Cannibal holocaust

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Quattro filmmaker americani (Francesca Ciardi, Luca Barbareschi, Cari Gabriel Yorke, Perry Pirkanen) sono scomparsi nella foresta amazzonica senza lasciare traccia. Il professor Monroe (Robert Kerman) guida un gruppo di persone in una spedizione di salvataggio per trovare i dispersi. Dopo parecchie peripezie disgustose, lo studioso recupera le pellicole che i quattro hanno girato prima di essere uccisi brutalmente dai cannibali. Tornato a New York, Monroe visiona le pellicole e scopre che quella che inizialmente era sembrata una disgrazia causata dalla ferocia dei cannibali ha, in realtà, ragioni più profonde. Scioccato da ciò che ha visto, lo studioso cercherà di convincere i direttori di rete, i quali non hanno visto le pellicole ma ne subodorano il potenziale televisivo, a non pubblicare quel documento.

LA RECE

Apogeo di un genere brutale e furbescamente exploitation, ma le ragioni di questa "Violenza brutale, stupro disumano, cannibalismo nauseante" vanno contestualizzate. Non espressamente consigliato ma se un cannibal va visto, questo è quello.

Lanciato con la frase: "Violenza brutale. Stupro disumano. Cannibalismo nauseante. Questo è il mondo di Cannibal Holocaust", tagline per una volta veritiera per un film censurato in 50 paesi, croce e delizia di Ruggero Deodata e, con tutta probabilità, il suo capolavoro. Ci sono precise e diverse ragioni culturali che giustificano l'esistenza di pellicole come Cannibal holocaust e la sua indigesta violenza sugli animali. Il film, come quelli del genere mondos e tutto lo shockexploitation, spettacolarizzava la morte in un periodo storico in cui tutto esplodeva parossisticamente in un moto di liberalizzazione delle idee e delle immagini. Era il periodo dell'esaltazione dell'eccesso, e il cinema, come qualsiasi altra forma d'espressione culturale, non sfuggì a un ribellismo infiltrato dalle leggi di mercato. Cannibal holocaust nacque sotto questa stella, florilegio di eccessi che qualcuno ha voluto leggere erroneamente come una vaga critica exploitation - perché accusava mostrando - verso gli spregiudicati mondos di Jacopetti (Mondo cane, 1960) quando, in realtà, il lavoro di Deodato e Gianfranco Clerici (storia e dialoghi) puntava profeticamente il dito contro un generale eccesso dei media che, in tv, iniziavano a nutrire gli spettatori con violenze e manipolazioni. Inoltre, il culto di Cannibal holocaust, pellicola di ben nota pochezza di budget, si rinnova ogni anno per questa sua capacità di far versare fiumi d'inchiostro alla critica e agli appassionati since 1979. È un cult poiché, attualmente, una tale produzione sarebbe giustamente improponibile. È un cult per il fatto di aver non creato ma cementato un genere nella storia del cinema. Deodata non è un genio, è solo un professionista che ha saputo subodorare il feticismo voyeuristico del pubblico che, pochi anni dopo, noi artefici, si è fatto format, si è fatto intero palinsesto, e pochi anni di seguito, si è fatto social. Moltissimi filmoni d'epoca hanno fatto incetta dello spregiudicato stile mondos-cannibal ma nessuno ha alzato barricate contro quei film - Apocalypse Now (1979), per dirne uno - certamente più ricchi e autoriali. In nome dello spettacolo, un tempo ogni mezzo era lecito, ivi compresa l'uccisione di animali: nei vecchi western, ad esempio, tendevano corde per far cadere i cavalli in corsa, i quali si azzoppavano e venivano poi soppressi. Violentissimo nelle scene di sangue contro gli umani, Cannibal holocaust è, però, soprattutto ricordato per l'uccisione di animali, che essa sia avvenuta espressamente per le riprese o le riprese siano state effettuate catturando "animalicidi" che sarebbero comunque avvenuti per ragioni alimentari. Un cinismo che incarna alla perfezione il sottogenere a cui Cannibal holocaust appartiene, anzi, ne demarca tematiche e stile e, a differenza dei consimili, dimostra cura e verosimiglianza; per non dire della seminalità rispetto a tutti quei film che hanno usato lo spunto del found footage: the Last Broadcast (1998) e, di seguito, the Blair witch project (1999). Da un punto di vista narrativo, poi, Deodato gioca con lo spettatore che è alternativamente complice voyeuristico della troupe sadica ed esterrefatto spettatore, specularmente al professor Monroe, in un movimento di proiezioni davvero spiazzante. La morale conclusiva è lo square-up che, come nei road-show exploitation degli anni '40, vorrebbe riportare il nitore là dove il film stesso aveva gettato fango ma, almeno, Cannibal Holocaust, nella sua furberia, esprime in maniera schietta e limpida quanto altri avevano fatto in modo più confuso circa i limiti della rappresentazione della violenza. Sull'uccisione degli animali non si può che inorridire, soprattutto quando si viene a sapere della morte per crepacuore delle scimmiette di riserva che avevano visto decapitata una loro simile. È una magra giustificazione quella data da Deodata che sosteneva di non essersi accorto della crudezza del film fino alla sincronizzazione con la musica di Ortolani, la quale sottolineava per contrasto le riprese con una pacifica melodia. Le leggi a protezione degli animali nel cinema, entrate in vigore in USA nel 1980 e poi adottate dalle altre nazioni, garantiscono che non si ripetano più questi "esperimenti" in nome dell'arte e di un ragionevole guadagno. Contestualizzare è, d'altronde, l'unico modo di poter leggere serenamente questa pellicola così ostica e ostacolata, la quale, dopo un mese dalla distribuzione, venne sequestrata e ridistribuita con tagli solo al termine di quattro anni. Bandito in quasi tutti i Paesi e circolato in bootleg per anni, Cannibal holocaust, punta di diamante ed epigono più noto di un genere, oggi può essere visto da tutti, così che si possano rendere conto di quanto gli eccessi video di internet e televisivi intercorsi dal 1979 ad oggi abbiano reso la pellicola di Deodato materiale quasi innocuo. Quasi. Non meno tremendo che uno shockmaster come Deodato, che pur rialza la testa con flick sanguinari come Ballad in blood (2016) e Deathcember (2019), abbia dovuto passare sotto le forche caudine delle ragioni televisive con i Ragazzi del muretto (1991-1996), Noi siamo angeli (1997) e Incantesimo 8 (2005-2006). Da crepacuore pure questo.

TRIVIA

Ruggero Deodato racconta: "Era una situazione selvaggia. Quando abbiamo preso i coccodrilli per legarli e fare i primi piani ci siamo accorti che non avevano le zampe: alcuni cinesi della troupe le avevano tagliate per farci elisir afrodisiaci. Era tutto un mondo così. Siamo finiti in un villaggio dove gli aborigeni non avevano mai visto un uomo bianco e sentito mai una voce straniera. Non avevano le vocali ed emettevano solo dei grugniti che dovevamo interpretare. [...] Vivevano in famiglie di diciotto persone, uccidendo le femmine appena nate e mantenendone giusto qualche esemplare per poter procreare... ma non troppe" (Nocturno dossier 73, 2008).

⟡ Fra le tante scene ben riuscite c'è quella della ragazza impalata. li trucco è stato realizzato fissando un sellino da bici su un palo e facendoci sedere sopra l'attrice, la quale, poi, ha tenuto in bocca un altro pezzo di legno di balsa.

⟡ Molti hanno parlato di un segmento mai apparso che trattava di un uomo della tribù, legato, che veniva dato in pasto ai piranha; fotogrammi di questa scena sarebbero apparsi su alcuni cartelloni pubblicitari. Peccato che Deodato abbia sempre affermato di non essere stato in grado di girare quella scena perché la telecamera subacquea non funzionava bene.

⟡ Il filmato documentaristico Last road to hell che mostra la guerra in Africa, esecuzioni ed altro, è vero materiale giornalistico.

⟡ L'attore Cari Gabriel Yorke arrivò dagli USA in Colombia senza un'idea chiara di cosa avrebbe dovuto fare. Yorke si rifiutò di sparare al maialino che, quindi, fu ucciso da Barbareschi, ma riferì che la scena più difficile da realizzare fu quella di sesso con Francesca Ciardi (Faye) dato che fra i due attori c'era un pessimo feeling: "Una persona con cui era molto difficile andare d'accordo. Potrei dirtene di ogni. Intanto c'era molta gente sul set che proprio non la sopportava. Ho cercato di entrare in sintonia con lei il più possibile ma non credo che le piacesse molto quello che doveva fare nel film e per alcune cose forse era impreparata. Aveva continui diverbi con Ruggero, anche se poi era lui ad averla vinta. Penso avessero anche una specie di storia, ma non ne sono sicurissimo" (Nocturno 90, 2010).

⟡ Robert Kerman ha interpretato alcuni film hard di Gerard Damiano con lo pseudonimo Richard Bolla. Deodato, quando ingaggiò l'attore, non sapeva del suo impegno nell'hard; la priorità del regista era di scritturare attori sconosciuti che potessero svanire dall'attenzione del pubblico per circa un annetto, foraggiando così l'idea che fossero davvero morti in Amazzonia.

⟡ Il set del film era poco fuori Leticia, città all'estremo sud colombiano.

⟡ Deodato non ha escluso che parte della selvaggia violenza del film sia da imputarsi ad una sua proiettiva voglia di rivalsa, di imporsi e far parlare di sé dopo la fine dell'amore con l'attrice Silvia Durante.

⟡ Nel 2013, Eli Roth ha girato Green inferno, film che recupera il genere cannibal, principalmente ispirato a questo film di Deodata.

⟡ Al film venne accreditato anche Lamberto Bava come assistente alla regia ma Bava non lavorò mai al film: concesse la liberatoria per l'inserimento del suo nome per ragioni contrattuali... serviva che qualcuno ci mettesse il nome.

⟡ Il regista Deodato venne condannato a quattro mesi con la condizionale per le violenze sugli animali agite per la produzione del film; lui si è sempre difeso sostenendo che gli animali uccisi (un maialino, uno strano topo, alcune scimmie e una tartaruga) sarebbero state comunque mangiate dagli indios ma questo non bastò a convincere il giudice.

⟡ Uno degli attori è un giovane Luca Barbareschi che dovette recarsi in questura con Deodato per dimostrare di essere vivo e che il film in questione era finzione. Barbareschi, nel tempo, si è detto dispiaciuto della scena nella quale spara al maialino.

Regista:

Ruggero Deodato

Durata, fotografia

95', colore

Paese:

Italia

Anno

1979

Scritto da Exxagon nell'anno 2004; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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