Nosferatu - il Vampiro

Voto:

1838. Thomas Hutter (Gustav von Wangenheim) lascia Wisborg e parte, armi e bagagli, verso i Carpazi per incontrare il conte Orlok (Max Schreck) e trattare l'acquisto di una proprietà. Giunto là, Hutter si accorgerà, sulla propria pelle, che il Conte è un non-morto che succhia il sangue per sopravvivere. Hutter non riesce ad evitare che il vampiro parta per raggiungere Wisborg dove seminerà la morte che verrà attribuita alla presenza dei topi. La giovane moglie di Thomas, Ellen (Greta Schröder), grazie alla sua cultura sull'argomento, capisce che il problema è dovuto alla presenza di Orlok. Per la comune salvezza, Ellen si farà mordere sul collo intrattenendo il Vampiro fino allo spuntare dell'alba.

LA RECE

Il primo Vampiro davvero incisivo nella storia del cinema è una creatura ferina, priva di fascino estetico e carisma come poi sarà meglio nota al pubblico. Qui è figlio e portatore di ombre e di un'inquietudine notturna e onirica. Must.

Murnau era già un noto regista espressionista quando decise di dirigere questo film che ebbe non poche beghe legali a causa dei diritti d'autore. La produzione, infatti, evitò per un soffio l'ordinanza legale che aveva imposto la distruzione di tutte le copie e, benché si fosse riusciti a mantenere la storia tratta da Stoker, si dovette rimediare cambiando i nomi dei protagonisti e delle ambientazioni. Nonostante i rimodellamenti, questa riduzione cinematografica del romanzo di Stoker è una delle opere più particolari e riuscite fra i film del cinema muto. Il lavoro di Murnau si gioca tutto su chiaroscuri ed è perfettamente coerente che la storia dell'eterno conflitto fra luce e buio sfoci in un'opera che si magnifica con il contrasto tra questi due estremi. Il conte Orlok si distingue enormemente dai successivi Dracula. Qui, Nosferatu è più simile a un topo con gli incisivi prominenti al posto dei più noti canini allungati, e i roditori, a lui simili, sono al suo comando. Max Schreck ha dato vita a un vampiro indimenticabile: egli dà vita ad un'interpretazione talmente inquietante da generare la leggenda metropolitana (poi brillantemente sfruttata nel meta-cinematografico l'Ombra del vampiro del 2000) che fosse lui stesso un vero vampiro. La sua figura allampanata, con quelle dita simili ad artigli e quell'andatura meccanica, rappresenta l'antitesi del vampiro romantico che dominerà il cinema successivo. Nosferatu s’aggira oscuro nel castello con la sua ombra "fuori sincrono" mentre parla con Hutter; un vampiro che sorge rigido dalla tomba, che si staglia terribile sul bordo della nave in una delle immagini più iconiche del film e del cinema, che allunga la sua inquietante ombra sul corpo di Ellen stringendole il cuore, che grida di terrore mentre viene vaporizzato dai raggi solari. In linea con l'oscuro tema del film, le musiche che accompagnano le immagini e che vanno a costruire una vera "sinfonia dell'orrore”, traduzione del titolo originale. Murnau usa molti tecnicismi per donare ulteriore spessore alla sua opera: la modifica di stampa per rendere la nave una specie di spettro che naviga sulle onde o, ancora, i boschi dei Carpazi, al negativo, per trasmettere l'idea di una selva fantasmatica; il tutto senza abbandonare l'uso delle immagini evocative ed ellittiche tipiche dell'espressionismo. La tecnica del chiaroscuro non è un semplice vezzo stilistico ma si fa strumento narrativo: le ombre allungate di Orlok che si arrampicano sulle scale o si proiettano sui muri diventano una danza macabra che anticipa di decenni le tecniche dell'horror psicologico. Il film, negli anni, si è prestato a molteplici interpretazioni: c'è chi ha rilevato, giustamente, un sottotesto sociale affascinante: il vampiro come portatore di peste, come "altro" che minaccia la società borghese, tema che risuonava fortemente nell'Europa post-bellica devastata dalla Spagnola. E Non è un caso che Kracauer, nel suo "Da Caligari a Hitler", veda in Nosferatu un presagio delle ansie che avrebbero portato all'ascesa del nazismo. Al di là delle interpretazioni, se ne riconosce l'indiscutibile seminalità rispetto al fatto di aver dato vita ad un mostro legato pienamente al tema dell'eros-thanatos o, meglio ancora, incarnazione di questa mitica e mistica dinamica, il che fa di Nosferatu una figura non-viva ma pulsante di sensualità, cosa meglio sottolineata in riduzioni cinematografiche di molto successive (Dracula di Bram Stocker, 1992). Nonostante l’età della pellicola possa rendere ostica la visione agli spettatori moderni, è necessario che almeno coloro che si definiscono appassionati di horror si dedichino a questo pilastro del genere da vedersi magari in triple-bill con il remake realizzato da Herzog Nosferatu - il Principe della notte (1979) e, in ultimo, con il rifacimento moderno di Eggers: Nosferatu (2024).

TRIVIA

Friedrich Wilhelm Murnau (1888-1931) dixit: “Penso che i film futuri utilizzeranno sempre di più questi "angoli di ripresa" o, come preferisco chiamarli, queste angolature drammatiche” (IMDb.com).

⟡ Girano differenti versioni di questo film: una da 97 minuti, una da 87 e un'altra da 72. In esse cambiano anche i nomi: Ellen può diventare Mina e Wisborg diventa Brema. 

⟡ Ironicamente, la traduzione del cognome del protagonista Schreck significa "paura" in tedesco. 

⟡ Nosferatu si vede sullo schermo per meno di nove minuti in tutto e batte le palpebre solo una volta. 

⟡ Tutte le stampe e i negativi del film furono distrutti secondo le disposizioni legali seguite alla causa intentata dalla vedova di Bram Stocker. Tuttavia, il film è poi stato recuperato in altri paesi. L'unica copia completa e originale del film è posseduta dal collezionista tedesco Jens Geutebrück. 

⟡ Il film fu bandito in Svezia poiché eccessivamente orrorifico; l’ostracizzazione dal territorio svedese fu annullata solo nel 1972. 

⟡ L’animale definito licantropo, durante la scena alla locanda, è in effetti una iena striata. 

⟡ L’idea che i vampiri possano essere uccisi dalla luce del sole deriva da questo film e non da ciò che scrisse Stocker nella sua novella del 1897; Murnau decise di porre questa variazione per discostarsi dal romanzo ed evitare cause legali, cosa che comunque non gli riuscì.

Titolo originale

Eine Symphonie Des Grauens

Regista:

Friedrich Wilhelm Murnau

Durata, fotografia

94', b/n, Muto

Paese:

Germania

Anno

1922

Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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