il Gabinetto delle figure di cera
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Voto:
Uno scrittore (William Dieterle) accetta la proposta del proprietario di un museo di scrivere alcuni racconti lasciandosi ispirare delle statue di cera contenute in esso. La prima storia riguarda il panettiere Assad (Dieterle) che deve rubare dal dito del Califfo di Bagdad (Emil Jannings) un anello per la sua amata. La seconda narra del sadico Ivan il Terribile (Conrad Veidt) mentre nel terzo racconto, lo scrittore sogna che la figlia del proprietario del museo venga perseguitata da Jack lo Squartatore (Werner Krauss).
LA RECE
Cinema muto degli anni '20 del secolo scorso, quindi non per tutti. Uno dei primi horror (o meglio drammatico a toni horror) ad episodi. Espressionismo al meglio.
Il Gabinetto del dottor Caligari (1920), con le sue ambientazioni distorte e le sue suggestioni oniriche, ispirò la prima generazione di cineasti. Lo stile espressionista, quel gusto così particolare per la scenografia, per l'utilizzo delle forme, delle luci e dei giochi di sovrapposizione si può trovare in pellicole quali il Golem (1920), Nosferatu (1922) e Metropolis (1927). Come molti dei primi film immersi nella dimensione del fantastico, anche il Gabinetto delle figure di cera diventa un'occasione per il talentuoso regista Leni, morto sfortunatamente in giovane età, di trasportare lo spettatore in una dimensione narrativa insolita, anche se già nel 1924 il film ad episodi, o portmanteau, non era più un tipo di cinema originalissimo, si pensi a Destino (1921), Intolerance (1916) e Pagine dal libro di Satana (1920). Di squisitamente espressionista ed originale si ha, soprattutto, il terzo episodio che tratta di Jack lo Squartatore, ricco di trovate tecniche e il più significativo del trittico se si voglia parlare di horror. Va però rilevato che viene fatta una certa confusione fra il personaggio dello Squartatore e quello di Spring-Heeled Jack, altro mitico e fantomatico personaggio della tradizione inglese. I due primi episodi, narrati in maniera più lineare e formale, non mancano di affascinare per le soluzioni scenografiche (i tortuosi viottoli di Bagdad) e per le performance degli attori, soprattutto quella spiritata di Veidt nei panni di Ivan il Terribile. Le storie non mancano di una certa ironia ma anche di una quota d'irriverenza verso le figure che rappresentavano l'autorità. I cultori si rammaricheranno di sapere che il film avrebbe previsto anche un quarto episodio dedicato al mago Rinaldo Rinaldini, di cui nel film si vede di sfuggita la statua di cera, ma che non trovò realizzazione per limiti di budget. In ogni caso si tratta di cinema del fantastico di grande cura realizzativa. Mettetevi alla prova.
TRIVIA
Paul Josef Leni (1885-1929) dixit: “Per il mio film il Gabinetto delle figure di cera ho cercato di creare dei set talmente stilizzati che danno un’idea di irrealtà. Il mio luna park è abbozzato con una totale rinuncia al dettaglio; tutto ciò che cerca di generare è un'indescrivibile fluidità di luce, forme in movimento, ombre, linee e curve. Non è la realtà estrema che la macchina da presa percepisce ma la realtà dell'evento interiore, che è più profonda, efficace e commovente di ciò che vediamo attraverso gli sguardi di tutti i giorni, e credo anche che il cinema possa riprodurre questa verità, accresciuta in modo efficace” (classichorror.free-online.co.uk).
⟡ Il film fu girato al May-Atelier (Weißensee, Berlino) fra il giugno 1923 e il settembre dello stesso anno.
⟡ Il primo episodio ispirò l'interpretazione di Douglas Fairbanks ne il Ladro di Bagadad (1924).
Titolo originale
Das Wachsfigurenkabinett
Regista:
Paul Leni
Durata, fotografia
83', b/n, colorizzato, muto
Paese:
Germania
1924
Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
