così posso farlo anche io” di tanti fruitori di arte moderna. Questa la principale forza dei POV film (Point of View), se così vogliamo chiamarli. Questo il motivo per cui, pur criticatissimi, sono comunque fiorite tali pellicole che hanno fatto tesoro della lezione impartita anni fa da Cannibal holocaust (1979). [Rec] di Plaza (Second name, 2002) e Balaguerò (Nameless, 1999; Darkness, 2002) non cresce, quindi, sul terreno dell'originalità e sceglie un percorso che, bene o male, ha dimostrato di garantire un certo ritorno di pubblico (Cloverfield, 2007). Inoltre, ciò che il film propone è, in sostanza, uno zombi-virus, non esattamente qualcosa di mai visto (28 Giorni dopo, 2002), dialogando con opere come la Notte dei morti viventi (1968) di Romero per la sua dimensione claustrofobica e l'isolamento forzato dei protagonisti, ma anche con Demoni (1985) di Lamberto Bava per la sua concezione dell'infezione come fenomeno tanto biologico quanto spirituale, creando un ponte tra tradizione zombie e possessione demoniaca che verrà poi esplicitato nei sequel. A partire da un'indiscutibile derivatività, [Rec] riesce, tuttavia, ad avere l'aspetto di un'opera fresca e inquietante, sfruttando in modo intelligente ambienti banali (che poi avranno molto riscontro nei videogiochi horror) e personaggi comuni senza sforzarsi di dare uno spessore psicologico ai protagonisti. Le vittime, seguendo una cinica tradizione più Europea che Americana, sono di ogni tipo, senza che vi sia un irreale pietismo verso bambini o donne, e senza che vi siano protagonisti invulnerabili alla minaccia. La paura viene dalla reazione convulsa dei vivi, più che dal terribile aspetto dei morti; gli effetti speciali fanno uso della cara vecchia protesica senza incursioni nel digitale che avrebbe tolto forza al realismo di ciò che viene descritto. I due registi progrediscono nel racconto passando da un incipit soporifero a un ritmo sostenuto. Come ci si può aspet-are dalla ripresa con handycam, i piani sequenza sono molto lunghi e non sempre riescono a inquadrare con precisione il motivo che spinge i protagonisti al terrore, lasciando allo spettatore il lavoro ingrato di intuire la minaccia. L'assenza di un qualsivoglia score musicale rende il tutto ancor più realistico e perturbante. Il nucleo tematico del film, più che i temibili contagiati, è il valore che assume la volontà di documentare a tutti i costi la realtà. Nell'era del reality show, [Rec] rappresenta l'estremizzazione del moto voyeuristico che surclassa l’istinto di autoconservazione: "Pablo riprendi tutto, porca puttana" è il manifesto programmatico non solo di [Rec] ma di un intero approccio culturale che pare aver preso piede nel momento in cui la tecnologia ha permesso a tutti, proprio tutti, di improvvisarsi musicisti, fotografi, registi, ottenendo quei 15 minuti di notorietà vaticinati da Warhol. Quindici minuti a qualsiasi costo che lasciano trasparire una profonda insoddisfazione per la comune vita, a meno che qualcuno, guardandoci, non certifichi la nostra esistenza e, tramite questo stesso processo, attribuisca alla vita valore e senso. Interessante anche la figura di Angela Vidal, una curiosa evoluzione dell'archetipo della final girl che non è vittima passiva né semplice sopravvissuta ma testimone attiva che, anche per questioni di lavoro, va verso il pericolo anziché scappare da esso. Il film di Plaza e Balaguerò non passa inascoltato sui nervi dello spettatore, soprattutto se ci si concede una visione solitaria; contemporaneamente all'intrattenimento, la storia lascia sulla strada qualche riflessione sui modi e i mezzi della nostra società social. Consigliato con seguiti: [REC]2 (2009), [REC]3 - la Genes (2012) e [Rec]4 Apocalypse (2014). Il remake statunitense Quarantena (2008) è superfluo.
TRIVIA
Paco Plaza (1973) dixit: “Sono molto spaventato dalla violenza fuori contesto. Una rissa in un caffè la mattina, qualcuno che si lamenta perché il caffè è freddo e le cose si scaldano. Violenza eccessiva” (cineuropa.org).
⟡ Per il film non è stato costruito nessun set; è stato girato davvero in un condominio che si trova a Barcellona, nella Rambla de Catalunya.
⟡ Il cameraman Pablo non viene mai filmato in volto.
⟡ Non ci sono titoli di testa.
⟡ Nessun attore era stato avvertito che, in una certa scena, sarebbe stato fatto cadere il corpo (finto) di un pompiere dalla tromba delle scale; quindi, la reazione di paura mostrata dagli attori fu assolutamente genuina.
⟡ Uno dei successivi horror del regista, Bed Time (Mietras duermes, 2011) ha il titolo originale in totale "assonanza" con la trasmissione televisiva per la quale lavora la troupe che segue i pompieri, ovvero: Mientras usted duerme.
Titolo originale
Id.
Regista:
Jaume Balagueró, Paco Plaza
Durata, fotografia
85', colore
Paese:
Spagna
2007
Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
